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Pensioni, da gennaio arrivano gli aumenti dovuti all’inflazione: di quanto e per chi Perché è più difficile uscire prima: i 3 casi
Dal primo gennaio 2024 sarà attivo sulle pensioni un adeguamento all’inflazione pari al +5,4%. Lo rende noto il ministero dell’Economia e delle finanze, che in una nota dichiara la firma di Giancarlo Giorgetti e Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro e delle politiche sociali, a un decreto che dispone la misura. «L’aumento, che verrà riconosciuto nelle modalità previste dalla normativa — spiega il ministero — è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 7 novembre 2023».
Tutti gli scaglioni saranno ricalcolati in base al minimo Inps 2023, pari a 567,94 euro e, secondo i calcoli, gli aumenti arriveranno fino a un massimo di 122 euro (quindi un’applicazione totale dell’indice di perequazione) per gli assegni fino a quattro volte il minimo. Inoltre, sono attribuiti entro il limite maggiorato con quota di rivalutazione: ciò significa che alle pensioni a cavallo tra due scaglioni, si applica quello più conveniente.
Vediamo cosa cambia per i sei scaglioni attualmente in vigore.
Leggi anche: Pensioni, come possono cambiare (ancora) le regole di uscita: le tre ipotesi
Tutti gli scaglioni saranno ricalcolati in base al minimo Inps 2023, pari a 567,94 euro e, secondo i calcoli, gli aumenti arriveranno fino a un massimo di 122 euro (quindi un’applicazione totale dell’indice di perequazione) per gli assegni fino a quattro volte il minimo. Inoltre, sono attribuiti entro il limite maggiorato con quota di rivalutazione: ciò significa che alle pensioni a cavallo tra due scaglioni, si applica quello più conveniente.
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