Nuovo capitolo nella crisi del colosso cinese Evergrande. In queste ore Evergrande New Energy Vehicle (Nev), la controllata delle auto elettriche del colosso immobiliare in default da fine 2021, ha comunicato «di aver appreso che il suo direttore esecutivo Liu Yongzhuo è in stato di detenzione».
Lo riferisce la società in una nota inviata alla Borsa di Hong Kong, dove i suoi titoli sono stati sospesi questa mattina in attesa del «rilascio di informazioni». Le negoziazioni delle azioni sono poi riprese fino a chiusura. Le azioni Evergrande Nev erano già state sospese per 15 mesi tra aprile 2022 e luglio 2023, per la mancata pubblicazione dei risultati finanziari da parte dell’azienda.
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La crisi e il ruolo della controllata Evergrande Nev
Non sembra quindi finire la crisi Evergrande che è a rischio liquidazione. Il gruppo è strangolato da un indebitamento stimato a giugno 2023 in circa 330 miliardi di dollari (circa 300 miliardi di euro). La società dovrebbe presentare un piano di ristrutturazione per i suoi creditori prima dell’udienza prevista per la fine di gennaio a Hong Kong. Il flop del ramo automotive ha conseguenze importanti per tutto il gruppo. La controllata Evergrande Nev, costituita nel 2019, doveva diventare il «tre-cinque anni» il produttore di auto elettriche «più potente» del mondo.
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Il campione (Mancato) delle auto elettriche
Il fondatore di Evergrande, Xu Jiayin, oggi agli arresti domiciliari, voleva trasformare il suo gruppo in un campione di auto elettriche e fare di questo settore il suo nuovo core business, come riportato dalla stampa locale. Tuttavia la situazione finanziaria della casa madre ha compromesso i piani e il flusso di cassa, mentre le vendite delle auto sono rimaste al palo. Si contano circa 760 veicoli nella prima metà del 2023 secondo gli ultimi dati disponibili. Le azioni Evergrande Nev hanno perso metà del loro valore in cinque anni. Un guaio soprattutto considerando che Evergrande aveva offerto ai suoi creditori una partecipazione nella filiale di veicoli elettrici come strategia per uscire dalla crisi. L’unica via sembra ora il piano di ristrutturazione.
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Effetto domino?
Il timore è che la crisi del colosso dell’immobiliare contagi anche le banche del Dragone e contragga gli investimenti sui mercati. Nel 2023 le borse cinesi hanno segnato -11% sui volumi mentre gli Stati Uniti registravano un + 24%.Quache segnale di contagio si è visto ad agosto quando alcuni risparmiatori hanno protestato presso le autorità di Pechino dopo che non si sono visti rimborsare le cedole e i bond in scadenza di diverse società del Zhongrong International Trust, partecipato dal Zhongzhi Enterprise Group, una conglomerata del risparmio gestito con attivi per 137 miliardi di dollari. Mentre Country Garden, attivo nel real estate si è dichiarato inadempiente su cedole di obbligazioni per 22,5 milioni di dollari. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, la crisi Evergrande sta già impattando in negativo sulla crescita del paese nel 2024 e c’è il rischio di un possibile shock dell’economia cinese.
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10 gen 2024
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