Ex Ilva, Invitalia chiede l’amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia: c’è il commissario

L’ex Ilva verso il commissariamento. Il socio pubblico Invitalia (che ha il 38% della società) ha infatti inviato al ministero delle Imprese e del Made in Italy l’istanza per richiedere l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia. Decisione motivata dalla società dal fatto «che il socio privato (ArcelorMittal, che detiene il 62% di Acciaierie d’Italia, ndr) si è mostrato indisponibile a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture». 

Il perché della rottura

«Invitalia — è spiegato più dettagliatamente nella nota diffusa dalla società — dopo aver esperito negli ultimi mesi e da ultimo in queste settimane, in costante dialogo con il governo, ogni tentativo possibile di accordo con il socio privato, preso atto dell’indisponibilità di quest’ultimo a contribuire a garantire la continuità aziendale o a sciogliere la joint venture in modo equilibrato e conforme alle normative vigenti anche di fonte europea nell’ambito di una situazione di crisi non dipendente dalla volontà né da responsabilità gestionali della parte pubblica, ha inoltrato al ministero delle Imprese e del Made in Italy, un’istanza per le conseguenti valutazioni tecniche e amministrative per la procedura di amministrazione straordinaria per Acciaierie d’Italia spa». 

La risposta di Acciaierie d’Italia

Non si è fatta attendere la risposta  del socio privato. «Le società Acciaierie d’Italia Spa, AdI Energia Srl, AdI Servizi Marittimi Srl, AdI Tubiforma Srl — ha comunicato il gruppo Acciaierie d’Italia in una nota — hanno depositato domanda di concordato con riserva, con richiesta di misure protettive». Si tratta di una soluzione (che prevede 60-120 giorni di tempo prima dell’istanza di concordato preventivo vera e propria) alternativa all’amministrazione straordinaria. Che, però, si scontrerebbe con il decreto sull’indotto che prevede la sospensione di ogni altra procedura in corso. In ogni caso lunedì sera il governo scoprirà le sue carte con i sindacati e i rappresentanti dell’indotto che, alle 18.15, varcheranno il portone di Palazzo Chigi per l’incontro richiesto la scorsa settimana.

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18 febbraio 2024 ( modifica il 18 febbraio 2024 | 22:08)

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