Ex Ilva, Urso chiede ai commissari il risanamento entro l’anno: Fiori e Tabarelli affiancano Quaranta

Un momento della riunione del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, con i commissari straordinari di Acciaierie d'Italia - Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli - e i commissari straordinari del gruppo Ilva in amministrazione straordinaria - Daniela Savi, Francesco di Ciommo e Alessandro Danovi, Roma, 1 Marzo 2024. ANSA/US MIMIT

Il ministro Urso incontra i commissari ex Ilva

Risanamento dell’ex Ilva entro l’anno. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso lo aveva annunciato nei giorni scorsi e ieri lo ha ribadito a chi dovrà raggiungere l’obiettivo: alla terna dei commissari che lo stesso Urso ha completato con la nomina di Giovanni Fiori e Davide Tabarelli che vanno così ad affiancarsi a Giancarlo Quaranta, nominato commissario straordinario di Acciaierie d’Italia lo scorso 20 febbraio. Fiori, esperto di corporate governance e internal auditing, è professore ordinario di Economia aziendale alla Luiss. Può vantare grande esperienza di incarichi extra universitari, a cominciare dal ruolo di commissario di Alitalia. Davide Tabarelli, esperto di tematiche ambientali, è fondatore e presidente di Nomisma Energia e professore a contratto alla Facoltà di Ingegneria di Bologna. Urso ha incontrato la terna di commissari nel pomeriggio di ieri in un vertice durato oltre due ore: presenti anche i commissari straordinari di Ilva in amministrazione straordinaria: Daniela Savi (esperta in gestione della crisi d’impresa e in materia fiscale), Francesco di Ciommo (esperto in diritto bancario e finanziario, delle crisi di impresa, amministrativo e societario) e Alessandro Danovi, anche loro di fresca nomina (per Danovi, già commissario della procedura ed esperto di risanamento d’impresa, gestione dell’insolvenza e operazioni straordinarie, si tratta di una riconferma). 

Da dove si riparte per la ripresa

Una ripresa che si prospetta tutt’altro che semplice considerando che lo stabilimento di Taranto lo scorso anno ha prodotto, a regime ridotto, meno di 3 milioni di tonnellate d’acciaio e adesso si teme un altro calo se resterà in funzione solo l’Afo4. Ripresa che sarebbe impossibile senza iniezione di liquidità: per questo si attende, in tempi necessariamente stretti, la concessione di prestiti statali, «uno o più finanziamenti a titolo oneroso» per un massimo di cinque anni fino a un importo di 320 milioni di euro per il 2024, secondo quanto previsto dal decreto ex Ilva, il cui iter di conversione in legge prosegue in Senato. Gli emendamenti prevedono ulteriori garanzie per l’indotto. Altre risorse arriveranno anche dal decreto Pnrr approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri che prevede che Ilva in as possa trasferire fino a 150 milioni ai commissari di Acciaierie d’Italia. 

La soddisfazione dei sindacati

Per i sindacati, completata la terna dei commissari, adesso si rende necessaria una riapertura del confronto in seno alla Presidenza del Consiglio. Occorre «raggiungere un accordo - sostiene Loris Scarpa, coordinatore nazionale siderurgia della Fiom - per mettere in sicurezza gli impianti, i lavoratori e creare le condizioni ambientali adeguate per rilanciare la produzione». «Abbiamo fatto un miracolo», aggiunge il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, sottolineando che: «questa fabbrica destinata alla chiusura l’abbiamo ripresa per i capelli grazie alla lotta dei lavoratori».

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