Ex Ilva, Urso pronto al commissariamento: ArcelorMittal svaluta quote

Il secondo produttore mondiale di acciaio, ArcelorMittal, ha annunciato che il suo utile netto per il 2023 scenderà a 919 milioni di dollari. Il gruppo fa registrare una perdita netta di 2,9 miliardi nel quarto trimestre. Dovuta ad accantonamenti eccezionali per coprire il ritiro del gruppo dal Kazakistan annunciato a fine anno. Un dato superiore alle attese degli analisti che si aspettavano una perdita compresa tra 1,47 miliardi di dollari e 1,7 miliardi di dollari.

Gli incidenti mortali

A seguito di una serie di incidenti mortali nelle sue miniere kazake il gruppo è stato costretto a vendere le sue attività al governo a dicembre. Il gruppo ha ribadito che «la sicurezza dei suoi lavoratori è l'obiettivo primario». L'incidente del 28 ottobre nella miniera di Kostenko a Karaganda, in Kazakistan, ha causato la morte di 46 minatori e ha portato il presidente Kassym-Jomart Tokaiëv a descrivere ArcelorMittal come «la peggiore azienda nella storia del Paese».  Secondo le stime il gruppo ha perso un totale di 2,4 miliardi di dollari in questa operazione. ArcelorMittal ha registrato un accantonamento di 1,4 miliardi per coprire la revisione al ribasso delle prospettive di flusso di cassa della sua controllata italiana in difficoltà, Acciaierie d'Italia

Il decreto sul commissariamento

Proprio sull’ex Ilva ci sono da registrare le dichiarazioni del ministro per il made in Italy, Adolfo Urso, in merito al possibile commissariamento della società: bisogna «anche attendere il confronto con gli azionisti, che è tutt’ora in corso, e che potrebbe portare eventualmente a una soluzione che deve in ogni caso garantire il rilancio produttivo, occupazionale e la
riconversione ambientale. Ma la strada per l’amministrazione
straordinaria
è stata aperta. Ove non ci fossero nel frattempo
altre soluzioni, altrettanto significative per le garanzie sul rilancio industriale e occupazionale, dopo aver messo in salvaguardia i crediti del commissariamento», ha precisato il ministro intervenendo in commissione Industria al Senato dove sono in esame i decreti sull’ex Ilva. 

Gli strumenti e i crediti bancari

«Tutti gli strumenti per il commissariamento sono stati attivati», ha ribadito Urso. Mentre la società ha assottigliato in maniera preoccupante la cassa e rischia di non arrivare a fine febbraio. «Le procedure di commissariamento hanno superato anche il vaglio del Tribunale di Milano. Ora dobbiamo completare il processo che consentirà, alle società del vasto indotto di Acciaierie, di attivare le procedure per cedere i crediti agli istituti bancari, a Mediocredito Centrale, che con l’assicurazione e copertura della Sace potranno acquisire questi crediti», ha spiegato Urso, per «evitare - ha proseguito - che accada, ove si procedesse al commissariamento, ciò che è accaduto purtroppo con la precedente amministrazione straordinaria».

L’assenza dell’ad Morselli al Senato

Urso attacca l’amministratore delegato di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli: «Mi ha stupito apprendere che non sia nemmeno venuta in audizione a dare informazioni al Parlamento. Queste informazioni non sono state date nemmeno al socio pubblico, né ai commissari degli impianti quando le hanno richieste durante la loro visita», evidenzia il ministro. E ammonisce: «È necessario che ci sia la partecipazione di tutti per salvaguardare un asset così importante, mostrando che il Paese ha una chiara politica industriale. Tutti devono collaborare, anche fornendo le informazioni necessarie», conclude il ministro. Non si è fatta attendee la replica della società: «In merito alle audizioni svolte dalla IX Commissione Permanente (Industria, Commercio, Turismo, Agricoltura e Produzione Agroalimentare) del Senato in argomento D.L. Ilva, Acciaierie d’Italia comunica di non essere stata convocata dalla Commissione. Acciaierie d’Italia conferma sin d’ora la sua partecipazione in caso la Commissione ritenga opportuna l’audizione della società».

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