Il vantaggio di Trump su Biden e lo scenario non impossibile di un'elezione contestata

di Federico Rampini

Stati Uniti, l’economia scoppia di salute eppure l’insoddisfazione cresce, lo slittamento a destra delle classi lavoratrici coinvolge anche le minoranze. Trump ridimensionerebbe l’impegno americano nella Nato e per l’Ucraina

Il vantaggio di Trump su Biden e lo scenario non impossibile di un'elezione contestata

Joe Biden l’incompreso. Ancora pochi mesi fa il presidente rispondeva cos� alle obiezioni sulla sua et� avanzata: sono io il candidato pi� adatto a sconfiggere Donald Trump perch� ci sono gi� riuscito (a differenza di Hillary Clinton). Oggi questo argomento non fa presa, alla luce dei sondaggi che assegnano un vantaggio all’ex presidente repubblicano. Biden non si capacita della �ingratitudine� degli americani. L’economia scoppia di salute, � di gran lunga la pi� prospera del mondo e aumenta il suo vantaggio su Europa e Cina; il mercato del lavoro � vicino alla piena occupazione; i salari aumentano. I piani di reindustrializzazione dell’America avanzano, cos� come la transizione verso un’economia meno carbonica.

Eppure l’insoddisfazione cresce, le classi lavoratrici preferiscono Trump, lo slittamento a destra coinvolge anche le minoranze etniche (Black, latinos, asiatici). Perfino i giovani cominciano a disertare Biden, nonostante lui abbia il prezioso appoggio della superstar pop Taylor Swift: il conflitto in Medio Oriente � una delle cause di questa disaffezione, vista la popolarit� di Hamas nella sinistra giovanile. Le pressioni su Biden perch� si ritiri aumentano. Lui per adesso spera in un bis del 2020: part� debolissimo nelle primarie, poi fu recuperato in extremis dal voto degli afroamericani pi� moderati, spaventati da candidature pi� radicali.

Democratici in stand-by

La base democratica a maggioranza non vuole che Biden si ricandidi. Ma il consenso finisce qui. Se il presidente in carica facesse un passo indietro, si riaprirebbe uno scenario simile al 2020, segnato da spinte centrifughe. Il pi� noto dei candidati potenziali � il governatore della California, Gavin Newsom. Ma la California, insieme a New York, � una vetrina dei disastri compiuti dalla sinistra radicale: eccessiva pressione fiscale, invadenza burocratica, incapacit� di controllare l’immigrazione, aumento della criminalit�, onnipresenza dei senzatetto, esodo di popolazione verso altri Stati Usa (Texas e Florida). Democratici pi� moderati come Gretchen Whitmer o Joe Manchin avrebbero contro l’ala radicale, potentissima nella Silicon Valley, nei media, a Hollywood, nelle universit�, nei movimenti come Black Lives Matter. � in corso un tentativo di rilancio della vicepresidente Kamala Harris, dopo quattro anni disastrosi.

The Donald 2, La Vendetta

Ha promesso che �sar� dittatore, ma solo per un giorno�. La frase allude al progetto di far piazza pulita del Deep State: quell’establishment che controlla gli apparati burocratici e sabot� le riforme pi� dirompenti del primo Trump. Una occupazione dello Stato da parte di fedelissimi dovrebbe consentire al Trump 2 di spingersi molto pi� avanti, in particolare nel controllo dei flussi migratori e nell’azione contro la criminalit�. Verrebbe meno la penalizzazione delle energie fossili. Al resto del mondo Trump annuncia una politica estera isolazionista, la riduzione dell’impegno americano nella Nato e in Estremo Oriente, il ridimensionamento degli aiuti all’Ucraina. Tutte cose popolari in un’America che si sente in declino, e non solo a destra. Con lui i democratici hanno giocato agli apprendisti stregoni: fanno di tutto per aiutarlo a vincere la nomination repubblicana, convinti che sia l’avversario pi� facile da battere; ora i sondaggi dicono che lui potrebbe riconquistare davvero la Casa Bianca.

Gli altri repubblicani

Forte del suo enorme vantaggio virtuale sui rivali, Trump non ha partecipato ai dibattiti televisivi con i candidati della destra. Le primarie di gennaio in Iowa e New Hampshire devono dire se davvero quel vantaggio � incolmabile. I pi� quotati restano il governatore della Florida Ron DeSantis e l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley. Stando alle indagini demoscopiche, tutti e due possono battere Biden in un duello finale. La parte pi� difficile viene prima: staccare da Trump la base pi� militante del partito.

Gli indipendenti

Molti elettori sono insoddisfatti dal remake Biden-Trump, non si riconoscono in questa sfida tra i due ottuagenari. Lo conferma il proliferare di candidature indipendenti. Robert Kennedy Jr ha lasciato il partito democratico, con un tradimento della storia familiare, e pesca consensi ai due estremi dello spettro politico. Cornel West piace ai giovani radicali dei campus universitari e a Black Lives Matter. Jill Stein corre di nuovo per i Verdi. Nessuno ha chance di vincere, ma le loro percentuali pur piccole avranno un peso nel rubare voti decisivi ai big; tutti insieme possono danneggiare pi� Biden che Trump. Resta possibile anche una nuova candidatura No Label (�senza etichetta�), un ticket misto democratico-repubblicano per offrire una vera alternativa.

Vince la magistratura?

I giudici sono onnipresenti in questa campagna elettorale. Trump ha quattro processi a carico. Alcuni sono pretestuosi e avallano la certezza dei suoi fan su una persecuzione giudiziaria; altri sono fondati ma comunque vedono protagonista una magistratura di parte. Il calcolo dei democratici � questo: le incriminazioni, e forse qualche condanna, rafforzano Trump presso la base repubblicana pi� estremista, quindi �blindano� la sua nomination; ma possono costargli il sostegno decisivo di elettori moderati e indipendenti nel duello finale. Il protagonismo della magistratura potrebbe concludersi per� con un’elezione contestata davanti alla Corte suprema. Stile Bush-Gore 2000. A differenza che nei tribunali di grado inferiore, spesso dominati dai democratici, tra i giudici costituzionali prevalgono i conservatori con una maggioranza 6 a 3.


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30 dicembre 2023 (modifica il 30 dicembre 2023 | 07:24)

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