Private banking, caccia a 400 miliardi: dove investono le famiglie più facoltose

Private banking, caccia a 400 miliardi: dove investono le famiglie più facoltose Private banking, caccia a 400 miliardi: dove investono le famiglie più facoltose

Il 2023, anno difficile, caratterizzato dall’instabilità geopolitica ed economica, per il private banking è stato positivo e, secondo le stime della stessa Associazione di settore (Aipb), si concluderà con un patrimonio in gestione di oltre mille miliardi (+8,2% rispetto al 2022). «Nel primo semestre — spiega Andrea Ragaini, presidente di Aipb — il private banking ha beneficiato del buon andamento dei mercati finanziari che ha accresciuto il valore dei portafogli delle famiglie rispetto al 2022, a cui va aggiunta una raccolta netta ampiamente positiva. A partire dal terzo trimestre la crescita ha subito un rallentamento, ma stimiamo, comunque, di chiudere l’ anno a 1.076 miliardi di euro, con una crescita che si compone di un +5,3% di nuova raccolta e di un +2,9% di effetto mercato».

La ricchezza

La quota di nuova raccolta indica che è aumentato il numero di famiglie facoltose (quelle che detengono ricchezza finanziaria investibile uguale o superiore a 500 mila euro) che affidano la gestione del loro patrimonio ai private banker. Tuttavia, secondo le stime di Aipb e della società di ricerca Prometeia, resta ancora elevata la ricchezza «private» che sfugge agli operatori. Si tratta di circa 400 miliardi di euro, pari a una quota di mercato del 35%. Aipb ritiene che i motivi siano tre: il servizio di private banking non è presente in tutte le aree geografiche; non tutte le banche hanno strutture dedicate al private banking e, soprattutto, la cultura finanziaria delle famiglie italiane è inferiore a quella di altri paesi europei.

La consulenza

Proprio per questo motivo, sarebbe indispensabile rivolgersi a un consulente prima di affrontare un investimento. «L’utilità della consulenza professionale per affrontare scelte complesse in contesti difficili — prosegue Ragaini — trova una conferma nei dati dell’Osservatorio Aipb sulla Clientela del Private Banking. Il 63% delle famiglie intervistate considera il private banker come la figura principale per la costruzione della propria cultura finanziaria».

Le caratteristiche

La quasi totalità degli intervistati è soddisfatto del proprio private banker al quale riconosce una solida professionalità e ne apprezza la capacità di formulare proposte d’investimento personalizzate, in linea con i loro obiettivi personali, avendo a disposizione un’ampia gamma di offerta. E non solo. Al private banker vengono riconosciute anche capacità di ascolto; abilità di spiegare in modo semplice elementi complessi; l’intuito nell’avvertire, comprendere e valutare con tempestività le situazioni di mercato, avvalendosi dei supporti messi a disposizione dalla banca, riuscendo a individuare soluzioni in grado di proteggere il patrimonio. Inoltre, il professionista sa aiutare la famiglia a non cedere all’emotività. La fiducia nel proprio consulente è tale che, pur nella consapevolezza che il digitale e l’intelligenza artificiale rivoluzioneranno il suo ruolo, certamente non potranno sostituirlo. Il private banker resterà una figura insostituibile.

Più titoli di Stato

L’Osservatorio Aipb 2023 ha fatto un focus anche sui portafogli, su come gli eventi geopolitici ed economici di quest’anno ne hanno modificato la composizione. Nel 2023 c’è stato un deciso ribilanciamento. Con la crescita dei tassi, si è ridotta la liquidità sui conti correnti che è confluita prevalentemente nel reddito fisso, in crescita del +33%, invertendo la rotta degli ultimi anni e arrivando a pesare il 29,7% in un portafoglio medio. La maggior parte dei flussi (65 miliardi di euro) sono confluiti su obbligazioni e titoli di Stato. È cresciuta anche la sensibilità delle famiglie per gli investimenti sostenibili. In particolare per il cambiamento climatico che ha alimentato l’incremento degli investimenti Esg (ambiente, sociale e governance), arrivati a rappresentare un terzo del totale degli asset investiti nel private banking.

Giù l’assicurativo

Sostanzialmente stabile il gestito, mentre è andato in rosso l’assicurativo, con deflussi per circa otto miliardi di euro. Dopo una lunga e progressiva crescita, a partire dal 2007, che aveva portato le assicurazioni ad occupare un peso del 22,5 % del portafoglio medio nel 2022, nel corso di quest’anno tutto il comparto è calato, arrivando ad avere un peso del 20,4% del portafoglio medio.

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