Altro che acciaio: l’Ilva è l’emblema di uno Stato (e di una politica) che sconfina
di Daniele Manca
La fornitura del gas all’ex Ilva Acciaierie d’Italia è a rischio dopo che il Tar della Lombardia ha deciso, nella mattinata di lunedì 15 gennaio, che non c’è più spazio per sospendere l’efficacia della decisione con cui Snam Rete aveva annunciato a fine 2023 di volerla interrompere mettendo in programma le operazioni di discatura dei punti di riconsegna, cioè il blocco a monte della fornitura di gas all’ex Ilva.
Acciaierie d’Italia aveva ottenuto dall’Arera, l’Autorità per le reti e l’energia, la fornitura del gas sino al 30 settembre scorso, e poi un’ulteriore estensione sino al 18 ottobre, e durante il ricorso al Tar lombardo ha continuato a ricevere il gas da Snam Rete Gas appunto attraverso il servizio di default.
di Daniele Manca
Le fatture non pagate a Snam ammontavano già a 109 milioni di euro, e altri 69 milioni sono maturati in novembre e dicembre durante la sospensiva inizialmente concessa dal Tar. «La tutela cautelare non può essere strumentalizzata al fine di soddisfare interessi economici di una parte pur in considerazione del ruolo assunto nella gestione di rilevanti interessi pubblici», motivano i giudici della prima sezione del Tar Lombardia, Antonio Vinciguerra Mauro Gatti e Luca Iera, i quali considerano scelta dell’ex Ilva quella di non aver trovato un fornitore alternativo, e aggiungono che «non si può continuare a far gravare sulla fiscalità generale il costo del servizio di default».
Ora Acciaierie d’Italia farà subito ricorso al Consiglio di Stato per non far diventare operativa la decisione e impedire lo stacco della fornitura, guadagnando una residua frazione di tempi supplementari sulla questione cruciale per la prosecuzione dell’attività degli stabilimenti.
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15 gen 2024
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