Medici di base, pochi, anziani e con troppi pazienti: ne mancano 3.114, l’emergenza

Quasi un medico di famiglia su due supera il limite massimo dei 1.500 assistiti. Lo sottolinea la Fondazione Gimbe, riportando dati forniti dal ministero della Salute, riferiti all'anno 2022: su 39.366 medici di medicina generale il 47,7% ha più di 1.500 assistiti; il 33% tra
1.001 e 1.500 assistiti; il 12,1% da 501 a 1.000; il 5,7% tra 51 e 500 e l'1,5% meno di 51. In particolare, il massimale di 1.500 assistiti viene superato da più di un medico di medicina generale su due in Emilia-Romagna (51,5%), Campania (58,4%), Provincia Autonoma di Trento (59,1%), Valle D'Aosta (59,2%), Veneto (64,7%). Ma le situazioni che preoccupano di più sono quelle della Provincia Autonoma di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%), dove i medici di base oltre il limite sono superiori ai due terzi del totale. 

Non c’è più libera scelta per l’assistito

«Questo sovraccarico di assistiti - commenta il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta - determina inevitabilmente una riduzione della disponibilità oraria e, soprattutto, della qualità dell'assistenza accendendo spie rosse su tre elementi fondamentali: la reale disponibilità in relazione alla densità abitativa, la distribuzione
omogenea e capillare sul territorio e la possibilità per i cittadini di esercitare il diritto della libera scelta».

Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out
Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out

Il massimale previsto

Secondo quanto previsto dall’accordo collettivo nazionale il numero massimo di assistiti per un medico di base è fissato a 1.500: in casi particolari può essere incrementato fino a 1.800, numero che talora viene ulteriormente superato attraverso deroghe locali (per esempio fino a 2.000 nella Provincia Autonoma di Bolzano), o per casi di indisponibilità di medici oltre che per le scelte temporanee affidate al medico (extracomunitari senza permesso di soggiorno, non residenti). Parallelamente, esistono motivazioni che determinano un numero inferiore di assistiti: autolimitazione delle scelte, medici di medicina generale con ulteriori incarichi (la continuità assistenziale) che ne limitano le scelte, camici bianchi che si trovano nel periodo iniziale di attività e che esercitano la professione in zone disagiate.

Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out

L’anzianità anagrafica: i medici anziani del Sud

«Desta non poche preoccupazioni – commenta Cartabellotta – la distribuzione anagrafica dei medici: infatti nel 2022 il 72,5% in attività aveva oltre 27 anni di anzianità di laurea, con quasi tutte le Regioni del Centro-Sud sopra la media nazionale, anche in conseguenza di politiche sindacali che spesso non hanno favorito il ricambio generazionale». In particolare nella maggior parte delle Regioni meridionali i medici di famiglia con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%), Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise (78,4%), Basilicata (78,3%), Puglia (78%).

Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out

I pensionamenti

Secondo i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (FIMMG), tra il 2023 e il 2026 sono 11.439 gli MMG che hanno compiuto/compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione, deroghe a parte: dai 21 della Valle D’Aosta ai 1.539 della Lombardia.

Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out

Il numero di borse di studio e la formazione dei medici

Il numero di borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, dopo un periodo di sostanziale stabilità (2014-2017) intorno a 1.000 borse annue, è aumentato raggiungendo un picco nel 2021. Questi incrementi sono dovuti sia alle risorse del DL Calabria che negli anni 2019-2022 hanno finanziato ulteriori 3.277 borse, sia a quelle del PNRR che negli anni 2021-2023 hanno finanziato complessivamente 2.700 borse aggiuntive. «Solo attraverso finanziamenti straordinari dunque – chiosa Cartabellotta – è stato possibile coprire il costo delle borse di studio, peraltro non sufficienti a colmare il ricambio generazionale entro il 2026».

Per effettuare tali stime sono state utilizzate le rilevazioni della Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati (SISAC) al 1 gennaio 2023, più recenti di quelle del Ministero della Salute. I dati SISAC documentano una progressiva diminuzione dei MMG in attività: nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno rispetto al 2019 (-11%) con notevoli variabilità regionali: dal -34,2% della Sardegna al -4,7% del Molise. Secondo i dati SISAC al 1° gennaio 2023 37.860 MMG avevano in carico oltre 51,2 milioni di assistiti. In termini assoluti, la media nazionale è di 1.353 assistiti per MMG rispetto ai 1.307 del 2022: dai 1.090 della Basilicata ai 1.646 della Provincia Autonoma di Bolzano. 

Scenario critico

«Lo scenario reale – precisa Cartabellotta – è molto più critico di quanto lascino trasparire i numeri: con questo livello di saturazione dei MMG si compromette il principio della libera scelta. Di conseguenza, è spesso impossibile trovare la disponibilità di un MMG vicino a casa, non solo nelle cosiddette aree desertificate (zone a bassa densità abitativa, condizioni geografiche disagiate, rurali e periferiche) dove i bandi per gli ambiti territoriali carenti vanno spesso deserti, ma anche nelle grandi città metropolitane».

Le criticità rilevate

Stima della carenza di medici di base al 1° gennaio 2023. «In conseguenza delle criticità sopra rilevate – spiega Cartabellotta – è possibile stimare solo il fabbisogno medio regionale in relazione al numero di assistiti, in quanto la necessità di ciascun ambito territoriale carente viene identificato dalle ASL secondo variabili locali». Se l’obiettivo è garantire la qualità dell’assistenza, la distribuzione capillare in relazione alla densità abitativa, la prossimità degli ambulatori e l’esercizio della libera scelta, non si può far riferimento al massimale delle scelte per stimare il fabbisogno di medici di base. 

Il rapporto accettabile rispetto alla popolazione

Di conseguenza la fondazione Gimbe ritenendo accettabile un rapporto di 1 medico di base ogni 1.250 assistiti (valore medio tra il massimale di 1.500 e l’attuale rapporto ottimale di 1.000) e utilizzando le rilevazioni SISAC, stima al 1° gennaio 2023 una carenza di 3.114 medici di famiglia con situazioni più critiche nelle grandi Regioni del Nord: Lombardia (-1.237), Veneto (-609), Emilia Romagna (-418), Piemonte (-296), oltre che in Campania (-381) 

La stima di carenza

Tenendo conto dei pensionamenti attesi e del numero di borse di studio finanziate per il Corso di Formazione in Medicina Generale, è stata stimata la carenza di MMG al 2026, anno in cui dovrebbe “decollare” la riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR. Considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio messe a bando per gli anni 2020-2023 comprensive di quelle del DL Calabria per cui si sono presentati candidati, nel 2026 il numero dei MMG diminuirà di 135 unità rispetto al 2022, ma con nette differenze regionali. 

Allarme medici di base: la metà supera i 1.500 assistiti. Turni snervanti, stress e rischio burn-out

Le proiezioni sul futuro

In particolare saranno tutte le Regioni del Sud (tranne il Molise) nel 2026 a scontare la maggior riduzione di medici di base: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9,) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22). La stima dell’entità della carenza è condizionata da differenti fattori. In particolare, è sottostimata dall’eventuale scelta dei medici di base di andare in pensione prima dei 70 anni, dal numero di borse non assegnate e dall’abbandono del Corso di Formazione in Medicina Generale (almeno 20%). Viene al contrario sovrastimata dall’eventuale decisione di prolungare l’attività sino ai 72 anni e dalla possibilità dei medici iscritti al corso di formazione in medicina Generale di acquisire già dal primo anno sino a 1.000 assistiti. «Infine – commenta Cartabellotta – tali stime risentiranno del nuovo accordo recentemente sottoscritto, nel quale sono previste varie novità». 

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