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di Emily Capozucca
Oltre 1.350 sportelli. È l’altro tesoretto, industriale, a cui guardano in segreto i possibili pretendenti al Monte dei Paschi di Siena. Perché a dispetto della grande corsa alla banca digitale è lì che si fa ancora la raccolta diretta, che si vendono prodotti di bancassurance e di risparmio gestito.
La banca senese conta parecchie filiali in Centro Italia e al Sud, oltre a presidi storici nel Nord Italia. Oltre alle varie doti che il Monte porta all’altare di eventuali nozze, nell’ambito del processo di valutazione prudenziale (Srep) svolto dalla Bce, è emerso ieri che il livello minimo di Cet1 ratio di Mps è sceso all’8,56%, ben al di sotto del coefficiente patrimoniale del 16,7% che la banca toscana aveva a fine settembre, pari cioè al doppio di quello richiesto da Francoforte. A ciò si aggiunge la rimozione, la settimana scorsa, di una riserva di capitale aggiuntiva di 25 punti base, sulla scia dell’esclusione del Monte dalla lista delle banche a rilevanza sistemica nazionale.
La doppia notizia ha fatto scattare la promozione degli analisti di Deutsche Bank e mandato sugli scudi il titolo (ieri, lunedì 4 dicembre, ha chiuso con +3,9%), comprato con vivacità dagli investitori perché l’azione tratta ancora a sconto rispetto alle altre banche. È d’altronde questo il presupposto in base al quale due settimane fa il Mef ha collocato il 25% della banca scendendo al 39,4% e ricevendo una domanda pari a cinque volte l’offerta.
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A spingere gli acquisti c’è stata anche la prospettiva dell’m&a. Nel risiko bancario dove i potenziali pretendenti al Monte restano sempre gli stessi, il ruolo della galassia Unipol-Bper-Popolare di Sondrio come possibile partner — continuamente smentito — secondo il mercato avrebbe senso per una serie di motivi: gli sportelli per la raccolta diretta in zone dove Bper non è presente, e nemmeno la Sondrio, la distribuzione di prodotti e la bancassurance, anche se gli accordi tra Mps e Axa scadono nel 2027. Certo è che in questo caso nascerebbe l’altro polo bancario auspicato dal Mef, con 350 miliardi di total asset tra Siena, Modena e Sondrio.
Il rally della banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio sta portando i multipli allo stesso livello di Bper. Banco Bpm — che più volte ha detto di non valutare il dossier senese — il 12 dicembre presenterà il piano che includerà anche l’aggiornamento dei target di remunerazione e i piani di buyback. Intanto il mercato fa i calcoli e, tra i tesoretti del Monte, inserisce anche i crediti fiscali da imposte differite da Dta che per il Monte rappresenterebbero una dote di riguardo. Mps guarda poi a lunedì 11 quando la Corte d’Appello di Milano dovrà confermare o annullare la condanna degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dopo l’assoluzione di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, che ha portato la banca a declassare 1,2 miliardi di rischi.
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05 dic 2023
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