Le notizie del 5 agosto sul conflitto tra Israele e Hamas
Idf, nessuna modifica a linee guida di emergenza ai civili
Il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari in tarda serata ha dichiarato su X che «alla luce dei resoconti delle ultime ore e delle questioni che sollevano, è importante chiarire che non vi è alcun cambiamento nelle direttive del Comando del fronte interno (ossia, le linee guida di emergenza per i civili, ndr.) Abbiamo il polso della situazione costantemente, e se ci sarà un cambiamento vi informeremo immediatamente».
Biden-Harris in Situation Room per crisi in Medio Oriente
È iniziata nella Situation Room della Casa Bianca la riunione di Joe Biden e della sua vice Kamala Harris con il team della sicurezza nazionale per discutere gli sviluppi della situazione in Medio Oriente, in particolare l'annunciata ritorsione iraniana contro Israele.
L'Idf contesta l'indagine della Cnn
Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno contestato l'indagine pubblicata oggi dalla Cnn, secondo cui solo tre dei 24 battaglioni di Hamas sarebbero stati distrutti in 10 mesi di guerra nella Striscia di Gaza. «La maggior parte delle Brigate di Hamas è stata smantellata — ha detto l'Idf — si stima che la maggior parte dei battaglioni abbia un basso livello di competenza e non possa più funzionare come struttura militare. Le affermazioni contenute nell'articolo contraddicono i risultati delle forze sul campo e creano una falsa rappresentazione della situazione di Hamas a Gaza», ha aggiunto l'esercito, citato dal Times of Israel.
Guardian, «Ex detenuti palestinesi raccontano abusi sistematici»
Violenza, fame estrema, umiliazioni e altri abusi sui prigionieri palestinesi sono diventati la norma nel sistema carcerario israeliano, secondo le interviste del Guardian ai prigionieri rilasciati, con maltrattamenti ormai così sistemici che il gruppo per i diritti umani B'Tselem afferma che devono essere considerati una politica di «abuso istituzionalizzato». Ex detenuti hanno descritto abusi che vanno da gravi percosse e violenza sessuale a razioni da fame, rifiuto di cure mediche e privazione di bisogni di base tra cui acqua, luce naturale, elettricità e servizi igienici, tra cui sapone e assorbenti igienici per le donne. In un'indagine durata mesi, B'Tselem ha intervistato 55 ex prigionieri ospitati in 16 istituti del servizio carcerario israeliano e centri di detenzione gestiti dalle Forze di difesa israeliane (Idf), mappando la portata e la natura degli abusi. Il gruppo — molto rispettato — con sede a Gerusalemme ha concluso che le prigioni israeliane dovrebbero ora essere etichettate come «campi di tortura». Il giornale ha intervistato diversi ex detenuti che hanno confermato quanto raccolto da B'Tselem. Alcuni hanno parlato di almeno due prigionieri - Thaer Abu Asab e Abdul Rahman al-Maari - morti in seguito alle percosse dei carcerieri. L'Israel Prison Service (Ips) ha affermato di aver operato secondo la legge e sotto la supervisione del revisore dei conti dello Stato. L'Idf ha respinto «categoricamente le accuse riguardanti abusi sistematici sui detenuti nelle strutture di detenzione» e di agire «in conformità con la legge israeliana e il diritto internazionale». Le accuse di abusi sono state esaminate attentamente, ha affermato in una dichiarazione.
Idf, «Piani per diversi scenari»
Il capo di stato maggiore dell'Idf, tenente generale Herzi Halevi, ha reso noto di aver approvato piani per «diversi scenari», in relazione al previsto attacco iraniano e di Hezbollah. Lo riporta il Times of Israel.
Fonti stampa, Giordania non concederà spazio aereo a Israele in caso di attacco
Il ministro degli Esteri della Giordania, Ayman Safadi, ha informato l'Iran che il suo Paese non permetterà a Israele di utilizzare il suo spazio aereo in vista del possibile attacco di Teheran contro lo Stato ebraico, come misura di ritorsione per l'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh. Lo riporta l'emittente Sky News Arabia, citando fonti a conoscenza della questione.
Msf, «Complesso ospedaliero di Al Aqsa colpito per la terza volta»
Alcuni attacchi a Deir-al-Balah hanno colpito ieri le tende della popolazione sfollata nel complesso ospedaliero dell'ospedale di Al Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF). Cinque persone sono state uccise e diciotto ferite, secondo il Ministero della salute. Da marzo, il complesso dell'ospedale Al Aqsa è stato colpito tre volte, ogni volta ferendo e uccidendo persone. Il 31 marzo un attacco israeliano ha colpito il cortile dell'ospedale, mentre il 22 luglio un altro attacco ha colpito l’area vicino all'ingresso principale del pronto soccorso.
Usa, «Evitare l'escalation in Medio Oriente»
Gli Stati Uniti chiedono a tutte le parti coinvolte in Medio Oriente di «evitare l'escalation». Lo ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, riferendo dei colloqui avuto da Antony Blinken con le controparti egiziane e del Qatar. «L'escalation non giova a nessuno e soprattutto danneggia quei milioni di civili che vogliono vivere in modo pacifico», ha aggiunto.
Gallant con Kurilla e Halevi, «Sostegno Usa a Israele incrollabile»
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha incontrato a Tel Aviv il comandante del Centcom americano, il generale Michael Kurilla, e il capo di stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, con cui «abbiamo discusso del coordinamento delle attività di difesa e dei modi per espandere la coalizione internazionale di fronte alle azioni aggressive dell'Iran e dei proxies». Lo ha scritto su X lo stesso Gallant, sottolineando come la visita di Kurilla conferma il «sostegno americano a Israele e la relazione incrollabile».
La Germania pronta ad evacuare i tedeschi dal Libano
La Bundeswehr, l'Aeronautica militare tedesca, è pronta ad evacuare i cittadini tedeschi dal Libano, oltre 2.000 persone, scrive il quotidiano tedesco Spiegel, parlando delle contromisure di Berlino in vista di una temuta escalation nella regione. I mezzi sarebbero stati già allertati.
Biden parla con re Abdullah di Giordania
Il presidente Joe Biden, riferisce la Casa Bianca, ha parlato oggi con re Abdullah II di Giordania. «I due leader hanno discusso dei loro sforzi per de-escalare le tensioni regionali, anche attraverso un cessate il fuoco immediato e un accordo di rilascio degli ostaggi», riporta una nota. Biden ha ringraziato Abdullah «per la sua amicizia e ha affermato il sostegno incrollabile degli Stati Uniti alla Giordania come partner e alleato nella promozione della pace e della sicurezza regionale. Il presidente ha offerto le sue congratulazioni a Re Abdullah e al principe ereditario Hussein e alla Principessa Rajwa per la nascita di una bambina, Iman, nel fine settimana».
Idf, ucciso comandante del battaglione Al Furqan di Hamas
Le Forze di difesa di Israele (Idf) hanno affermato di aver ucciso il comandante del battaglione Al Furqan del movimento islamista palestinese Hamas, Jaber Aziz. Lo si apprende dal canale Telegram Idf, che ha riferito di aver condotto un'operazione congiunta con il servizio di intelligence Shin Bet nelle scuole Hassan Salame e Nasser di Gaza City, nel nord della Striscia, dove secondo le forze israeliane operavano miliziani palestinesi. Sempre secondo le Idf, Aziz avrebbe preso parte alla pianificazione dell'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Erdogan, «Manteniamo lo stop al commercio con Israele»
Il presidente turco Erdogan ha affermato che la Turchia continuerà a non esportare né importare beni verso e da Israele, come deciso nei primi giorni di maggio, fino a che non ci sarà una tregua nella Striscia di Gaza. «Per costringere il governo israeliano ad arrivare al cessate il fuoco e permettere l'invio di aiuti umanitari, rimaniamo fermi sulla nostra posizione», ha detto Erdogan, durante un discorso dopo una riunione di gabinetto trasmesso dalla tv di Stato Trt.
Il ministro degli Esteri incontra funzionari di Hamas a Teheran
Il ministro degli Esteri ad interim dell'Iran Ali Bagheri Kani ha incontrato alcuni funzionari del movimento islamista palestinese Hamas a Teheran. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa iraniana «Mehr», secondo cui in questa occasione il capo della diplomazia ha ribadito la necessita' di una «risposta decisa e severa» contro Israele, dopo l'assassinio del capo dell'ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh.
Media, ministro Ungheria a Katz, «Iran ci ha detto che attacca»
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha avuto un colloquio telefonico con il collega israeliano Israel Katz, al quale ha detto di essere stato «informato dall'Iran che attaccherà Israele in risposta all'assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran». Lo riferiscono fonti israeliane citate dal sito Walla.
Teheran contro il Consiglio di sicurezza Onu
Teheran contro l'Onu. Dopo l'incontro avuto con gli ambasciatori stranieri, il ministro degli Esteri ad interim iraniano Ali Bagheri Kani ha denunciato il fallimento del Consiglio di sicurezza e dell'Ue nel rispondere ai «crimini del regime sionista». Citato dall'Irna, ha sottolineato come questo sia «uno dei fattori più importanti alla base dell'instabilità nella regione». Il capo della diplomazia di Teheran ha poi riferito su X di aver avuto colloqui telefonici con i colleghi di Ungheria e Slovenia.
Report Onu, staff Unrwa potrebbe essere stato coinvolto il 7 ottobre
Nove dipendenti dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa «potrebbero essere stati coinvolti» negli attacchi del 7 ottobre contro Israele sferrati da Hamas. Lo fanno sapere le Nazioni Unite. «Abbiamo informazioni sufficienti per le misure che stiamo prendendo, ovvero, il licenziamento di queste nove persone», ha detto il portavoce Farhan Haq.
Spagna: giudice nega il blocco di un carico militare per Israele
Un giudice spagnolo ha respinto la richiesta del partito politico Podemos di impedire il transito in acque territoriali iberiche a una nave-cisterna che starebbe trasportando combustibile per aerei militari israeliani: lo si apprende da un comunicato. La settimana scorsa, la formazione di sinistra aveva sporto una denuncia contro le autorità spagnole, accusandole di collaborazionismo rispetto alle azioni belliche di Israele. Il magistrato interpellato ha archiviato la richiesta ritenendo che la gestione del caso non possa essere considerata come un atto di «complicità o cooperazione in crimini di genocidio o lesa umanità nella modalità della commissione per omissione», come suggerito dai denuncianti. Da tempo il governo spagnolo ha stabilito di consentire lo scalo in territorio nazionale a navi con carichi di materiale bellico diretti in Israele.
Israele demolisce tre case in Cisgiordania
Le autorità israeliane hanno demolito oggi tre case palestinesi in Cisgiordania, citando violazioni edilizie, secondo fonti palestinesi. Le forze israeliane hanno distrutto due case nel villaggio di Jalameh, a nord-est di Jenin. Un'altra casa è stata demolita a Beit Jala, a ovest di Betlemme.
Royal Jordanian opererà tre voli per rimpatriare cittadini dal Libano
La compagnia aerea della Giordania Royal Jordanian Airlines opererà tre voli lunedì, martedì e mercoledì per trasportare i passeggeri giordani che desiderano fare ritorno da Beirut ad Amman. Lo ha annunciato la compagnia in un comunicato stampa. La notizia è arrivata in seguito alle direttive del ministero degli Affari esteri e degli Espatriati del Regno che chiedeva ai giordani residenti o presenti in Libano di lasciare il Paese il prima possibile, alla luce degli sviluppi in corso nella regione.
Tajani parla con il ministro degli Esteri iracheno
«Proseguono sforzi del governo per evitare escalation in Medioriente. Ho appena parlato con il ministro degli Esteri iracheno Fuad Hussein. La stabilità dell'Iraq è cruciale per la sicurezza dell'area: lavoriamo insieme a Baghdad per il cessate il fuoco a Gaza e per arrivare alla pace nella regione mediorientale». Lo riferisce il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X.
Idf, sette riservisti feriti in esplosione a Gaza
L'esercito israeliano ha comunicato che sette riservisti dell'Idf sono rimasti feriti, quattro dei quali gravemente, durante gli scontri avvenuti questa mattina nella Striscia di Gaza meridionale. Sono stati trasportati in un ospedale in Israele per le cure necessarie. Secondo una prima indagine, i soldati sarebbero rimasti feriti a causa di un ordigno esplosivo o di una granata lanciati contro di loro da un agente di Hamas.
Raid di Israele in Libano, un morto e un ferito
Un attacco attribuito alle Forze di difesa di Israele (Idf) ha preso di mira una motocicletta nella zona tra Jebchit e Aba, nel distretto di Nabatiyeh, nel Libano meridionale. Lo ha riferito l'agenzia di stampa libanese Nna. Secondo il ministero della Sanità libanese il raid ha ucciso una persona e ne ha ferita un'altra. Il media saudita Al Hadath ha riferito che la persona uccisa nell'attacco sarebbe un membro del partito sciita filo-iraniano Hezbollah.
Israele restituisce 84 corpi, alcuni irriconoscibili
Le autorità israeliane hanno consegnato oggi i corpi di 84 palestinesi estratti dalle forze israeliane dai cimiteri dalla Striscia di Gaza, alcuni dei quali in avanzato stato di decomposizione, fatti a pezzi e irriconoscibili. Le autorità israeliane hanno effettuato la consegna tramite il Comitato internazionale della Croce Rossa. Si tratta della terza consegna di corpi effettuata da Israele dall'inizio della guerra, il 7 ottobre. Il Movimento di resistenza islamica (Hamas) ha denunciato il «completo stato di decomposizione» dei corpi, che rende impossibile l'identificazione. Hamas chiede quindi alla comunità internazionale di prendere posizione e di denunciare queste azioni israeliane.
Ankara, «Mercoledì presenteremo un dossier alla Corte Onu»
«Mercoledì presenteremo alla Corte internazionale di giustizia il nostro dossier preparato per intervenire nel caso di genocidio contro Israele insieme al Sudafrica»: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, nel corso della conferenza stampa tenuta al Cairo con l'omologo egiziano, Badr Abdellaty. La Turchia aveva annunciato lo scorso maggio la propria intenzione di unirsi al caso presentato dal Sudafrica alla Corte Onu per presunta violazione da parte di Israele della Convenzione sul genocidio nel conflitto in corso.
Israele non invitata alla commemorazione a Nagasaki
Israele, fuori dalle commemorazioni a Nagasaki, protesta e accusa: «si sono inventati le scuse sulla sicurezza per non invitarci». Nagasaki, contrariamente a quanto invece fatto da Hiroshima, ha deciso di non invitare una delegazione israeliana, mettendo Israele sullo stesso piano di Russia e Bielorussia, non presenti a nessuna delle due ricorrenze. Il sindaco Shiro Suzuki ha dichiarato che il mancato invito è dovuto a problemi di sicurezza e non a questioni di natura politica, definendo «difficile» questa scelta, dovuta «al nostro desiderio di tenere la cerimonia per commemorare le vittime dei bombardamenti atomici in un'atmosfera pacifica e solenne, e di garantire che la cerimonia si svolga senza rischi».
Swiss proroga la sospensione dei voli per Israele fino al 12 agosto
La compagnia aerea Swiss ha annunciato lunedì che manterrà la sospensione temporanea di tutti i suoi voli da e per Israele almeno fino al 12 agosto. La data iniziale per la fine di questa misura era stata fissata all'8 di questo mese. La decisione è dovuta alle preoccupazioni per un'escalation del conflitto in Medio Oriente dopo le minacce provenienti dall'Iran in seguito ad un attentato attribuito a Israele a Teheran in cui è rimasto ucciso il leader del gruppo islamista Hamas, Ismail Haniyeh.
Times of Israel, «Negoziati con Hamas sospesi»
I negoziati tra Israele e Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi sono di fatto sospesi e non riprenderanno fino a quando l'Iran non avrà lanciato la sua promessa ritorsione contro Israele per il presunto assassinio del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, e fino a dopo che il gruppo non avrà scelto un sostituto per il capo del politburo. Lo hanno riferito al Times of Israel due responsabili a conoscenza del dossier. I mediatori del Qatar, dell'Egitto e degli Stati Uniti riprenderanno quindi gli sforzi per negoziare un accordo, ma ritengono che sarà molto più difficile dopo l'assassinio di Haniyeh, sempre secondo le due fonti, che aggiungono che Hamas non ha mostrato alcun interesse a riprendere i colloqui prima che venga deciso un sostituto. Una squadra negoziale israeliana era al Cairo durante il fine settimana, ma principalmente per colloqui bilaterali con l'Egitto sullo spiegamento dell'Idf nel corridoio di Filadelfia e al valico di Rafah, hanno riferito i due responsabili.
Mercoledì riunione straordinaria Oci a Gedda su richiesta Iran
L'Organizzazione della cooperazione islamica (Oci) terrà mercoledì a Gedda una sessione straordinaria a livello di ministri degli Esteri «per discutere dei crimini continuati dell'occupazione israeliana contro il popolo palestinese, compreso l'assassinio di Ismail Haniyeh e la sua aggressione contro la sovranità dell'Iran». Lo annuncia la stessa Oci in una nota, accogliendo una richiesta arrivata da Teheran. Secondo alcuni osservatori, è possibile che l'Iran aspetti l'esito di quella riunione per lanciare la rappresaglia annunciata contro Israele, anche se gli americani ritengono probabile l'attacco nelle prossime ore, come dimostrerebbe l'incontro annunciato per le 20.15 del team della sicurezza nazionale alla Casa Bianca con Joe Biden. A Teheran saranno a quel punto le 22, ora in cui sarà chiaro se l'Iran è pronto a lanciare l'attacco.
Ministro degli Esteri turco: «Netanyahu non vuole la pace»
Le decisioni del premier israeliano Benjamin Netanyahu mirano a infiammare tutto il Medio Oriente. Questo il messaggio lanciato dal ministro degli Esteri turco Hakan Fidan dalla capitale egiziana il Cairo, dove ha parlato in conferenza stampa con l'omologo egiziano Badr Abdullaty. «Abbiamo parlato dei rischi che incombono su tutta la regione e delle azioni da intraprendere per fermare il conflitto. Seguiamo con attenzione gli sviluppi del negoziato condotto dai nostri fratelli di Egitto e Qatar e siamo pronti a offrire tutto il nostro sostegno. Nonostante la disponibilità dei palestinesi è sempre Israele a far saltare il banco. Con un omicidio vile avvenuto a Teheran sono stati mandati a monte tutti gli sforzi compiuti. Netanyahu non vuole la pace, anzi vuole gettare alle fiamme l'intera regione», ha detto Fidan.
L'Oms invia 32 tonnellate di forniture mediche a Beirut
Il Libano ha ricevuto oggi dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) forniture mediche di emergenza per equipaggiare i suoi ospedali per far fronte al possibile arrivo di feriti di guerra. «L'obiettivo è far arrivare queste forniture e medicine a vari ospedali e al settore sanitario in Libano, soprattutto nei luoghi più esposti (alle ostilità) in modo che possiamo essere pronti ad affrontare qualsiasi emergenza», ha detto il ministro della salute Firass Abiad, citato dal quotidiano internazionale arabo Asharq al Awsat online. Le forniture consegnate dall'Oms al ministro sulla pista di atterraggio dell'aeroporto di Beirut, ammontano ad un totale di 32 tonnellate e comprendono tra l'altro almeno 1.000 kit traumatologici per curare possibili feriti di guerra.
Mosca e Riad per il cessate il fuoco immediato israelo-palestinese
L'inviato speciale russo per il Medio Oriente Mikhail Bogdanov e l'ambasciatore dell'Arabia Saudita a Mosca, Abdel Rahman bin Suleiman Al-Ahmad, hanno lanciato un appello a un «cessate il fuoco immediato nel conflitto israelo-palestinese» al fine di favorire una «de-escalation della situazione militare e politica estremamente tesa in Medio Oriente». Lo riferisce il ministero degli Esteri russo, citato dalla Tass, al termine di un incontro tra i due tenuto oggi a Mosca.
Biden convoca il team per la Sicurezza nazionale
Il presidente Joe Biden ha convocato nella Situation Room della Casa Bianca una riunione del team per la Sicurezza nazionale per discutere degli sviluppi in Medio Oriente. Lo riferisce la Casa Bianca. L'incontro avverrà alle 14.15 (le 20.15 in Italia). In precedenza, alle 11 (le 17 in Italia), Biden avrà un colloquio telefonico con il re Abdullah di Giordania. Domenica, il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi è volato a Teheran per colloquio con le controparti iraniane.
La Cina allerta i connazionali in Libano
«Grave e complessa» la situazione della sicurezza in Libano secondo l'ambasciata cinese a Beirut. Con queste parole la rappresentanza diplomatica del gigante asiatico allerta i cittadini della Repubblica Popolare nel Paese dei Cedri, mentre altri Paesi hanno già sollecitato i connazionali a lasciare il Libano. I cinesi vengono invitati alla «massima attenzione agli sviluppi» e alla «cautela» in caso di viaggi, mentre a cittadini e istituzioni cinesi nel Paese si ricorda di «mantenere un livello elevato di vigilanza» e a «rafforzare le precauzioni di sicurezza».
L'aeroporto di Beirut nel caos
L'aeroporto internazionale di Beirut è precipitato nel caos oggi, dopo che diverse compagnie aeree internazionali hanno temporaneamente sospeso i loro voli per il Libano, a causa delle preoccupazioni per un'escalation militare nel Paese del Medio Oriente. Molti passeggeri aspettano il loro volo già dalle prime ore del mattino. Fonti dell'aeroporto hanno riferito alla Dpa che le code sono enormi e che in alcuni casi i ritardi hanno portato al panico dei passeggeri.
L'Iran nega le notizie sugli avvisi relativi al cambio rotta degli aerei
La compagnia degli Aeroporti dell'Iran ha respinto alcuni rapporti apparsi sui media israeliana secondo cui Teheran avrebbe emesso in mattinata un avviso (Notam) per gli operatori di volo che chiedeva ai piloti degli aerei diretti verso le zone del centro, dell'ovest o del nord ovest del Paese, o che si trovano in quelle zone, di cambiare rotta. «Non è stato emesso alcun Notam riguardo a restrizioni o raccomandazioni per cambiare rotta dei voli», ha affermato il rappresentante per le pubbliche relazioni della compagnia degli Aeroporti dell'Iran, Reza Kargar, riferisce il portale dei dissidenti iraniani con sede all'estero Iran International.
Infiltrazioni Hezbollah, spie e il mistero sulla morte di Haniyeh: i tanti fronti della crisi in Medio Oriente
(Guido Olimpio) Mosse militari, intelligence, guerra psicologica. Sono alcuni dei fronti lungo i quali si sviluppa la crisi mediorientale.
Infiltrazioni, una minaccia antica e una nuova
L'Idf ha sempre temuto un’infiltrazione degli Hezbollah dal confine libanese, una manovra per occupare un kibbutz e tenerlo più possibile. L’unità Radwan, una delle migliori del movimento sciita, si addestra da anni portare a termine questo tipo di missione.
Nelle ultime ore, lo Stato Maggiore ha innalzato il livello d’allarme per possibili azioni analoghe a partire anche dalla Cisgiordania, a condurle nuclei palestinesi. Un pericolo al quale se ne aggiunge un secondo. Lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno, ha intensificato la sorveglianza degli ambienti criminali attivi nella comunità arabo-israeliana. C’è il timore che alcuni possano collaborare, come in passato, con l’Hezbollah e l’Iran. La “mala”, pur impegnata in una faida interna costata solo quest’anno oltre 115 vite, è bene armata, ramificata nel paese, in grado di muovere elementi. (...)
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Iran: «Infondate notizie su visita di delegazione Usa»
Teheran ha respinto la notizia apparsa su un quotidiano del Kuwait secondo cui una delegazione dagli Usa avrebbe visitato segretamente il Paese e tenuto incontri con funzionari iraniani riguardo alle recenti tensioni con Israele. «Questa notizia non è nemmeno degna di essere respinta ed è priva di fondamento», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riporta Mehr, facendo riferimento a un articolo pubblicato dal quotidiano del Kuwait Al Jarida, secondo cui una delegazione dagli Usa sarebbe arrivata in Iran dalla Turchia giovedì scorso, dove avrebbe avuto un colloquio di due ore con funzionari iraniani per cercare di dissuaderli dall'attaccare Israele.
Crosetto dopo colloquio con Gallant, «Italia contro escalation»
«Importante e lungo colloquio telefonico con collega Israele Yoav Gallant. Ci siamo scambiati informazioni e impressioni sulla situazione e sulla sua possibile evoluzione. L'Italia continua a lavorare per favorire il dialogo, stemperare la tensione ed evitare una gravissima e pericolosa escalation». Lo scrive sul profilo «X» del ministero il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Idf, «Piani offensivi pronti»
Il capo del Comando settentrionale israeliano, generale Ori Gordin, ha incontrato gli amministratori locali nel nord di Israele spiegando che i «piani offensivi per il futuro dell'esercito sono pronti», in vista di un attacco da parte dell'Iran e del suo rappresentante in Libano, Hezbollah. «Siamo preparati a questo in tutti i ranghi, da me fino all'ultimo soldato», ha detto. Lo riferisce l'Idf, aggiungendo che l'esercito è «determinato a cambiare la situazione al nord del Paese e a riportare a casa i residenti» sfollati dopo il 7 ottobre per gli attacchi di Hezbollah.
Repubblica Ceca, aumentati drasticamente episodi antisemitismo
Gli episodi di antisemitismo nella Repubblica Ceca sono aumentati drasticamente l'anno scorso, con un picco che si è manifestato nell'ultimo trimestre del 2023, dopo gli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre, ha dichiarato la comunità ebraica del Paese. Nel suo rapporto annuale, la Federazione delle comunità ebraiche ha riferito di aver registrato 4.328 episodi di antisemitismo nel 2023, con un aumento del 90% rispetto ai 2.277 dell'anno precedente. Secondo il rapporto, 1.800 incidenti, pari al 41,59% del totale, si sono verificati negli ultimi tre mesi dell'anno.
Erdogan, «Netanyahu è Hitler dei giorni nostri»
«Una macchia indelebile nella storia». Così il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha bollato gli applausi che il congresso americano ha riservato una settimana fa al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha definito «Hitler dei nostri giorni. Quegli applausi sono la prova della complicità americana al massacro in corso a Gaza. La storia non dimentica e la standing ovation riservata a questo personaggio è una macchia indelebile e incancellabile», ha detto Erdogan.
Ministro Esteri Iran denuncia silenzio Europa su morte Hanieyh
Nel colloquio avuto ieri sera con l'omologo sloveno Tanja Fajon, il ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, ha denunciato il silenzio dei paesi europei sull'uccisione del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran, e l'assenza di una dichiarazione di condanna dell'Onu. Lo riportano oggi i media iraniani, ricordando che la Slovenia è membro non permanente del Consiglio di sicurezza Onu. «La Repubblica islamica è sorpresa dal silenzio dell'Europa così come dall'assenza di una dichiarazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui si condannano gli atti di aggressione del regime sionista contro Iran, Libano e Yemen — ha detto il ministro — la Repubblica islamica dell'Iran eserciterà senza dubbio il suo legittimo diritto a difendere la propria sicurezza, sovranità e integrità territoriale con l'obiettivo di creare deterrenza contro le azioni aggressive del regime sionista e di garantire sicurezza e stabilità nell'Asia occidentale».
Erdogan, «Gaza ha tolto la maschera all'ipocrisia dell'Occidente»
La guerra a Gaza ha fatto cadere la maschera e mostrato il vero volto ipocrita dell'Occidente: è il nuovo, duro attacco del presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei confronti dei Paesi occidentali, che considera colpevoli di complicità nel massacro in corso nella Striscia e di ipocrisia nella difesa dei diritti umani. «Questa crisi ha fatto calare la maschera di chi per 10 anni si è venduto come esempio nella difesa dei diritti umani. Ora è chiaro a tutti quando siano marci e ipocriti», ha detto Erdogan. «Sono passati 10 mesi dall'inizio della guerra e sono morte 40 mila persone, tra cui 16 mila bambini. Come si fa a rimanere in silenzio dinanzi alle immagini di bambini morti e donne in fuga per salvarsi?», si è chiesto.
Gallant: «Ci prepariamo a tutto, anche all'offensiva»
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha visitato il centro di comando sotterraneo dell'aeronautica militare presso il quartier generale dell'esercito a Tel Aviv. «I nostri nemici stanno valutando attentamente i loro passi grazie alle capacità che avete dimostrato nell'ultimo anno. Tuttavia, dobbiamo prepararci a tutte le possibilità, inclusa una rapida transizione all'offensiva», ha detto il ministro, come riferisce il suo ufficio. Gallant ha preso visione dei preparativi dell'Aeronautica «alla luce degli sviluppi in materia di sicurezza» e «delle possibilità di azioni offensive in tutti i settori di combattimento».
Lapid: «Cinque giorni seduti ad aspettare di essere bombardati»
Il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid ha criticato il governo per la gestione della minaccia iraniana, sostenendo che «non c'è deterrenza e non c'è un governo». «Vorrei chiedere al governo israeliano: Quello che stiamo vedendo negli ultimi giorni è il nuovo standard?», ha domandato Lapid durante la riunione settimanale del suo partito. «È accettabile per voi che per cinque giorni un intero Paese sia rimasto seduto ad aspettare di essere bombardato?», ha detto.
Erdogan sul blocco a Instagram in Turchia: «Se ci ascolterà lo rimuoveremo»
«Se le giuste richieste della Turchia saranno soddisfatte il problema sarà risolto». Lo ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, parlando del blocco imposto da Ankara su Instagram quattro giorni fa, senza nominare esplicitamente il social network. Durante un discorso in una conferenza del suo partito Akp ad Ankara, trasmesso dalla tv di Stato Trt, Erdogan ha genericamente contestato i social media, parlando di «fascismo digitale» e affermando che «le compagnie dei media digitali agiscono come la mafia». Il leader turco ha detto che «queste piattaforme ogni giorno insultano i valori del nostro Paese», «non usano la loro presenza per promuovere libertà e diritti umani ma per fare ingegneria sociale» mentre «reti criminali fanno la propaganda che vogliono su queste piattaforme, diffondendo bugie». È in corso intanto un nuovo incontro tra funzionari del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture di Ankara e rappresentanti di Instagram per cercare di risolvere la questione del blocco imposto al social network, annunciato venerdì dall'Autorità turca per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (Btk), senza dare spiegazioni. La scorsa settimana, il direttore delle comunicazioni della presidenza turca, Fahrettin Altun, aveva criticato duramente il social network, affermando che la piattaforma «impedisce alle persone di pubblicare messaggi di cordoglio per il martirio di (leader di Hamas Ismail) Haniyeh», denunciando una forma di censura.
Iran, «Terribile incendio in cisterne di carburante al confine con l'Afghanistan»
Un «terribile» incendio viene segnalato al confine tra Iran e Afghanistan. Secondo i media iraniani, è divampato «nella zona economica speciale di Dogharoun, in serbatoi di carburante» sul lato iraniano della frontiera.
Lufthansa continua con la sospensione dei voli fino al 7 agosto
I voli Lufhtansa eviteranno di attraversare lo spazio aereo iraniano e iracheno fino a tutto il 7 agosto a causa del forte aumento della tensione in Medio Oriente. Lo ha deciso il gruppo aereo tedesco, così come fatto nei giorni scorsi da altre compagnie, alla luce delle proprie analisi sulla sicurezza. Inoltre verranno sospesi i voli verso Amman fino al 7 agosto mentre verrà prolungata fino al 12 agosto la sospensione relativa ai collegamenti verso Tel Aviv.
Il ministro degli Esteri iraniano incontra gli ambasciatori a Teheran
A Teheran c'è stato un incontro tra il ministro degli Esteri, Ali Bagheri Kani, e gli ambasciatori e i rappresentanti dei Paesi stranieri nella capitale iraniana. Lo riferisce l'agenzia iraniana Tasnim.
Albares al ministro degli Esteri delle Giordania, «Fare di tutto per evitare altre morti»
Colloquio tra i ministri degli Esteri di Spagna e Giordania. Ha scritto su X il capo della diplomazia spagnola José Manuel Albares: «Ho parlato con l'omologo Ayman Safadi sul rischio di escalation in Medio Oriente. È necessario un accordo per un cessate il fuoco che fermi questa spirale e vanno evitate altre morti». Ieri Safadi era a Teheran dopo due colloqui telefonici in 48 ore con il ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani. Una missione considerata «inusuale» dagli osservatori, alla luce dei difficili rapporti tra il regno hashemita e la Repubblica Islamica.
Gallant a Crosetto: «Grazie per la solidarietà»
Colloquio tra il ministro della Difesa israeliano e il collega italiano, mentre si attende il possibile attacco iraniano contro Israele. Ne dà notizia su X Yoav Gallant, che scrive: «Ho parlato con il mio amico ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, aggiornandolo sugli sviluppi della sicurezza e sulle minacce poste dall'Iran e dai suoi proxies. Abbiamo discusso della preparazione e della cooperazione dell'Idf con i nostri alleati. Grazie Ministro, per la sua solidarietà, leadership e posizione ferma riguardo alla questione iraniana», scrive ancora Gallant, secondo cui «si è discusso anche dell'immediata importanza di raggiungere un accordo per la restituzione degli ostaggi». «Invitiamo i nostri partner a stare dalla parte di Israele in questo momento», esorta infine il ministro.
Smotrich: «Potrebbe essere giustificato affamare i civili a Gaza»
Secondo il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, bloccare gli aiuti umanitari per la Striscia di Gaza potrebbe essere «giustificato e morale» per ottenere il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, anche se questo potrebbe far morire di fame due milioni di persone. «Stiamo portando aiuti perché non c'è scelta — ha detto l'esponente dell'estrema destra israeliana nel corso di una conferenza tenuta oggi nella città di Yad Binyamin e riportata dai media israeliani — nessuno ci permetterebbe di lasciar morire di fame due milioni di civili, anche se potrebbe essere giustificato e morale farlo, fino a quando non riavremo i nostri ostaggi».
Autorita' palestinese eroga sussidi a lavoratori Gaza trasferiti in Cisgiordania
Il ministero del Lavoro dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) ha annunciato l'erogazione di sussidi in denaro a 3.576 lavoratori della Striscia di Gaza rimasti bloccati in Israele il 7 ottobre e attualmente residenti in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Maan. L'importo ammonta a 140 dinari giordani (circa 197 dollari). Il ministero precisa che si tratta del sesto sussidio mensile erogato dall'Anp ai lavoratori di Gaza dal 7 ottobre. I fondi sono forniti dall'Arab Fund for Economic and Social Development, un istituto finanziario per lo sviluppo panarabo con sede in Kuwait. Circa 10 mila lavoratori di Gaza rimasti bloccati in Israele il 7 ottobre sono stati successivamente fatti ritornare nella Striscia all'inizio di novembre. Prima dell'attacco del movimento islamista palestinese Hamas in Israele del 7 ottobre, circa 17 mila palestinesi della Striscia di Gaza avevano il permesso di entrare legalmente in Israele per lavoro.
Libano, colpiti obiettivi di Hezbollah nella notte
L'aeronautica militare israeliana ha preso di mira nella notte un deposito di munizioni e una serie di infrastrutture del movimento sciita filo-iraniano Hezbollah nell'area di Kfar Kila, nel sud del Libano. Lo hanno reso noto su X le Forze di difesa di Israele (Idf), aggiungendo che sono state colpite con l'artiglieria anche le zone di Sheba e Rachaya Al Foukhar, sempre nel Libano meridionale. Successivamente, è stato «intercettato un bersaglio aereo sospetto transitato dal territorio libanese» e «un drone è caduto nell'area di Malkia», nel nord di Israele, senza causare vittime.
Onu, «azioni urgenti» per evitare conflitto più ampio
L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani chiede «azioni urgenti» per evitare un conflitto «più ampio» in Medio Oriente. «Sono profondamente preoccupato per il crescente rischio di un conflitto più ampio in Medio Oriente ed esorto tutte le parti, nonché gli Stati con influenza, ad agire con urgenza per smorzare la situazione», ha dichiarato Volker Turk in un comunicato, mentre sono crescenti i timori di un'escalation militare tra l'Iran e i suoi alleati da un lato e Israele dall'altro.
Cnn: «Hamas ancora operativo a Gaza, distrutti solo tre battaglioni su 24»
Un'inchiesta della Cnn, del Critical Threats Project dell'American Enterprise Institute e dell'Institute for the Study of War sembra contraddire le affermazioni di Israele secondo cui avrebbe inferto un duro colpo alle capacità di combattimento di Hamas, sostenendo che in realtà molti dei suoi battaglioni sono ancora operativi e si stanno rigenerando. Secondo quanto riportato dall'emittente statunitense, solo tre dei 24 battaglioni di Hamas sono stati distrutti, otto sono ancora efficaci in combattimento e i restanti sono stati soltanto indeboliti. I battaglioni più integri si troverebbero nella zona centrale di Gaza, dove la Cnn riferisce — citando fonti militari israeliane anonime e i risultati delle proprie indagini — che l'Idf ha evitato di intraprendere azioni su larga scala perché si ritiene che i combattenti di Hamas tengano prigionieri molti dei restanti 111 ostaggi rapiti il 7 ottobre.
L'esercito israeliano: «Uccisi due miliziani Hezbollah e abbattuti due droni»
L'esercito israeliano ha ucciso due membri di una cellula del movimento sciita libanese Hezbollah in un bombardamento avvenuto questa mattina a Mays al Jabal, nel Libano meridionale. Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf) su X, secondo cui i due miliziani si chiamavano Ali Shuqair e Muhammad Hammadi. Nelle scorse ore, la difesa aerea israeliana ha abbattuto due droni sospetti lanciati dal Libano verso Metula e Nahariya, nel nord di Israele.
Shoigu (Russia) a Teheran: incontrerà il segretario del Consiglio di sicurezza iraniano e il presidente
Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergej Shoigu è arrivato oggi per un viaggio di lavoro programmato in Iran. A Teheran incontrerà il segretario del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell'Iran, Ali Akbar Ahmadian, e il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, Mohammad Bagheri. Shoigu sarà ricevuto dal presidente iraniano Masoud Pezeshkian. I colloqui si concentreranno su vari aspetti della cooperazione bilaterale e il suo rafforzamento, dalla sfera della sicurezza ai progetti commerciali ed economici, nonché su vari dossier della sicurezza globale e regionale, ha riferito il Consiglio di sicurezza russo in una nota.
L'Iran avvisa i piloti aerei di evitare il centro e l'ovest del Paese
L'Iran ha emesso un avviso ai piloti (Notam) affinché gli aerei diretti verso le zone del centro, dell'ovest o del nord ovest del Paese, o che si trovano in quelle zone, cambino rotta. Lo riporta il Jerusalem Post.
Colloquio tra Biden e re Abdullah di Giordania: alle 20.15 riunione del team di sicurezza
Il presidente Joe Biden avrà alle 17 ora italiana un colloquio telefonico con re Abdullah di Giordania, poi alle 20.15 riunirà nella Situation Room della Casa Bianca il suo team per la sicurezza nazionale - presente anche la vice presidente Kamala Harris - «per discutere degli sviluppi in Medio Oriente». E' quanto si legge nell'agenda di Biden. Ieri re Abdullah aveva avuto un colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron, mentre il ministro degli Esteri giordano Syman Safadi si era recato a Teheran - per la prima visita di un così alto esponente del regno hashemita in quasi 20 anni - per un incontro con il collega iraniano Ali Bagheri Kani in un tentativo di allentare la tensione nella regione. Secondo alcuni media, l'Iran avrebbe respinto tutti i tentativi di mediazione fatti dai Paesi arabi per scongiurare un attacco contro Israele.
«Cinque agenti di Hamas uccisi nell'attacco a Deir al Balah»
Cinque agenti di polizia di Hamas sono stati uccisi in un attacco israeliano a un veicolo a est del quartiere centrale di Deir al-Balah, a Gaza. Lo riferiscono fonti palestinesi citate dai media dello Stato ebraico. Secondo quanto riportato, i cinque poliziotti lavoravano alla protezione dei convogli di aiuti umanitari. La Mezzaluna Rossa ha affermato che i loro corpi sono stati trasferiti all'ospedale della città.
«Nessuno dovrebbe dubitare della seria determinazione dell'Iran»
«Nessuno dovrebbe dubitare della seria determinazione dell'Iran e del suo diritto legale di punire il regime usurpatore israeliano per la sua aggressione e il suo comportamento criminale e avventurista. Finora abbiamo preso le misure politiche e legali necessarie a questo proposito», ha aggiunto Kanani. «Il mondo deve sostenere seriamente e fermamente la punizione dell'aggressore», ha affermato il funzionario della Repubblica islamica, sottolineando che «l'Iran non può essere indifferente alla sua sicurezza nazionale così come alla sicurezza dei suoi alleati, dei suoi amici e della regione».
«Quindici razzi lanciati da Gaza contro Israele, un ferito»
Circa 15 razzi sono stati lanciati dal sud della Striscia di Gaza, in direzione di Israele. Lo rendono noto su X le forze israeliane (Idf). Diversi razzi sono stati intercettati. Una persona è rimasta lievemente ferita per l'impatto di un razzo nei pressi del Kibbutz di Re'im a, riferiscono fonti mediche citate dai media israeliani.
Idf: «Razzi dal Libano contro il nord di Israele, alcuni sono stati intercettati»
Una raffica di razzi è stata lanciata questa mattina dal Libano verso la comunità di Kiryat Shmona, nel nord di Israele. Lo riferiscono le forze israeliane di difesa (Idf),citate da The Times of Israel. Alcuni missili sono stati intercettati dalle difese aeree dello Stato ebraico. L'attacco non avrebbe provocato feriti.
Hamas: «39.623 morti e oltre 91 mila feriti»
Dall'inizio della guerra, a Gaza sono morti in 39.623 e 91.469 sono stati feriti. Lo ha dichiarato il ministero della Sanità nella Striscia, controllato da Hamas.
Israele: «L'attacco forse oggi, ma le previsioni sono impossibili»
Israele ha confermato l'informazione del segretario di Stato Usa Antony Blinken che ieri sera ha detto ai ministri degli Esteri del G7 che l'attacco iraniano potrebbe iniziare entro 24-48 ore, cioè forse già oggi, ma da Gerusalemme è stato sottolineato che non è possibile prevederlo con precisione. Lo riferisce Ynet. E lo stesso Blinken ha affermato che non è sicuro che l'attacco avverrà effettivamente nei prossimi giorni. «Nessuno può fare previsioni con certezza», è stato detto a Israele.
Gallant sente Austin: «Israele si difenderà dalle minacce iraniane»
Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha parlato nella notte con il suo omologo statunitense, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, in un clima di crescente tensione per il previsto attacco iraniano e di Hezbollah al Paese. Secondo una nota diffusa dal ministero della Difesa israeliano e riportata da Times of Israel, Gallant ha informato Austin sugli «sviluppi della sicurezza nella regione e sulla disponibilità dell'Idf a difendere Israele dalle potenziali minacce poste dall'Iran e dai suoi alleati». «Gallant ha discusso una serie di scenari e le corrispondenti capacità difensive e offensive», si legge nella nota. Il ministro ha inoltre «espresso il suo apprezzamento al segretario Austin per lo stretto coordinamento militare e strategico tra Israele e gli Stati Uniti» e «ha sottolineato l'importanza della leadership statunitense nella formazione di una coalizione di alleati e partner per difendere Israele e la regione dagli attacchi aerei».
Egitto: «Nessuna assistenza a Israele in caso di attacco»
L'Egitto non assisterà Israele nel respingere l'attacco iraniano: è questo il messaggio consegnato alla delegazione israeliana di alto livello che si è recata sabato al Cairo per colloqui indiretti con i negoziatori americani ed egiziani. A riferirlo è l'agenzia di stampa di proprietà del Qatar al-Araby al-Jadeed, precisando che l'Egitto non farà parte di una coalizione militare regionale per respingere un potenziale attacco di rappresaglia iraniano contro Israele. Nel tentativo di mantenere la propria neutralità e di stemperare le tensioni nella regione innescate dall'assassinio del capo di Hamas Ismail Haniyeh, l'Egitto ha anche notificato a Teheran che chiuderà il proprio spazio aereo a qualsiasi azione militare che possa minacciare la sicurezza della regione, scrive la stessa fonte di stampa del Qatar. I funzionari del Cairo hanno detto alle loro controparti iraniane che la misura non deve essere percepita come un comportamento ostile nei confronti dell'Iran, ma piuttosto come un modo per salvaguardare gli interessi e la sovranità dell'Egitto, aggiunge al-Araby al-Jadeed. Lo scorso aprile, un massiccio attacco di droni e missili iraniani è stato sventato da una coalizione che comprendeva Israele, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Qatar, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein.
Il capo dei pasdaran: «I sionisti si pentiranno di aver ucciso Haniyeh»
«I sionisti si pentiranno dell'assassinio del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran». Lo ha affermato il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami, sottolineando che «l'Iran sicuramente risponderà alla mossa (di Israele), la cui modalità è per tutti ambigua». Secondo il comandante dei pasdaran, «il regime sionista ha assassinato scienziati nucleari iraniani e recentemente, per cercare di assicurarsi la sua sopravvivenza, ha ucciso un leader rivoluzionario in un altro Paese ma queste azioni sono soltanto delle fosse che il regime si è scavato per se stesso e così facendo i sionisti gradualmente si seppelliranno in queste fosse». Secondo quanto riporta la tv di Stato, Salami ha aggiunto che «se i sionisti si troveranno di fronte a una risposta decisa, capiranno i loro errori di calcolo».
Smotrich: «Bloccare gli aiuti a Gaza è giustificato e morale»
Il ministro delle Finanze israeliano di ultradestra Bezalel Smotrich ha lasciato intendere che, secondo lui, bloccare gli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza è «giustificato e morale», anche se ciò causa la morte per fame di 2 milioni di civili, aggiungendo tuttavia che la comunità internazionale non permetterà che ciò accada. «Stiamo portando aiuti perché non c'è scelta», ha detto Smotrich a una conferenza. «Non possiamo, nell'attuale realtà globale, gestire una guerra. Nessuno ci lascerà causare la morte di fame di due milioni di civili, anche se potrebbe essere giustificato e morale finché i nostri ostaggi non saranno restituiti. Umanitario in cambio di umanitario è moralmente giustificato, ma cosa possiamo fare? Viviamo oggi in una certa realtà, abbiamo bisogno di legittimità internazionale per questa guerra», ha detto.
Iran: «Puniremo Israele ma non vogliamo l'escalation»
L'Iran ha ribadito che intraprenderà un'azione per «punire» Israele a causa dell'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran ma «non cerca di aumentare le tensioni nella regione». Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani, come riporta Mehr. «L'Iran, basandosi sul suo diritto intrinseco fondato sui principi del diritto internazionale di punire l'aggressore, intraprenderà un'azione seria e deterrente con forza, determinazione e fermezza», ha detto il funzionario, aggiungendo che «l'Iran non cerca di aumentare le tensioni nella regione».
Israele annuncia: «Ucciso il ministro dell'Economia di Hamas»
L'Idf ha annunciato che ieri aerei dell'aeronautica militare hanno ucciso Abdel-Zarii, ministro dell'Economia di Hamas, con un ruolo significativo nella gestione del controllo dell'arrivo di beni umanitari nella Striscia e nella gestione dei mercati controllati dalla milizia islamica. Inoltre, era responsabile della distribuzione di carburante, gas e fondi per le operazioni terroristiche. Secondo l'Idf, «il quartier generale della produzione di armi a Gaza sta lavorando per rafforzare le capacità degli armamenti, tra l'altro attraverso lo scambio di conoscenze con altre organizzazioni terroristiche in tutto il Medio Oriente».
I pasdaran: «Israele si accorgerà di aver commesso degli errori»
«Quando riceveranno un colpo si accorgeranno di aver commesso degli errori. Commettono errori in continuazione». Lo ha detto ai giornalisti il capo del Corpo delle guardie della rivoluzione islamica (i pasdaran), Hossein Salami, riferendosi a Israele. «Vedranno il risultato del loro errore. Vedranno quando, come e dove otterranno la loro risposta», ha minacciato ancora. Salami ha anche parlato del presunto programma di omicidi mirati che sarebbe stato ordito da Israele contro gli scienziati impegnati nel programma nucleare iraniano. «Israele è la culla del terrorismo ed è stato creato da uccisioni e omicidi», ha affermato, «pensano di poter uccidere gli scienziati nucleari di un altro paese e impedire il percorso di quel paese verso la tecnologia nucleare pacifica. Pensano che uccidendo il leader di un gruppo di resistenza in un altro Paese si concederanno più tempo per vivere. Si stanno solo scavando la fossa».
Il ministro degli Esteri turco in visita in Egitto al confine con Gaza
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha visitato ieri in Egitto la zona di confine con la Striscia di Gaza nei pressi di Rafah. «La chiusura del valico di frontiera da parte di Israele, prendere di mira i convogli di aiuti, l'uccisione degli operatori umanitari, il blocco dell'evacuazione di malati e civili e avere lasciato a marcire materiali di soccorso su migliaia di camion sono crimini contro l'umanità e costituiscono la prima fase del genocidio in atto dall'altra parte del confine», ha affermato Fidan su X dopo avere visitato la zona, lanciando appelli affinché siano messi in pratica «grandi sforzi» per assicurare che gli aiuti possano raggiungere Gaza e che la comunità internazionale non resti in silenzio di fronte all'«oppressione di Israele». Il capo della diplomazia di Ankara ha assicurato che il sostegno della Turchia al popolo palestinese continuerà e che se le «atrocità» continueranno tutti saranno ritenuti «complici».
Iran: «Rispondere a Israele è in linea con lo statuto dell'Onu»
L'Iran ha diritto di rispondere ad Israele, dopo l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, in base all'articolo 51 dello statuto dell'Onu e al diritto internazionale. Lo ha dichiarato il segretario dell'Alto consiglio per i diritti umani dell'Iran, Kazem Gharibabadi, come riferisce Mehr, aggiungendo che il tipo di risposta dipenderà dalle opinioni del governo e di altri funzionari della Repubblica islamica ma qualunque risposta sarà in linea con il diritto internazionale. «Ci auguriamo di vedere la liberazione della Palestina e la distruzione del regime sionista», ha detto Gharibabadi.
Netanyahu: «In caso di aggressione i nostri nemici pagheranno un prezzo elevato»
«Risponderemo e faremo pagare ai nostri nemici un prezzo elevato per qualsiasi atto di aggressione contro di noi, non importa da dove provenga». Lo ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu durante un discorso pronunciato ieri e pubblicato sul Times of Israel, aggiungendo che il Paese è «in una guerra su più fronti contro l'asse del male dell'Iran» e che Israele sta «colpendo con grande forza» le diverse milizie filo-iraniane nella regione. «Siamo preparati a qualsiasi scenario, sia offensivo che difensivo», ha affermato il il primo ministro israeliano, cosa condivisa anche dal ministro della Difesa, Yoav Gallant, che ha sottolineato la capacità dell'Esercito sia per la difesa terrestre, che aerea, che per attaccare.
Usa disposti a garantire la ripresa della guerra a Gaza dopo l'accordo
Secondo i media israeliani, gli Stati Uniti sono disposti a garantire a Israele di poter riprendere i combattimenti contro Hamas a Gaza dopo la prima fase dell'accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Yedioth Ahronoth e Haaretz riferiscono che Washington non ha ancora fornito una garanzia scritta, come chiesto dal premier Benyamin Netanyahu, ma ha accettato in linea di principio di fornirla se l'accordo si concretizzerà.
Una missione segreta di due ore in Iran: le offerte degli americani per fermare l’escalation
(di Francesco Battistini) Aeroporto di Payam, 30 km a nord di Teheran. Ci atterrano solo i cargo, niente voli di linea. Giovedì scorso, poche ore dopo l’uccisione d’Ismail Haniyeh, da un aereo privato sono scesi alcuni funzionari americani e dell’Oman. Il gruppetto s’è infilato in un hangar, dove l’aspettava una delegazione iraniana. Un incontro segreto, di due ore. Per far giungere all’Iran un messaggio chiaro del consigliere per la sicurezza della Casa Bianca, Jake Sullivan: 1) gli Usa non sapevano niente del piano per eliminare il leader di Hamas e il presidente Joe Biden è furioso; 2) gli ayatollah non cadano nella trappola d’un super-attacco, che rafforzerebbe solo il premier israeliano Bibi Netanyahu; 3) se Teheran non reagisse troppo duramente, Washington potrebbe togliere alcune sanzioni e tornare a un accordo sul nucleare, peraltro stracciato ai tempi di Trump; 4) ecco l’elenco dei dieci agenti del Mossad che hanno incastrato Haniyeh, aiutati da un gruppo di fuorusciti afghani. «E comunque — hanno concluso gli americani —, anche se non vogliamo una guerra con l’Iran, sapete la nostra posizione: difenderemo Israele».
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Drone dal Libano esplode in Galilea: nessun ferito
Un drone bomba lanciato dal Libano è caduto oggi nella zona della Galilea, nel nord di Israele, senza provocare vittime. È quanto si legge in un resoconto diffuso dall'Idf israeliana nel quale si afferma anche che sono stati colpiti obiettivi di Hezbollah durante la notte, oltre ad aver abbattuto un drone che attraversava il confine col Libano.
Iran: nostro diritto legittimo difendere sicurezza e sovranità
«L'Iran utilizzerà sicuramente il suo diritto legittimo e intrinseco per difendere la propria sicurezza, sovranità e integrità territoriale e, quindi, creare un deterrente contro le misure aggressive di Israele». È quanto ha affermato il ministro degli Esteri ad interim iraniano, Ali Bagheri, in una conversazione telefonica ieri con il ministro degli Esteri sloveno Tanja Fajon, in riferimento alla recente uccisione del comandante di Hezbollah Fuad Shukr a Beirut e del capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh a Teheran. «L'Iran è sorpreso dal silenzio degli europei e del Consiglio di sicurezza dell'Onu sull'aggressione israeliana alle aree civili dello Yemen, del Libano e di Teheran», ha detto Bagheri. Secondo l'agenzia Irna, Fajon da parte sua ha espresso la speranza che tutti i partiti esercitino moderazione per proteggere la stabilità regionale.
Idf: colpiti obiettivi di Hezbollah e abbattuto un bersaglio aereo
Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) affermano di aver colpito degli obiettivi di Hezbollah durante la notte e di aver abbattuto un bersaglio aereo in transito dal Libano. Lo riferisce il quotidiano The Times of Israel, pubblicando il filmato dell'attacco, precedentemente diffuso dall'esercito, che ha colpito un deposito di armi di Hezbollah e diversi altri obiettivi del gruppo terroristico nella zona di Kafr Kila, nel sud del Libano. Le forze di artiglieria hanno sparato anche verso le aree di Shebaa e Rachaya Al Foukhar, ha aggiunto l'Idf. Per quanto riguarda le sirene di allarme razzi che hanno suonato questa mattina nella Galilea occidentale, l'esercito afferma di aver lanciato un intercettore contro un obiettivo aereo sospetto non identificato che ha attraversato il Libano. L'incidente è «finito», ha dichiarato l'esercito senza approfondire, aggiungendo che l'allarme è stato lanciato per paura della caduta di schegge dall'intercettore. Inoltre, un drone esplosivo proveniente dal Libano è atterrato vicino alla città di Malkia, senza causare vittime.
In Israele scontri polizia-ultraortodossi per il reclutamento
In Israele è scontro tra agenti di polizia e gruppi di ebrei ultra-ortodossi, gli haredim, nei pressi dell'ufficio di reclutamento delle Forze armate israeliane (Idf), a Tel Hashomer. Lo riferiscono i media israeliani, documentando la protesta in corso di centinaia di ultra-ortodossi estremisti contro l'intenzione di arruolare membri della comunità. I disordini si stanno verificando mentre i primi arruolati si presentano agli uffici di reclutamento, convocati dall'Idf per far fronte all'emergenza di sicurezza nazionale, per il rischio di un attacco imminente da parte dell'Iran e di forze alleate. In teoria proprio oggi i primi 900 studenti di yeshiva, precedentemente esentati, dovrebbero presentarsi agli uffici di reclutamento, anche se gli alti leader spirituali Haredi hanno vietato ai loro discepoli di venire, con lo slogan «In prigione e non nell'esercito».
Ankara esorta i suoi connazionali a lasciare il Libano
La Turchia ha invitato i propri cittadini a non recarsi in Libano e quelli che già si trovano nel Paese ad andarsene, nel contesto delle tensioni tra Israele e l'Iran, in seguito all'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran. «A causa dei recenti sviluppi nella nostra regione, esiste la possibilità che la situazione della sicurezza in Libano si deteriori rapidamente», si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, che invita i turchi a «evitare di recarsi in Libano a meno che non sia essenziale» mentre «a coloro che non hanno bisogno di rimanere in Libano si consiglia di lasciare» il Paese.
L'Iran prepara l'attacco contro Israele: sarà una rappresaglia o una guerra totale?
(di Marta Serafini) L’ipotesi più probabile — e nel dirlo gli analisti politici e militari sono praticamente tutti concordi — è che Teheran risponderà all’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in Iran, con un attacco combinato costituito da missili di precisione, sciami di Uav e razzi contro Israele. Secondo Axios, che cita funzionari statunitensi e israeliani, l’attacco potrebbe avvenire già oggi.
Sabato il quotidiano iraniano pro-regime Kayhan, nel suo editoriale, avvertiva anche che, a differenza dell’attacco iraniano contro Israele di aprile, sventato al 99 per cento, questa volta il raid potrebbe prendere di mira aree interne a Israele, come Tel Aviv e Haifa, centri strategici e le abitazioni di funzionari israeliani. L’apparato di sicurezza israeliano è in stato di «massima allerta» e i membri della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti — tra cui la Gran Bretagna e gli Stati arabi alleati — sono pronti a entrare in azione.
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Israele aspetta la reazione iraniana: «Stavolta reagiremo subito»
(di Davide Frattini, corrispondente da Gerusalemme) Tre giorni senza elettricità, danni alla rete idrica, i telefonini sconnessi per 24 ore. È lo scenario minino che l’esercito delinea in un documento distribuito ai sindaci delle città nel Nord verso il confine con il Libano, le più esposte a un attacco di Hezbollah. L’intelligence calcola che l’organizzazione sciita sponsorizzata e armata dall’Iran bersaglierà prima le postazioni militari e le infrastrutture, ma potrebbe colpire anche i centri abitati a sud di Haifa, fino a Tel Aviv. Così lo stato maggiore ha approntato un piano di evacuazione per migliaia di persone negli hotel di Gerusalemme o in campi allestiti nel deserto del Negev.
Il Paese aspetta ormai da 6 giorni la risposta dell’«asse della resistenza», che per il premier Benjamin Netanyahu è «del male», alle operazioni che hanno ucciso Fuad Shukr, comandante in capo di Hezbollah, martedì a Beirut e il giorno dopo Ismail Haniyeh, il leader di Hamas, ospite degli ayatollah a Teheran. «Il regime islamico questa volta sta mantenendo il silenzio radio — scrive l’analista Amos Harel su Haaretz — e il nostro governo ha deciso di non spiegare ai cittadini che cosa aspettarsi».
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Khamenei è umiliato e spaventato: adesso l'Iran vuole ferire Israele (puntando alla sorpresa)
(di Greta Privitera) Secondo gli oppositori, per farsi un’idea di come sta l’ayatollah Ali Khamenei dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh e la sua guardia del corpo, bisogna analizzare attentamente il video del funerale del leader di Hamas, a Teheran. Mentre la folla del regime, raccolta davanti alle due bare avvolte nella bandiera palestinese, grida preghiere in arabo, il leader supremo aggrotta la fronte, guarda verso il cielo a destra e a sinistra, con un’espressione preoccupata. Sembra non sentirsi al sicuro, nonostante intorno ci siano i suoi — in teoria — fidatissimi Guardiani della rivoluzione, schierati per difendere l’anziano signore di 85 anni che ha in mano le sorti del Medio Oriente.
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Gaza, tre sorelle e il racconto della diaspora (con un granello di pace via Zoom)
(di Paolo Giorndano) Sullo schermo Haneen compare in vestiti sportivi, mentre Shereen e Fatima indossano abiti tradizionali. Non ho idea se sia per sensibilità diverse, o perché Haneen si trova in Portogallo e le sorelle in Egitto, o ancora se riguarda il loro occupare punti diversi sulla linea temporale della diaspora. Non glielo chiedo neppure. Chiedo invece a Haneen se dopo il 7 ottobre ha avuto contatti con le persone in Israele che nel 2019, quando aveva venticinque anni, l'aiutarono a uscire da Gaza e lei risponde di sì, ma d'un tratto è reticente. «Si sono distanziate, dice. E mi sono distanziata anch'io. Soprattutto dal giorno in cui mio cugino Khaled e la sua famiglia sono stati uccisi. Era dicembre. Stavo facendo la spesa al supermercato. La sera avrei partecipato a una cerimonia collettiva di guarigione dal trauma e mi ero offerta di cucinare per il gruppo. Mi trovavo davanti a uno scaffale quando ho ricevuto da mia sorella la notizia che Khaled e la sua famiglia, compresi i due bambini, erano stati uccisi da una bomba israeliana. C'era anche un video. Sono rimasta davanti allo scaffale a lungo, forse un'ora, senza reagire, finché una commessa mi ha chiesto se avevo bisogno di qualcosa e io ho risposto: il riso. Poi ho pagato e sono uscita. La sera ho deciso di partecipare lo stesso alla cerimonia, perché non sapevo cosa fare del mio corpo. In una visione, quella notte, Khaled è venuto a cercarmi».
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Biden riunisce oggi il Consiglio di sicurezza nazionale
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden convocherà oggi il Consiglio di sicurezza nazionale per discutere della situazione in Medio Oriente. Prima dell'incontro, il presidente dovrebbe parlare con il re di Giordania Abdallah II, riferisce l'agenzia Reuters.
Axios: per Blinken possibile attacco Iran a Israele già a oggi
Secondo quanto riportato dal sito di notizie Axios, diverse fonti hanno affermato che il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha riferito ai ministri degli Esteri dei Paesi del G7, ieri, che l'attacco dell'Iran a Israele potrebbe avvenire «nelle prossime 24-48 ore». Axios afferma che gli Stati Uniti «non conoscono l'esatto momento degli attacchi», ma che Blinken ha detto che potrebbero avvenire già oggi.
Idf: «Sirene d'allarme nel Nord di Israele»
Le sirene d'allarme stanno risuonando nel Nord di Israele: lo riporta l'esercito (Idf) su Telegram.
«Israele potrebbe valutare anche attacco deterrente a Iran»
Israele potrebbe considerare la possibilità di lanciare un attacco preventivo per scoraggiare l'Iran se venisse a conoscenza di prove inconfutabili che Teheran si sta preparando a sferrare un'offensiva. Lo riporta il Times of Israel. Il premier Benjamin Netanyahu ha convocato ieri sera i capi della sicurezza israeliana per una riunione, e all'incontro hanno partecipato il ministro della Difesa Yoav Gallant, il capo di Stato Maggiore dell'esercito Herzi Halevi, il capo del Mossad David Barnea e il capo dello Shin Bet Ronen Bar. Durante l'incontro con Netanyahu, è stata discussa l'opzione di colpire l'Iran come misura di deterrenza, secondo quanto riportato da media israeliani, anche se i funzionari della sicurezza hanno sottolineato che una tale mossa sarebbe autorizzata solo se Israele ricevesse informazioni precise che confermino che Teheran sta per lanciare un attacco.
«Due militari israeliani feriti da un attacco dal Libano»
Un soldato e un ufficiale dell'esercito israeliano sono stati lievemente feriti durante un attacco nel Nord di Israele, ad Ayelet HaShahar. Un certo numero di obiettivi aerei ha attraversato il territorio libanese e uno è caduto in quell'area, provocando il ferimento. A darne notizia il quotidiano Hararetz.
«Da Iran ed Hezbollah programmato attacco di più giorni»
Israele si sta preparando al lancio di un attacco con razzi e droni della durata di più giorni da parte dell'Iran e di Hezbollah. Lo ha riferito un funzionario israeliano all'emittente statunitense NBC News. «Cercheranno solo di logorarci», afferma il funzionario, aggiungendo che c'è «una forte pressione da parte degli Stati Uniti per raggiungere un cessate il fuoco» nella guerra tra Israele e Hamas. «Biden vuole che ciò avvenga durante il suo mandato», assicura il funzionario.
Wafa: almeno 30 civili uccisi a Gaza dai raid israeliani
Sono almeno 30 i civili uccisi, numerosi altri quelli feriti nei raid israeliani effettuati oggi su due scuole di Gaza City. Ad affermarlo è l'agenzia palestinese Wafa. Israele ha confermato due attacchi contro le sedi delle scuole Hasán Salama e Al Nasr, definendoli raid contro «postazioni di comando di Hamas'. «I due complessi sono stati utilizzati come rifugi per i terroristi di Hamas che al loro interno pianificavano l'organizzazione di operazioni terroristiche contro lo Stato di Israele», ha affermato il portavoce dell'esercito Avichay Adraee. Il portavoce del Servizio di difesa civile palestinese, Mahmoud Basal, ha assicurato invece che la maggior parte dei morti sono bambini e che Israele ha commesso «un vero e proprio massacro».
Usa: cessate il fuoco a Gaza sbloccherebbe possibilità pace
Il G7 convocato oggi ha «discusso di come un cessate il fuoco a Gaza sbloccherebbe la possibilità di una maggiore pace e stabilità nella regione, anche oltre la Linea Blu» tra Israele e Libano. Lo afferma una nota del dipartimento di Stato Usa dopo che il Segretario di Stato Antony Blinken ha parlato oggi con i ministri degli Esteri del G7 «per discutere dell'urgente necessità di una de-escalation in Medio Oriente». «Il Segretario e i ministri degli Esteri hanno discusso degli sforzi in corso per raggiungere un cessate il fuoco che garantisca il rilascio degli ostaggi e consenta l'ingresso di aiuti umanitari a Gaza. Hanno discusso di come un cessate il fuoco a Gaza sbloccherebbe la possibilità di una maggiore pace e stabilità nella regione, anche oltre la Linea Blu. Il Segretario e i Ministri degli Esteri hanno ribadito il loro impegno per la sicurezza di Israele e hanno sollecitato la massima moderazione da parte di tutte le parti per impedire che il conflitto si inasprisca».