Italia Independent di Lapo Elkann verso la chiusura: senza offerte l’azienda di occhiali sarà liquidata
di Francesco Bertolino
Per l’ex Ilva arriva il giorno del giudizio. L’ennesimo degli ultimi mesi — si dirà — quando poi ogni attesa è andata tradita e l’appuntamento decisivo si è tramutato in un semplice rinvio. Ma questa volta il governo dovrà mettere un punto e comunicare come intende proseguire dopo lo scontro con il socio privato di Acciaierie d’Italia, ArcelorMittal, dello scorso 8 gennaio. Lo farà il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso con una informativa in Senato (alle 10) e poi nell’incontro con i sindacati (alle 19). Nelle ultime ore sono continuati i confronti tra i legali di Invitalia (socio pubblico con il 38% del capitale) e di ArcelorMittal (62%): l’obiettivo è quello di trovare un’alternativa all’amministrazione straordinaria, ipotesi che il governo ha messo in campo e che appare come unica via di uscita in mancanza di un accordo.
Alternativa che pure esiste: si tratta della cosiddetta composizione negoziata prevista dal nuovo codice della crisi di impresa. Ma, appunto, ci si dovrebbe mettere d’accordo, cosa che fino ad ora ArcelorMittal e Invitalia non sono riusciti a fare. La situazione è nota: l’azienda ha necessità di un aumento di capitale immediato da 320 milioni e poi di almeno un altro miliardo per rilevare gli impianti da Ilva in amministrazione straordinaria entro maggio. ArcelorMittal non vuole iniettare nuove risorse perché sottolinea di aver «già investito 1.870 milioni di euro in equity oltre a più di 200 milioni per acquisto di materie prime e altre garanzie commerciali» mentre «lo Stato italiano ha investito fino ad ora 1.080 milioni». Invitalia sarebbe anche disposta a sottoscrivere per intero l’aumento di capitale da 320 milioni — arrivando così al 66% del capitale grazie anche alla conversione del prestito di un anno fa di 680 milioni — ma solo a patto di un cambiamento di governance che ArcelorMittal non vuole concedere perché è già paritetica e ritiene si debba mantenere «lo status di controllo al 50% anche a pesi azionari invertiti».
Ex Ilva, ArcelorMittal rompe con il governo: no all’aumento di capitale
Ex Ilva, la rottura su risorse e governance: le tre ipotesi (con commissariamento) per uscirne
Il passo indietro della famiglia Mittal, i «re» indiani dell’acciaio
Ex Ilva, si prepara il commissario (ma ArcelorMittal apre allo Stato al 66%)
Se la contrapposizione continuerà, sarà difficile trovare una composizione negoziata. In tal caso la via d’uscita sarebbe rappresentata dall’amministrazione straordinaria che martedì 9 gennaio il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci ha indicato come la soluzione più probabile e che anche ieri il ministro Urso ha indicato come possibile al presidente di Confindustria Taranto Salvatore Toma in un incontro informale. «L’ipotesi dell’amministrazione straordinaria — ha sottolineato Toma — purtroppo non è esclusa anche se il ministro ha detto che, nel caso, sarà momentanea, 6 mesi o al massimo 12, per traghettare lo Stato verso la maggioranza. Abbiamo ribadito che è essenziale salvaguardare le fatture delle aziende dell’indotto per i lavori già svolti». L’amministrazione straordinaria, quindi, spaventa il territorio. Spera di evitarla anche Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, che dal governo si aspetta «un’assunzione di responsabilità adeguata alla gravità della situazione».
«Risposte chiare in merito ai diritti dei lavoratori e agli impegni assunti» si aspetta anche l’arcivescovo di Taranto Ciro Miniero e «una soluzione positiva per tutti» auspica il sindaco di Genova, Marco Bucci, che ha scritto al presidente di ArcelorMittal, Lakshmi Mittal, perché «questa situazione di incertezza non può essere prolungata». Come se non bastasse questo quadro, un’inchiesta giudiziaria avviata mesi fa ha ripreso vigore con il blitz dei carabinieri del Noe di Lecce nello stabilimento di Taranto per acquisire documentazione sui livelli emissivi degli impianti, mentre si attende la decisione del Tar Lombardia sulla fornitura del gas a rischio per il mancato pagamento delle bollette.
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
11 gen 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Francesco Bertolino
di Daniela Polizzi
di Andrea Rinaldi
di Francesco Bertolino
di Michelangelo Borrillo