Le code degli Airbus di Ita Airways e Lufthansa all’aeroporto di Roma Fiumicino (Ansa)
I voli intra-europei, certi collegamenti intercontinentali, il cargo, un po’ di manutenzione e i servizi di terra. Sono cinque i «nodi» delle nozze tra Ita Airways e Lufthansa, secondo gli stessi soggetti dell’operazione: il nostro ministero dell’Economia (oggi azionista unico di Ita) e il vettore tedesco. È un documento dell’Antitrust Ue a sintetizzare le «criticità» del dossier — notificato ufficialmente il 30 novembre —, mentre altre verranno segnalate dai rivali (Air France, British Airways, Ryanair, easyJet, Wizz Air) che faranno di tutto per ostacolare un’unione che cambierà gli equilibri nei cieli europei.
Le «sovrapposizioni»
«Data la limitata presenza di Ita al di fuori dell’Italia l’operazione proposta dà luogo a un numero ridotto di sovrapposizioni dirette di breve raggio da Roma e Milano verso città della Germania, del Belgio e della Svizzera», si legge. Fonti europee dicono al Corriere che la fusione porterebbe alla nascita di monopoli su sei collegamenti: tra Milano e Francoforte, Düsseldorf, Stoccarda, e tra Roma e Francoforte, Monaco e Zurigo. Sorgerebbero pure alcune «posizioni dominanti», cioè dove le due società hanno la quota maggiore dell’offerta di posti: Milano-Bruxelles (95%), Roma-Bruxelles (74%), Milano-Amburgo (65%). Ecco perché Lufthansa e Ita dovranno cedere alcuni slot a Linate.
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Il gruppo
Anche se l’operazione vede protagonista Deutsche Lufthansa, cioè il vettore tedesco del gruppo omonimo, la Commissione europea considererà nel dossier l’intero perimetro del colosso dei cieli, includendo così pure Swiss, Brussels Airlines, Austrian Airlines, l’italiana Air Dolomiti, Eurowings, Discover, Edelweiss e SunExpress (che è una società in joint venture — al 50 a 50% — con Turkish Airlines).
Il mercato intercontinentale
Il documento cita «sovrapposizioni dirette/indirette sulle rotte a medio e lungo raggio dall’Italia e dalla Svizzera verso America, Africa e Asia». Non è al momento chiaro perché venga menzionato il Paese elvetico — dove Ita non ha una base e soltanto lo 0,5% dell’offerta complessiva di sedili nell’intero 2023, stando ai dati forniti al Corriere dalla piattaforma specializzata Cirium Diio —, ma il segmento di mercato spiega perché nelle ultime settimane si è molto discusso a Bruxelles della possibilità di chiedere a Lufthansa di ridurre i voli — tra i più remunerativi — con gli Usa.
Il cargo e la manutenzione
Le nozze porterebbero poi anche a una «marginale sovrapposizione sul mercato del trasporto merci» e «potenziali legami in relazione a ulteriori servizi (come manutenzione e l’handling) dove è attiva solo Lufthansa». Il dossier è alla «fase 1» e un primo esito dell’Antitrust Ue arriverà entro il 15 gennaio 2024. Il Tesoro e la società tedesca sperano di ottenere il «sì» subito, senza passare alla «fase 2» che richiederebbe altri 90 giorni lavorativi. L’intesa prevede, dopo l’ok europeo, l’emissione di nuove azioni di Ita per Lufthansa (il 41% per 325 milioni di euro) e l’uscita del Mef entro il 2033 con la vendita progressiva della propria quota ai tedeschi.
I lavoratori ex Alitalia
Intanto sul fronte giudiziario il Consiglio di Stato ha affermato il diritto dei dipendenti ex Alitalia ad accedere agli atti e ai documenti che riguardano il processo di cessione del ramo «aviation» della vecchia aviolinea a Ita, senza che si possano accampare esigenze di segretezza commerciale e industriale e senza che possano ritenersi compromessi gli interessi di natura professionale, finanziaria, industriale e commerciale. Il CdS accoglie così il ricorso di un lavoratore al quale gli atti erano necessari per sostenere in giudizio il suo diritto a mantenere il posto che aveva in Alitalia in Ita.
lberberi@corriere.it
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05 dic 2023
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