Pensioni, i medici perderanno 2.700 euro all’anno (e lo Stato risparmierà 21 miliardi)
di Enrico Marro
La metà degli italiani (55%) non riesce a mettere da parte nulla del proprio stipendio. E la minoranza che ci riesce (solo il 37%, circa 4 italiani su 10) risparmia appena l’8% delle proprie entrate mensili. Anche se, in un terzo dei casi (32%), il denaro accantonato viene usato per far fronte alle spese straordinarie. È quanto emerge dall’ultimo Osservatorio mensile di Findomestic, realizzato in collaborazione con Eumetra e Research Dogma tra il 23 e il 25 ottobre 2023. Il contesto generale, inoltre, spinge le famiglie a essere più caute nei loro acquisti: «In questa fase l’inflazione e il calo del potere d’acquisto restano le preoccupazioni principali degli italiani, nonostante la crescita esponenziale dei timori di un’escalation delle guerre che si combattono alle porte dell’Europa dopo l’avvio del nuovo conflitto in Medio Oriente. Circostanze complesse che si ripercuotono sulla sfera emotiva ed economica delle famiglie comportando una fisiologica contrazione della propensione all’acquisto», ha commentato Gilles Zeitoun, Amministratore Delegato e Direttore Generale Findomestic.
di Enrico Marro
Tra i pochi italiani che riescono a risparmiare, il 45% dei casi lo programma, mentre la maggioranza (55%) si limita ad accantonare quello che rimane dalle spese mensili, senza fare calcoli preventivi. Dall’indagine Findomestic emerge inoltre che il 35% degli intervistati investe i propri risparmi: le opzioni più quotate sono Buoni ordinari del Tesoro (Bot) o obbligazioni, libretti remunerati, azioni o altri prodotti finanziari. Il 18%, invece, tiene i propri risparmi sul conto corrente, mentre oltre il 20% sceglie di spendere i soldi accantonati per viaggiare e andare in vacanza.
In un contesto in cui il 45% delle famiglie lamenta problemi economici di media o grande entità, quasi 9 su 10 dichiara di controllare le spese anche attraverso le modalità di pagamento: la maggior parte del campione (43%) utilizza il bancomat per avere il saldo del conto corrente sempre aggiornato, il 25% qualsiasi carta o strumento digitale che consenta di avere tutte le spese tracciate. Solo il 22% preferisce i contanti.
Con la flessione del 9,8% delle intenzioni d’acquisto rilevata a fine ottobre (-8% anche a fine settembre), la propensione a fare acquisti degli italiani non è mai stata così bassa come nell’ultimo anno. Quasi tutti i settori monitorati sono in sofferenza, anche se il calo maggiore riguarda i monopattini elettrici (-51%). Restando nel settore mobilità, vanno male anche scooter (-21,3%), e-bike (-18,2%) e auto nuove (-16,3%). Rimangono in carreggiata solo le auto usate che registrano un aumento delle intenzioni d’acquisto a tre mesi del +0,5%. Nel comparto “casa” resistono solo le intenzioni di ristrutturare (+1,2%), ma crollano pompe di calore (-34,2%), grandi elettrodomestici (-21%), infissi (-20,2%), mobili (-17,6%), impianti di isolamento termico (-16,1%) e caldaie a biomassa (-13,1%). Più contenuta la discesa della propensione all’acquisto per piccoli elettrodomestici (-10,4%) e impianti fotovoltaici (-9%). Tra i prodotti tecnologici, i tablet perdono il 13,8%, i televisori il 10,9%, le fotocamere il 5,8% e la telefonia il 2,8%. Unica eccezione i computer, che registrano un +2,7%. Con l’approssimarsi delle festività natalizie il settore viaggi limita i danni (-0,4%), mentre le intenzioni d’acquisto di attrezzature sportive e attrezzature per il fai da te rimangono al palo: rispettivamente -9,7% e -10,5%.
di Alessia Conzonato
Dal 2021/2022 a oggi, il 42% del campione dichiara di aver sottoscritto un prestito o acquistato un bene a rate, soprattutto per necessità (38% dei casi) o perché attratto da particolari offerte come il “tasso 0” (30%) ma anche per semplice comodità (19%). Lo ha fatto soprattutto dividendosi tra punto vendita (57%) e banche o finanziarie (33%) e, nella maggior parte dei casi, per acquistare un bene durevole (64%). Il 60% di chi ha fatto ricorso al pagamento rateale negli ultimi 2 anni avrebbe dovuto rinunciare all’acquisto o rinviarlo a tempi migliori senza la possibilità di ricorrere al finanziamento. Tra chi oggi ha un mutuo immobiliare, il 30% dichiara di averne uno a tasso variabile. Il 26% dei sottoscrittori ha tentato nell’ultimo anno di cambiare le condizioni del proprio mutuo ma non vi è riuscito.
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23 nov 2023
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Redazione Economia
di Alessandra Puato
di Francesco Bertolino
di Alessia Conzonato e Gino Pagliuca