Ex Ilva, commissario in arrivo: un decreto per azzerare ArcelorMittal

Ex Ilva, commissario in arrivo: un decreto per azzerare ArcelorMittal Ex Ilva, commissario in arrivo: un decreto per azzerare ArcelorMittal

L’amministrazione straordinaria per l’ex Ilva viene messa nero su bianco. Ancora in forma eventuale, ma di fatto in maniera operativa visto che il governo ha messo su la cornice normativa che consente di tutelare la continuità operativa anche nel caso di arrivo di un commissario in mancanza di un accordo consensuale tra il socio pubblico (Invitalia) e quello privato (ArcelorMittal) di Acciaierie d’Italia. Il Consiglio dei ministri — successivo a una riunione di governo a Palazzo Chigi presieduta dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in cui non sono mancate tensioni, come da mesi avviene per le visioni opposte sulla vicenda dei ministri Adolfo Urso e Raffaele Fitto — ha infatti approvato un decreto legge che rafforza, in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, le misure già presenti nell’ordinamento a tutela della continuità produttiva e occupazionale delle aziende in crisi, fra cui l’ex Ilva, e prevede garanzie di cassa integrazione straordinaria durante l’eventuale amministrazione straordinaria. Nel decreto approvato vengono esclusi dalla cassa integrazione i lavoratori impegnati nella sicurezza e nella manutenzione degli impianti, per consentire che restino operativi: rimangono ferme le disposizioni, già inserite nell’ordinamento, a tutela delle piccole e medie imprese creditrici. Tutele che potrebbero concretizzarsi in accordi con le aziende che vantano crediti. Il decreto, inoltre, fissa con precisione le procedure per eventuali giudizi e procedimenti esecutivi pendenti.

L’incontro con i sindacati

Ma cosa penseranno i sindacati della strada imboccata dal governo che — al di là delle tutele per le aziende creditrici sottolineate da Palazzo Chigi — potrebbe di fatto penalizzare per una seconda volta l’indotto, dopo l’amministrazione straordinaria dell’Ilva del 2015 che ancora deve chiudersi? Si capirà dal nuovo confronto con i sindacati che il governo ha fissato per giovedì 18 alle 15.

Acciaieria più appetibile ripartendo da zero

La mossa del governo potrebbe anche essere interpretata come l’ultima minaccia ad ArcelorMittal alla vigilia della data limite fissata dal governo per trovare un’intesa: il 17 gennaio. Ma alla luce dei contrasti emersi anche nelle ultime ore tra il socio privato e quello pubblico, sembra più probabile che il governo abbia deciso di azzerare tutto e ripartire da zero con una nuova amministrazione straordinaria. Che si concluderà con una nuova gara, con l’acciaieria certamente più appetibile per eventuali nuovi privati interessati (e quella che si concluse con l’assegnazione ad ArcelorMittal vide come protagonisti due gruppi che adesso potrebbero rifarsi sotto: Arvedi e Marcegaglia).

Il braccio di ferro tra i soci

Del resto, anche alla vigilia dell’epilogo i soci di Acciaierie d’Italia hanno continuato a litigare. ArcelorMittal è uscita allo scoperto per evidenziare, probabilmente, come abbia fatto di tutto per evitare l’amministrazione straordinaria. Facendo un passo avanti concreto rispetto alle infruttuose trattative degli ultimi due mesi e dichiarandosi disponibile — come fanno sapere fonti vicine alla società — a scendere in minoranza rinunciando alla governance attuale (questo era stato uno dei nodi della trattativa) senza però continuare a finanziare la società, in assenza di partecipazione alla gestione, fatta eccezione per un contributo di 200 milioni per l’acquisto degli impianti (da Ilva in amministrazione straordinaria). «Invitalia — spiegano le fonti vicine ad ArcelorMittal — sta proponendo una diluizione di ArcelorMittal al 34%, attraverso un aumento di capitale di 320 milioni di euro e la conversione in capitale del finanziamento soci di euro 750 milioni (680 di prestito di Invitalia e 70 di ArcelorMittal, ndr). Conseguentemente, ArcelorMittal perderebbe il controllo congiunto e diventerebbe un investitore di minoranza, con soli diritti di protezione di base. Queste due proposte sono in linea di principio accettabili per ArcelorMittal». «Invitalia richiede inoltre che ArcelorMittal, in qualità di azionista di minoranza senza alcuna partecipazione alla gestione, continui a finanziare Acciaierie d’Italia in futuro. Questa richiesta non è accettabile per ArcelorMittal, tranne che per la partecipazione alle risorse finanziarie per l’acquisto degli impianti, per il quale ArcelorMittal ha offerto un contributo di 200 milioni di euro».

La distanza tra ArcelorMittal e Invitalia

La soluzione proposta da ArcelorMittal? Farsi da parte: «Dal momento che il governo ha espresso la volontà che ArcelorMittal esca da Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal ha anche avanzato la proposta di cedere le proprie azioni rimanenti direttamente a Invitalia o a un altro investitore gradito al governo. Tuttavia, Invitalia non è disposta ad acquisire la quota di ArcelorMittal». Invitalia che, hanno controbattuto fonti dell’altro fronte della negoziazione «operando su mandato del governo, ha sempre dato disponibilità a sostenere la società e a esplorare e percorrere ogni soluzione compatibile con la normativa vigente, sia nazionale che comunitaria» mentre «ArcelorMittal si è sempre rifiutata di partecipare al sostegno del Piano industriale approvato in assemblea anche con il proprio voto favorevole». Per la controparte, invece, «ArcelorMittal continua a cercare una soluzione costruttiva ma nelle negoziazioni Invitalia rimane sulle proprie posizioni rispetto alle proposte avanzate da ArcelorMittal. Obiettivo di ArcelorMittal è quello di trovare una soluzione negoziata come alternativa all’amministrazione straordinaria, che è dannosa sia per il business di Acciaierie d’Italia, sia per tutti i suoi stakeholder». Auspicio che, vista la mossa del governo e la strada imboccata, a questo punto rischia di rimanere tale.

Iscriviti alle newsletter di L'Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18


Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.