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di Francesco Bertolino
Nuova mossa di Maire nelle tecnologie del futuro sviluppando chimica a neutralità carbonica con il nucleare di quarta generazione. Il gruppo di impiantistica, che sviluppa nuove tecnologie per la transizione energetica, presieduto da Fabrizio Di Amato, ieri ha siglato un accordo con newcleo la società fondata dal fisico-imprenditore Stefano Buono, nata con l’obiettivo di sviluppare la nuova generazione di reattori modulari raffreddati al piombo per la produzione di energia decarbonizzata da combustibile ricavato da scorie nucleari. Assieme i due imprenditori hanno gettato le basi per produrre idrogeno e decarbonizzare l’industria chimica.
Come funziona il progetto?
«Newcleo fornirà l’elettrone, grazie al nuovo reattore che utilizza i combustibili riciclati del nucleare di vecchia generazione. Noi lo inseriremo in una E-factory, vale a dire un nuovo modello industriale che sfrutta l’elettrone nucleare come forma di energia pulita, sicura e continua per realizzare prodotti chimici e carburanti a neutralità carbonica. Con questa alleanza noi ci dotiamo di un “mattoncino” in più per costruire una nuova filiera dell’elettrochimica a servizio della produzione di e-fuels, metanolo e fertilizzanti decarbonizzati. È un po’ come dire che newcleo fornirà il processore e noi l’architettura del sistema, che si integrano con le nostre tecnologie per la produzione di prodotti per la chimica sostenibile. Il nucleare è la carica e la chimica green il driver di crescita».
Quando partirete?
«È un progetto di medio-lungo percorso per Maire che attiva una nuova forma di energia a servizio della chimica. Nextchem svilupperà il primo studio per la produzione di idrogeno carbon-neutral da elettrolisi. La nostra Tecnimont fornirà poi servizi di consulenza. Vogliamo giocare il ruolo di orchestratori tecnologici in esclusiva per le e-factory. La tecnologia nucleare per noi sarà un altro propellente oltre i rifiuti, il petrolio del terzo millennio. Da una parte Nextchem ha la chimica sostenibile con idrogeno, ammoniaca verde, biocarburanti, plastiche riciclabili e biodegradabili e la valorizzazione della C02. Dall’altra, la capacità impiantistica e dell’engineering di Tecnimont».
Chi saranno i clienti?
«Il mondo dell’energia, le oil company, la manifattura, i player impegnati nella decarbonizzazione».
Quali sono le altre tecnologie da usare subito?
«Siamo impegnati nella progettazione di un grande impianto negli Usa dove saranno prodotte 350 mila tonnellate all’anno di Saf, il carburante sostenibile per l’aviazione derivato da scarti agricoli e rifiuti. E sempre dai rifiuti si produrrà l’idrogeno ed il metanolo circolare nelle Hydrogen Valley in Italia. Aspettiamo le autorizzazioni per partire».
Come chiuderete l’anno?
«Le previsioni è di 3,8-4,2 miliardi di euro fatturato».
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11 gen 2024
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