Haniyeh, sulla morte del leader di Hamas ancora interrogativi e congetture

diGuido Olimpio

L'uccisione di Ismail Haniyeh continua a sollevare dubbi e teorie, ma ogni ipotesi rovescia nuove responsabilità ed evidenzia le debolezze del regime

Iranians gather for the funeral ceremony of Hamas leader Ismail Haniyeh and his bodyguard who were killed in an assassination blamed on Israel, Wednesday, at Enqelab-e-Eslami (Islamic Revolution) Sq. in Tehran, Iran, Thursday, Aug. 1, 2024. (AP Photo/Vahid Salemi)

La folla durante i funerali di oggi

Teheran non ha ancora diffuso una ricostruzione ufficiale sull’uccisione di Ismael Haniyeh e, attraverso la tv, ha invitato a considerare poco attendibili molte delle informazioni fatte circolare dai media. Un esponente di Hamas, a sua volta, ha affermato che i racconti di queste ore contrastano con quanto raccolto dalle prime indagini.

Il raid

Nelle ore successive all’omicidio mirato le autorità iraniane hanno accreditato, senza elaborare, l’azione dal cielo con il dirigente ucciso da un raid lanciato da distante. Un missile, un drone, un nuovo tipo di ordigno «guidato». La tesi è condivisa da alcuni osservatori occidentali. Se fosse vero dovremmo capire in che modo gli israeliani — che non hanno rivendicato — hanno superato lo scudo. L’aviazione ha i mezzi, si è addestrata sul campo con decine di incursioni in Siria, ha centrato bersagli nel cuore di città.

La bomba

Fonti multiple hanno «soffiato» a New York Times, CNN e Jerusalem Post che è stata impiegata una bomba contrabbandata almeno due mesi fa in Iran e nascosta nella palazzina dell’area di Sadabad, nella zona nord della capitale. Un piano complesso che concedeva poche alternative. 
Per riuscire: 
1. Haniyeh «doveva» andare a dormire proprio in quel complesso e nell’appartamento trappolato. Il compound non è una semplice casa ma una struttura con molti piani. 
2. L’ordigno «doveva» sfuggire a eventuali controlli dei pasdaran. Un tipo di attacco usato dal Mossad durante la campagna contro Settembre Nero dopo la strage di Monaco 1972 quando almeno due militanti sono stati assassinati in Grecia e a Roma (hotel Flora) con una bomba sotto il letto. Un terzo lo hanno eliminato a Parigi infilando dell’esplosivo al plastico nel telefono. Ma si è trattato di missioni concepite al momento, quando erano sicuri della presenza del target. Più simile alla vicenda di Haniyeh quanto avvenuto nell’impianto nucleare di Natanz dove i danni sarebbero stati provocati dall’ordigno nascosto negli arredamenti. Come ha ricordato qualcuno «nella gamba del tavolo». Un exploit di cui si è vantato l’ex capo del Mossad Cohen. Di nuovo: diversi osservatori indipendenti hanno mostrato scetticismo su questa teoria, affascinante e particolarmente imbarazzante per gli ayatollah.

L'anticarro

La grande «foresteria» dei guardiani si innalza in un’area aperta, davanti ad una collina. Una posizione che avrebbe permesso il tiro con un equipaggiamento antitank di ultima generazione da parte di agenti locali reclutati dal Mossad. È la tesi «minoritaria».

La sicurezza

Ognuna delle tre ipotesi rovescia responsabilità enormi sulla sicurezza del regime, debolezze emerse in passato ed oggi oggetto di critiche da parte degli ambienti conservatori. I pasdaran e l’intelligence sono accusati di non aver difeso i confini, l’ospite, siti importanti. C’è stata una falla nelle comunicazioni? I telefoni di Haniyeh e della sua scorta sono stati intercettati? Sono state proiettate ombre anche sugli uomini più vicini all’emissario palestinese mentre per alcuni politici l’infiltrazione del Mossad nel paese non è limitata a pochi elementi come si vorrebbe far credere ma rappresenta una minaccia estesa e ai livelli più alti. Il cammino dell’inchiesta è complesso. Serve accertare i fatti, limitari i danni per l’establishment, scoprire complicità e superare le news che «intossicano» l’aria. Alcune sono sparse dagli avversari esterni, altre arrivano dall’interno come conseguenze di conti da regolare.

2 agosto 2024

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