Aditya Mittal, ceo di ArcelorMittal
È una sfida difficile, ma io sono giovane e sono qui per rimanere nel lungo termine» disse Aditya Mittal, allora cfo di ArcelorMittal e ceo per l’Europa, in un incontro pubblico nel marzo 2017, l’anno in cui il gruppo indiano si aggiudicò la gara per acquisire l’ex Ilva di Taranto, con il gruppo Marcegaglia e il supporto di Intesa Sanpaolo, spuntandola sulla cordata concorrente guidata dal gruppo indiano Jindal, in corsa con la Delfin di Leonardo del Vecchio e Cassa depositi e prestiti. Ma il «lungo termine» promesso rischia di essere molto più breve delle attese, dopo che Aditya Mittal, 48 anni il prossimo 22 gennaio e dal febbraio 2021 ceo globale di ArcelorMittal al posto del padre Lakshmi, presidente, nel faccia a faccia con il governo italiano lunedì ha detto che il suo gruppo non vuole più assumersi impegni finanziari e di investimento. Salvo il mezzo passo indietro per diventare socio di minoranza (oggi ha il 62%, mentre il restante 38% è in mano a Invitalia, società controllata dal Mef).
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Maggior produttore di acciaio mondiale al di fuori della Cina, voltando le spalle a Taranto, ArcelorMittal oggi guarda a Oriente e a quei mercati ad alta crescita, senza pesanti legacy ambientali e tecnologiche. A cominciare proprio dall’India dove, ad esempio, ha stretto una partnership con l’Indian Institute of Technology Madras, fornendo materiali e risorse ingegneristiche per realizzare il primo hyperloop dell’Asia.
È un ritorno a casa, sebbene il padre Lakshmi, fondatore di un impero da 70,6 miliardi di dollari (i ricavi nei 12 mesi chiusi a fine settembre 2023, in calo del 15,7% sul 2022), abbia costruito la prima acciaieria in Indonesia, nel 1976, l’anno di nascita di Aditya, che è cresciuto a Jakarta, dove ha frequentato il liceo. Gli studi in economia alla Wharton School della Pennsylvania University (Usa) gli hanno permesso di conoscere la moglie Magha, sua coetanea: lui si laurea nel 1996, lei nel ‘97.
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Dopo un breve passaggio al Credit Suisse First Boston, Aditya costruisce l’intera carriera nel gruppo di famiglia, dove entra con il ruolo di responsabile per fusioni e acquisizioni, guidando il takeover su Arcelor nel 2006, fino alla promozione a Ceo quasi tre anni fa. La moglie Magha, madre di 3 figli, dopo un anno in Goldman Sachs (il suocero Lakshim siede nel board dal giugno 2008), ha abbracciato l’Interior design, con un master in architettura a Londra, per poi diventare imprenditrice della moda, con l’acquisto nel 2009 del marchio tedesco Escada, che ha rilanciato e dirige.
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Aditya e Magha Mittal sono gli eredi di quella che viene considerata la «famiglia reale indiana»: da anni vivono stabilmente a Londra e Lakshmi Mittal,73 anni, è stato per anni al vertice della rich list del Regno Unito del Sunday Times. Oggi, grazie alla quota del 40% in ArcelorMittal (custodita in un trust, ma l’intera fortuna è attribuita al fondatore in segno di riconoscimento) è al 91° posto nell’Indice dei miliardari di Bloomberg, con un patrimonio stimato in 20 miliardi di dollari. Una ricchezza che ha permesso al magnate dell’acciaio più di un capriccio: nel 2004, per il matrimonio della secondogenita Vanisha, allora 24enne, organizzato a Parigi e durato 5 giorni, affittò la reggia di Versailles per una cena.
Due anni dopo, però, le cronache finanziarie spazzano via il gossip sulle nozze da sogno. Nel 2006 Mittal Steel lancia un’Opa ostile da 25,4 miliardi di euro su Arcelor, gruppo creato nel 2002 dalla fusione tra la francese Usinor, la spagnola Aceralia e la lussemburghese Arbed. Dopo 5 mesi di battaglia, gli indiani la spuntano. Nasce un colosso ribattezzato ArcelorMittal, con sede in Lussemburgo, 320 mila dipendenti e un fatturato di 60 miliardi grazie a 116 milioni di tonnellate di acciaio prodotte, circa il 10% del mercato mondiale.
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10 gen 2024
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