Pnrr, sì della Ue alla quarta rata (da 16,5 miliardi). Meloni esulta: grandi progressi

Pnrr, la Commissione Ue sblocca la quarta rata da 16,5 miliardi. Meloni esulta: grandi progressi Pnrr, la Commissione Ue sblocca la quarta rata da 16,5 miliardi. Meloni esulta: grandi progressi

Quarta rata del Pnrr sbloccata e Manovra in dirittura di in arrivo tra stretta sulle pensioni e taglio del cuneo fiscale. Giorgia Meloni in un video sui social fa il punto rispetto all’operato del governo rispetto al Piano ri ripresa e resilienza e alla legge di Bilancio. Dice: «La Commissione ha approvato oggi la quarta richiesta di pagamento dell’Italia, di 16,5 miliardi di euro, confermando che l’Italia ha raggiunto i 28 obiettivi e traguardi previsti. La valutazione positiva della Commissione dimostra i grandi progressi fatti dall’Italia e, a pochi giorni dall’approvazione da parte della Commissione europea della revisione generale del Pnrr, conferma il grande impegno del Governo al fine di attuare pienamente il Pnrr per rendere il Paese più moderno e più competitivo». La premier ha aggiunto che il pagamento dei 16,5 miliardi di euro è previsto entro la fine di quest’anno.

La questione delle pensioni e dei giovani

In giornata la presidente del Consiglio ha parlato anche di Manovra nell’incontro con i sindacati e del cantiere pensioni. Meloni ha definito un «problema enorme quello della pensione dei giovani» e ricordato la norma «giusta» prevista in manovra a favore delle generazioni più giovani. Il riferimento è «il gioco di scaricare tutto il costo delle pensioni sulle generazioni che arrivano dopo non lo abbiamo fatto noi, certo è più redditizio sul piano del consenso occuparsi di chi è qui e ora, ma il costo è stato scaricato su chi non si poteva difendere e non era consapevole di quello che stava accadendo». In particolare, in merito all’art. 33 del disegno di legge di Bilancio ha assicurato: «Stiamo lavorando per modificare la misura nel migliore dei modi, garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi si ritira con la pensione di vecchiaia e garantendo che non ci sia nessuna penalizzazione per chi raggiunge al 31.12.2023 i requisiti attualmente previsti. Questo per tutti, non solo per il comparto sanità. », ha detto con riferimento alle polemiche sulla pensione dei medici.

La polemica dei sindacati

Nessuna modifica, invece, sul nuovo meccanismo di quota 103 introdotto con la manovra (interamente contributivo), nè sui requisiti più restrittivi per accedere a Opzione donna e Ape sociale. Cgil e Uil hanno espresso insoddisfazione, secondo la Cisl ci sono invece stati piccoli passi avanti. Le ragioni dello sciopero contro la Manovra «sono confermate», ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, perché «non hanno cambiato nulla». Rispetto all’articolo 33, che prevede una stretta sulle pensioni, “noi ne avevamo chiesto il ritiro - ha aggiunto - il governo si è limitato a dire che stanno ragionando e valutando delle modifiche, ma non nel fatto che interverranno nella direzione” del ritiro

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