Khamenei è umiliato e spaventato: ora Teheran vuole ferire il nemico (puntando alla sorpresa)

di Greta Privitera 

L’omicidio di Haniyeh è stato la prova che la sua intelligence è corrotta o ha grosse falle interne. Secondo il Wall Street Journal, la Guida suprema avrebbe già respinto il tentativo di mediazione degli Stati Uniti e dei Paesi arabi

Khamenei umiliato, adesso vuole ferire il nemico (puntando alla sorpresa)

L’ayatollah Alì Khamenei

Secondo gli oppositori, per farsi un’idea di come sta l’ayatollah Ali Khamenei dopo l’uccisione di Ismail Haniyeh e la sua guardia del corpo, bisogna analizzare attentamente il video del funerale del leader di Hamas, a Teheran. Mentre la folla del regime, raccolta davanti alle due bare avvolte nella bandiera palestinese, grida preghiere in arabo, il leader supremo aggrotta la fronte, guarda verso il cielo a destra e a sinistra, con un’espressione preoccupata. Sembra non sentirsi al sicuro, nonostante intorno ci siano i suoi — in teoria — fidatissimi Guardiani della rivoluzione, schierati per difendere l’anziano signore di 85 anni che ha in mano le sorti del Medio Oriente

Mai è stato così chiaro alla Repubblica islamica che il Mossad — il servizio segreto israeliano — è ovunque. «Khamenei, già paranoico di suo — racconta un ex fedelissimo che deve rimanere anonimo — è terrorizzato e teme di essere il prossimo obiettivo. Ma vuole vendicarsi e salvare l’onore oltraggiato». L’omicidio di Haniyeh, avvenuto il 31 luglio nella sorvegliatissima guesthouse dei pasdaran, a nord della capitale iraniana, è stato non solo l’umiliazione delle umiliazioni per il regime, ma anche la prova che la sua intelligence è corrotta o ha grosse falle interne. Sabato, la magistratura ha aperto un’inchiesta: «Stiamo indagando per capire se Israele abbia usato infiltrati, agenti e spie, o se abbia commesso direttamente questo crimine».

Dopo lo choc iniziale, sono partite ricerche, interrogatori serrati e analisi di foto e video del palazzo colpito per comprendere la dinamica dell’attentato che alla Repubblica islamica conviene raccontare essere stato fatto con un missile. E per smentire la versione del New York Times e del Telegraph che parlano di una bomba nella stanza di Haniyeh: la conferma di infiltrati nei pasdaran. 

Sempre secondo il quotidiano di New York, ci sarebbero già stati oltre venti arresti tra cui alti ufficiali dei servizi segreti e personale della guesthouse dove è stato ucciso Haniyeh che si trovava a Teheran per l’insediamento del presidente iraniano, il riformista Massoud Pezeshkian, un giorno dopo l’uccisione a Beirut del comandante militare di Hezbollah Fuad Shukr. Due colpi in 24 ore che hanno indebolito, umiliato, e fatto infuriare la dittatura, che oggi si dice pronta a una dura vendetta contro il nemico Israele.

«L’attacco sembra imminente. Ci aspettiamo una pioggia di missili dalla Repubblica Islamica, da Hezbollah e dagli alleati dell’Asse della Resistenza. Vorranno colpire obiettivi militari vicino a un centro abitato, come Tel Aviv», racconta da Beirut Paul Salem, già presidente del Middle East Institute, ora vice. Salem spiega che a differenza di aprile — quando per la prima volta l’esercito di Khamenei ha bombardato direttamente Israele —, oggi l’Iran punta sull’effetto sorpresa. Niente attacchi telegrafati, coordinati: per riscattarsi deve «ferire». «L’Iran parla di guerra totale, ma dobbiamo ricordarci che i mullah sono soliti fare la voce grossa. In verità non vogliono entrare in un conflitto diretto: sanno che perderebbero».

Intanto, è la diplomazia sotterranea che gioca le sue carte. Gli Stati Uniti lavorano per convincere Netanyahu a una de-escalation e chiedono all’Europa che ha più contatti con le autorità iraniane di mandare un messaggio di moderazione agli ayatollah, a fronte anche dell’insediamento del nuovo presidente più aperto a un dialogo con l’Occidente. Ieri, mentre la Giordania inviava il ministro degli Esteri a Teheran, quello libanese raggiungeva il Cairo: tutti alla ricerca di un accordo che scongiuri la guerra regionale. Ma secondo il Wall Street Journal, Khamenei avrebbe già respinto il tentativo di mediazione degli Stati Uniti e dei Paesi arabi.

5 agosto 2024 2024 ( modifica il 5 agosto 2024 2024 | 07:48)

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