Dipendenti pubblici, nei contratti aumenti di 160 per il triennio 2022-2024: i calcoli

Aumenti attorno ai 160 euro al mese, di cui poco più di 70 già anticipati come vacanza contrattuale. A precisare l’entità degli aumenti per la nuova tornata contrattuale del 2022-2024 dei dipendenti pubblici è il Rapporto Semestrale sulle retribuzioni dell’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale nel pubblico impiego.

 La nuova stagione avviata a gennaio con la trasmissione della cosiddetta “direttiva madre” da parte del Ministro della Pubblica amministrazione può contare su finanziamenti importanti.  Il rapporto indica «in circa 10 miliardi l’entità complessiva delle risorse destinate ai rinnovi contrattuali a seguito dell’approvazione dell’ultima legge di bilancio, con un effetto di crescita delle retribuzioni stimabile in una percentuale vicina al 6%».

In aggiunta alle risorse dedicate ai rinnovi contrattuali si segnalano anche risorse extra per alcuni settori o comparti per 700 milioni di euro, così da portare l’incremento medio riconosciuto sul triennio ad una percentuale del 6,2%. L’incremento era stato del 3,5% nel 2016-2018 e del 4% nel 2019-2021. Il Rapporto evidenzia come circa la metà delle risorse stanziate siano state già anticipate, sia attraverso l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale (IVC) a partire dal 2022 sia attraverso una consistente anticipazione avvenuta a fine 2023 con il cosiddetto “decreto anticipi”. Un modo per accelerare l’arrivo in busta paga delle somme dovute senza aspettare i lunghi tempi delle negoziazioni. Il rapporto rileva infatti come l’entità di queste anticipazioni sia stata largamente superiore a quelle erogate nelle precedenti tornate.

Considerando una base retributiva media per i comparti statali di circa 36 mila euro lordi, il beneficio a regime che sarà possibile riconoscere si traduce in circa 160 euro.  Una buona notizia se non fosse per la corsa dell’inflazione che tra 2022 e 2024 ha viaggiato a due cifre intorno al 17%. Spiega l’Aran: «I tassi di inflazione sono risultati inferiori agli incrementi riconosciuti nelle ultime due tornate contrattuali e sensibilmente superiori nel triennio 2022-2024». Si spiega anche così la scelta di anticipare l’Ivc ai dipendenti.

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