Guerra in Medio Oriente, il dramma degli ostaggi uccisi da Israele: “Un tragico errore”. Gli Usa ordinano a 2 navi da guerra di restare nel Mediterraneo
Per Israele è un dramma nel dramma: i soldati dello Stato ebraico hanno ucciso «per un tragico errore» tre ostaggi durante i combattimenti a Shujaia, nella Striscia di Gaza. Ostaggi, ha spiegato il portavoce Daniel Hagari in un difficile incontro con la stampa, che probabilmente si erano o liberati o erano rimasti incustoditi. Il sospetto sulla vera identità degli uccisi è arrivato quasi subito: i corpi sono stati portati in Israele e lì identificati. I nomi di due delle vittime sono Yotam Haim (rapito a Kfar Aza il 7 ottobre) e Samer Talalka (rapito lo stesso giorno a Nir Am), mentre per il terzo ucciso la famiglia ha impedito la pubblicazione del nome. L'esercito «si assume in pieno la responsabilità», ha continuato Hagari, aggiungendo che la tragedia si è consumata «durante duri scontri» in cui i soldati hanno combattuto contro «molti terroristi», tra cui alcuni «suicidi che sembravano disarmati».
Secondo la tv pubblica Kan inoltre, è possibile che dopo 70 giorni di prigionia i tre indossassero capi di abbigliamento tipici dei palestinesi. L'annuncio dell'Idf - che ha scosso e incupito il Paese all'inizio di shabbat - è arrivato a poche ore di distanza dalla notizia del recupero dei corpi di altri tre ostaggi morti a Gaza in cattività. Sono dunque 6 in tutto i rapiti la cui morte è stata resa nota ieri.
Sul campo intanto la guerra si sta spostando sempre più a sud: l'esercito ha detto di aver attaccato obiettivi di Hamas a Rafah, al confine tra Gaza e l'Egitto. Secondo alcune indiscrezioni si vuole impedire al leader di Hamas Yahya Sinwar di fuggire da Gaza verso il Sinai egiziano, visto che quella zona lungo la frontiera - chiamata 'Asse Filadelfia'- è densa di tunnel scavati dai miliziani.
Fatto sta che gli attacchi hanno generato il panico tra gli sfollati dell'area che si sono addensati ancor di più nel centro di Rafah sperando di mettersi al sicuro. Alla situazione umanitaria dovrebbe dare sollievo l'annuncio di Israele della riapertura del valico di Kerem Shalom con la Striscia che si aggiungerà così a quello di Rafah.
Abu Mazen ha ribadito che «occorre fermare l'aggressione israeliana contro il popolo palestinese attraverso un cessate il fuoco immediato». Hamas ha invece rivendicato un nuovo lancio di razzi verso Gerusalemme e il centro di Israele, mentre la Mezzaluna Rossa ha denunciato l'uccisione di 10 persone e il ferimento di altre 15 in un bombardamento israeliano a Deir al-Balah, nel centro di Gaza. Al confine nord di Israele, la tensione con gli Hezbollah libanesi è costante con attacchi da entrambe le parti. L'esercito israeliano ha lanciato volantini scritti in arabo nel sud del Libano denunciando ai civili le operazioni degli Hezbollah.
Il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha ordinato alla portaerei USS Gerald R. Ford e all'incrociatore Normandie di restare nel Mediterraneo per «molte altre settimane». Lo riferiscono diverse fonti informate all'agenzia Associated Press. E' la terza volta che lo spiegamento della Ford viene esteso da quando il Pentagono ha intensificato la sua presenza militare nell'area in seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre.
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