Ex Ilva, il ritorno dei commissari: avanti con l’amministrazione straordinaria

Il governo va avanti nonostante l’opposizione di Acciaierie d’Italia e del suo socio di maggioranza ArcelorMittal, contrari all’amministrazione straordinaria (e favorevoli al concordato con riserva): all’ex Ilva, a giorni, arriveranno i commissari. E si aprirà l’ennesimo scontro con ArcelorMittal, secondo cui così c’è «una grave violazione dell’accordo di investimento». È quanto hanno comunicato ai rappresentanti delle aziende dell’indotto e ai sindacati il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone. 

L’arrivo dei commissari, si partirà con uno

Mantovano lo ha riferito in maniera chiara ai presenti all’incontro di Palazzo Chigi: «Domenica sera Invitalia ha presentato al Mimit istanza di amministrazione straordinaria e nelle prossime ore, al massimo nei prossimi giorni, il ministero procederà alla nomina dei commissari con la presa in carico dell’azienda per garantire continuità e impostare il rilancio degli impianti». I commissari dovrebbero essere tre e i nomi più caldi sono quelli di Rocco Sabelli, attuale presidente di Invitalia, ex Piaggio e Alitalia; e Carlo Mapelli, professore del Politecnico di Milano, tra i massimi esperti di siderurgia in Italia. Urso, al proposito, ha detto che si partirà da un commissario «con competenze nella siderurgia e che conosca bene l’azienda, per rilanciarla subito». Quanto alla richiesta di Acciaierie d’Italia di un concordato con riserva, Urso ha sottolineato che «l’amministrazione straordinaria prevale su ogni altra procedura». 

La gara e gli impianti

Il ministro ha anche aggiunto che ci sarà «una gara nel minor tempo possibile perché già si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri». Giorgetti ha aggiunto, sull’argomento, che chiunque si affaccerà «dovrà acquistare anche gli impianti» da Ilva in amministrazione straordinaria: di certo per ora c’è un unicum, cioè Ilva in as proprietaria degli impianti e Adi in As che li utilizzerà con un contratto di fitto. 

Le reazioni dell’indotto

Positive le reazioni di chi è intervenuto all’incontro: «L’indotto ha bisogno di non andare in cassa integrazione — ha spiegato Fabio Greco, presidente dell’Aigi (associazione dell’indotto di Taranto) — noi vogliamo andare a lavorare: se si va in amministrazione straordinaria, grazie a questo commissariamento si può attivare l’articolo 68 per dare acconti alle aziende e le aziende possono ripartire. La ministra Calderone è scesa più nel dettaglio, stando a quanto riferito da chi ha preso parte all’incontro: «Per le aziende dell’indotto ex Ilva — ha sottolineato la ministra del Lavoro — non sappiamo quando e quante saranno le aziende, di appalto e subappalto che potranno accedere al fondo occupazione in cui sono stati messi 10 milioni di euro. Dovremo fare una mappatura per capire come intervenire». 

Le reazioni dei sindacati

E rassicurazioni sull’occupazione sono arrivate anche dalla nota di Palazzo Chigi «dall’ammortizzatore sociale unico» alla «cassa integrazione garantita per tutto il 2024». Reazioni positive anche dai sindacati: per il leader della Uilm, Rocco Palombella, «stasera abbiamo avuto un risultato: non sentire più ArcelorMittal, tra qualche ora la gestione sarà direttamente dello Stato». «È la fine dell’era Mittal, Ora ci sarà una responsabilità del commissario», ha fatto eco il leader della Fiom, Michele De Palma. «Il governo investirà 320 milioni di euro con un prestito ponte — ha evidenziato il segretario generale Fim Cisl, Roberto Benaglia e abbiamo chiesto al governo di correggere il decreto sull’indotto».

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