Mps promosso dalla Banca centrale europea, c’è una pista Bper nel risiko

Mps promosso dalla Banca centrale europea, c'è una pista Bper nel risiko Mps promosso dalla Banca centrale europea, c’è una pista Bper nel risiko

Oltre 1.350 sportelli. È l’altro tesoretto, industriale, a cui guardano in segreto i possibili pretendenti al Monte dei Paschi di Siena. Perché a dispetto della grande corsa alla banca digitale è lì che si fa ancora la raccolta diretta, che si vendono prodotti di bancassurance e di risparmio gestito.

La banca senese conta parecchie filiali in Centro Italia e al Sud, oltre a presidi storici nel Nord Italia. Oltre alle varie doti che il Monte porta all’altare di eventuali nozze, nell’ambito del processo di valutazione prudenziale (Srep) svolto dalla Bce, è emerso ieri che il livello minimo di Cet1 ratio di Mps è sceso all’8,56%, ben al di sotto del coefficiente patrimoniale del 16,7% che la banca toscana aveva a fine settembre, pari cioè al doppio di quello richiesto da Francoforte. A ciò si aggiunge la rimozione, la settimana scorsa, di una riserva di capitale aggiuntiva di 25 punti base, sulla scia dell’esclusione del Monte dalla lista delle banche a rilevanza sistemica nazionale.

La doppia notizia ha fatto scattare la promozione degli analisti di Deutsche Bank e mandato sugli scudi il titolo (ieri, lunedì 4 dicembre, ha chiuso con +3,9%), comprato con vivacità dagli investitori perché l’azione tratta ancora a sconto rispetto alle altre banche. È d’altronde questo il presupposto in base al quale due settimane fa il Mef ha collocato il 25% della banca scendendo al 39,4% e ricevendo una domanda pari a cinque volte l’offerta.

A spingere gli acquisti c’è stata anche la prospettiva dell’m&a. Nel risiko bancario dove i potenziali pretendenti al Monte restano sempre gli stessi, il ruolo della galassia Unipol-Bper-Popolare di Sondrio come possibile partner — continuamente smentito — secondo il mercato avrebbe senso per una serie di motivi: gli sportelli per la raccolta diretta in zone dove Bper non è presente, e nemmeno la Sondrio, la distribuzione di prodotti e la bancassurance, anche se gli accordi tra Mps e Axa scadono nel 2027. Certo è che in questo caso nascerebbe l’altro polo bancario auspicato dal Mef, con 350 miliardi di total asset tra Siena, Modena e Sondrio.

Il rally della banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio sta portando i multipli allo stesso livello di Bper. Banco Bpm — che più volte ha detto di non valutare il dossier senese — il 12 dicembre presenterà il piano che includerà anche l’aggiornamento dei target di remunerazione e i piani di buyback. Intanto il mercato fa i calcoli e, tra i tesoretti del Monte, inserisce anche i crediti fiscali da imposte differite da Dta che per il Monte rappresenterebbero una dote di riguardo. Mps guarda poi a lunedì 11 quando la Corte d’Appello di Milano dovrà confermare o annullare la condanna degli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola dopo l’assoluzione di Giuseppe Mussari e Antonio Vigni, che ha portato la banca a declassare 1,2 miliardi di rischi.

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