Attacchi russi alle città ucraine, da Odessa a Donetsk: i target, i droni, i treni

di Guido Olimpio

I due presidenti russo e ucraino si scambiano minacce, mentre la guerra si intensifica nelle citt�. Colpite nelle ultime ore Leopoli, Kharkiv, Donetsk, Horlivka

Attacchi russi alle città ucraine, da Odessa a Donetsk: i target, i droni, i treni

I pompieri al lavoro dopo un attacco a Kharkiv, l’ultimo dell’anno

Un fine anno intenso: Zelensky e Putin si scambiano minacce mentre i loro eserciti proseguono nella guerra delle citt�. Nelle ultime ore colpite Odessa, Leopoli e, nell’altro campo, Donetsk e Horlivka.

I target

Tra le localit� pi� bersagliate dai russi c’� Kharkiv, vicina al confine. � importante sotto il profilo strategico, ospita comandi, � uno snodo chiave. La regione circostante � stata poi teatro di battaglie durissime a sottolinearne il ruolo. Mosca cerca di disarticolare le difese, mantiene la pressione e presenta i raid – quando serve – come una risposta ad azioni analoghe dell’avversario. Ma sono dinamiche che vanno oltre gli scambi di colpi ravvicinati nel tempo. I bombardamenti rappresentano una costante nella campagna decisa dal Cremlino e con l’arrivo dell’inverno tendono ad essere pi� intesi per accrescere le sofferenze della popolazione. Gli ucraini, invece, dedicano la loro “attenzione”, e da tempo, a Belgorod, dall’altro lato della frontiera. Prima centrandola con droni, quindi impiegando forze speciali e nuclei di “partigiani”. � un tentativo di incidere sulla logistica ma anche un modo per portare la guerra nelle strade della Russia, un messaggio rivolto al Cremlino e all’opinione pubblica russa. Gli obiettivi di entrambi schieramenti sono militari o strategici, dunque industrie, impianti, basi, infrastrutture, depositi, grandi impianti elettrici. Ieri le fonti ufficiali russe insistevano nel sostenere di aver colpito una sede dell’intelligence a Karkhiv, dove erano ospitati anche dei volontari occidentali. Tuttavia, proprio perch� sono aree popolate pagano un prezzo anche i civili.

I droni

Sempre protagonisti i velivoli senza pilota trasformati in bombe, in particolare gli Shahed 136 d’origine iraniana. Nella notte la Russia ne ha lanciati ben 90 – dicono da Kiev –, in arrivo da quattro direzioni, compresa la Crimea. Ne sarebbero stati distrutti 87, affermano i portavoce dell’aeronautica. Un dato che sembra smentire i timori espressi da alcuni ufficiali: in un report di ISW si afferma che gli ucraini hanno incontrato problemi nell’intercettamento non solo dei missili ma anche degli Shahed in conseguenze delle contromisure adottate dai russi per renderli meno “visibili”. E a proposito di questi mezzi kamikaze sono sempre fonti dell’Ucraina a sostenere che gli occupanti ne hanno sparato, da settembre 2022, oltre 3600.

Mar Nero

Dal piccolo Toloka al Mamai: Kiev ha costruito almeno sei tipi di droni/barchini radiocomandanti impiegati per missioni antinave e contro i ponti in Mar Nero. Dotati di cariche esplosive, sono usati in tandem dalla Marina e dai servizi. In qualche caso hanno ottenuto successi, in altri sono stati neutralizzati dagli occupanti che hanno adottato contromisure e richiamato in servizio vecchi aerei – come i pattugliatori Beriev 12 - per contenere la minaccia. Altrettanto importanti per l’Ucraina i missili a lungo raggio, agli ordigni prodotti localmente (i Neptune) si sono aggiunti i mezzi spediti dai paesi occidentali. L’alto numero di unit� affondate, centrate, danneggiate al largo e nei porti rappresenta un “incentivo” a proseguire su questo sentiero. La Flotta di Putin, pur costretta a maggiore prudenza, conserva comunque una capacit� missilistica significativa: i cruise Kalibr, lanciabili anche da sottomarini, le permettono numerose opzioni.

I treni

Nell’ultimo mese la resistenza ucraina ha condotto missioni in profondit� al fine di rallentare i movimenti dei treni. A fine novembre si � verificata un’esplosione nel tunnel ferroviario di Severomuysky, nella Russia Orientale, lungo una linea utilizzata per trasferire materiale, compreso quello ceduto da Nord Corea e Cina. Azione spettacolare a migliaia di chilometri di distanza dal teatro bellico. Le cariche, piazzate da sabotatori, sarebbero deflagrate quando il convoglio � entrato nella galleria, questo per aumentare gli effetti sulla struttura. Mosca ha confermato l’attacco ma ha sostenuto di aver ristabilito i collegamenti in tempi rapidi. A met� dicembre si sono verificati altri episodi, in particolare uno nella zona di Melitopol. Anche qui si riproduce uno schema speculare: Genio e operai civili delle due parti hanno team di pronto intervento per ristabilire comunicazioni, energia elettrica, viabilit�.


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1 gennaio 2024 (modifica il 1 gennaio 2024 | 10:39)

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