�Prendetevi il vostro tempo, apritevi al mondo, viaggiate, vivete quello che vi sta attorno. Scoprite di cosa avete fame�. Non ha dubbi lo chef Bruno Barbieri, giudice di MasterChef fin dalla prima edizione. E a poche ore dalla fine della tredicesima finalissima del cooking show Sky Original, prodotto da Endemol Shine Italy, lancia il suo messaggio ai giovani che vogliono puntare su questo lavoro. Insomma, se volete provare ad aver successo in cucina, prima uscite un po’ dalla cucina. �Passione, conoscenza e consapevolezza�, la sua ricetta. La stessa che si sente di indicare ai tre finalisti. A partire da Eleonora Riso, la vincitrice, per arrivare ad Antonio Mazzola, Michela Morelli, Sara e tutti gli altri. I protagonisti di questa edizione da record, con la finale pi� vista degli ultimi quattro anni e grandi numeri per tutta la durata dello show. �Di sicuro una delle edizioni migliori di sempre�.
MasterChef 13, Bruno Barbieri: «Eleonora? Un guizzo di follia unico. Ai giovani direi: uscite a vedere il mondo»


Lei � stato un giudice di MastreChef fin dalla prima edizione, cosa c’� stato di diverso questa volta?
�Credo che quello che abbiamo visto sia un po’ uno specchio dei tempi. Perch� la cucina attraversa un cambiamento anche nella vita quotidiana. C’� meno estremismo e pi� cose concrete, senza rinunciare alla sperimentazione, alla curiosit�, alla preparazione. Ma si � pi� attenti. Lo siamo tutti, dal modo in cui facciamo la spesa a quello in cui mangiamo. � un’esigenza che nasce dal basso. Proviamo a essere pi� educati nei confronti del Pianeta, sprecare meno, essere pi� sostenibili. MasterChef credo faccia vedere bene anche questo. Insieme ai grandi ospiti e soprattutto, alla capacit� di raccontare storie. Le persone hanno fame di storie, persone che si confrontano e si evolvono puntata dopo puntata. Di capire, di vedere nuovi prodotti e nuove strade, anche personali�
Si � detto che in questa edizione ci sia stata troppa emotivit�, cosa ne pensa?
�� sicuramente vero. Lo abbiamo visto per tutta la durata del programma, e tantissimo in finale. Forse, soprattutto i pi� giovani, dovrebbero imparare a gestire meglio la loro tensione in alcune fasi cruciali, se vogliamo fare un esempio sull’ultimo episodio di questo percorso. C’� s�, una tensione sana, ma oltre un certo limita poi si sbaglia. Pu� succedere in una finale, ma anche ogni giorno nella cucina del proprio ristorante. Uno chef, invece, deve saperla gestire. Bisogna imparare a vivere le cose anche in modo pi� rilassato�
Come si raggiunge a una finale di MasterChef?
�Sono arrivati i migliori, che vuol dre anche quelli che hanno sbagliato meno. Menu eccellenti e altissimo livello. Ma poi ci vuole equilibrio tra preparazione e personalit�. Tutto si decide dalle sfumature, a volte anche dalla fortuna o sfortuna, come nella vita. Ma la cosa pi� importante che vediamo � l’evoluzione di questi concorrenti�
Anche sul piano personale?
�Soprattutto. Arrivano con un’aspettativa che poi si evolve. Si mettono alla prova ogni giorno, con se stessi e con gli altri. Arrivano da percorsi diversi con storie e obiettivi differenti. Si parte un po’ per gioco, ma poi diventa una sfida. Cambia la loro testa, il modo di pensare, come si vedono. Devo dire che per noi � un orgoglio�

Perch� ha vinto Eleonora?
�Lei � un cavallo di razza. Dolce, sensibile, molto preparata. Ha affrontato le sue difficolt� e si � trasformata. Ci ha creduto sempre di pi� giorno dopo giorno e ha capito che poteva farcela. Cosa le direi oggi? Di restare umile, non farsi prendere dalla fretta e dal successo. Questo � un lavoro duro, bisogna anche imparare, e vale per tutti, a convivere con le delusioni e le difficolt�. E affrontarle. A volte � meglio prendersi del tempo per essere pi� pronti. Poi certo il successo � legato anche al caso, agli incontri, alle tante sfaccettature della vita�
Cosa aveva in pi�?
�Un guizzo di follia. Quel non so che, che le fa fare cose diverse. Non tutti lo hanno. � una dote speciale�
E Antonio?
�� la persona perfetta in cucina. Lo assumerei subito. Ha fatto scelte dure e importanti per seguire la sua strada, sacrificando anche aspetti personali e familiari. Ci ha creduto. Ha un obiettivo e questo a volte lo ha fatto sembrare pi� ruvido. Ma � un talento. Non deve mollare�
Michela?
�Molto brava e sincera. Ha giocato un ruolo difficile. A tratti � come se avesse avuto tutti contro. Ma � andata avanti ed � stata brava. Si � fatta capire�
La cucina italiana � in crisi?
�No, non � mai finita. Anzi sta rinascendo e ha ancora molto da raccontare. La cucina � vita, persone, legami, prodotti, e noi ne abbiamo di eccellenti. � stare bene Quando andiamo a mangiare in un posto dobbiamo pensare che in quel menu ci sono anime e vite che si esprimono�
Si � parlato molto di crisi dell’alta ristorazione e, da un altro lato, di troppa omologazione nei menu di tanti ristoranti o di troppa voglia di stupire con piatti eccentrici. � cos�?
�L’alta ristorazione ha dei costi molto elevati. Fare ricerca, circondarsi di persone valide, le migliori, scegliere ingredienti eccellenti, studiare, viaggiare. Tutto questo si trasferisce nel conto del menu. E lo paghiamo. � un’esperienza che ci fa crescere. In quel piatto c’� un mondo, fatica, sforzi. Per questo spesso � necessario diversificare con bistrot o con la ristorazione alberghiera. Serve a equilibrare tutto. Per l’omologazione invece a volte � frutto dei tempi. Se ho una clientela mordi � fuggi, per molti � una strada pi� semplice. Fare ristorazione non � facile, cos� come far quadrare i conti. Bisogna ricordarlo. Alla fine per� quello che paga sono passione, visione e voglia di raccontarsi nei piatti. Anche sperimentando. Non � una male: le ricette della tradizione rimarranno, provare a rivisitarle a volte � una grande sfida�
Si � detto che oggi molti giovani non vogliono pi� fare questo mestiere. Condizioni difficili e troppi sacrifici. Cosa ne pensa?
�Questo � un mestiere di sacrifici. Ma non pi� di altri. Lo � il chirurgo come il tramviere. Se lo voglio fare so un po’ cosa mi aspetta. Devo mettermi in discussione e sapere che si dovr� rinunciare a qualcosa. Ci vogliono fame e voglia. Molti la hanno. Ci� vuol dire che questo mondo deve certo garantire paghe adeguate, tempo libero e di riposo e condizioni sane al lavoro. Ma molti giovani si affacciano a questo mondo. E la tv � anche un modo per combattere delle battaglie. Programmi come questi fanno cultura della cucina, non solo per la tecnica dei piatti, ma anche per le tematiche che affrontano�
Che ruolo hanno i social per la cucina?
�Bisogna sempre ricordare che l� fuori c’� un mondo, reale, che bisogna conoscere e nel quale fare esperienze vere. Poi i social danno anche possibilit� enormi che fino a poco tempo fa erano impensabili. Ma prima di parlare, giudicare, fare dei contenuti bisogna sapere. Conoscere�
Con Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli siete ormai una squadra molto rodata. Loro hanno confermato che resteranno. Lei?
�Rimango di sicuro. Se non mi cacciano. Ormai, nelle nostre differenze, siamo diventati come un giudice unico. Ci basta uno sguardo per capirci. Siamo in sintonia: magari un giorno apriremo qualcosa assieme�
� un annuncio?
�No, no. Per adesso andiamo avanti cos�
Arriver� qualcun altro?�
�Credo che i giudici debbano essere tre. Ma non decido io. E noi mi sa che insieme abbiamo un grande equilibrio�
Come un menu stellato. Se dovesse fare un paragono che piatti sareste?
�Ah, Antonino di sicuro un antipasto. Per la sua indole, il suo spirito del Sud, la sua presenza. Un bab� salato, direi. Io di sicuro u primo. Un tortellino gigante, e cosa se no!. E Giorgio, che � un po’ un lord britannico, un bel taglio di carne di Angus. Credo che questi piatti ci descrivano bene. poi bisogna metterli assieme con una chiave un po’ creativa perch� si abbinino bene�
La cosa pi� bella di quest’ultima finale?
�Il mio outfit naturalmente. Abito rosso e scarpe leopardate. Cosa si poteva chiedere di pi�?�.
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3 marzo 2024 (modifica il 3 marzo 2024 | 11:38)
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