Omicidio sul lavoro, no di Nordio: «Quello stradale non ha diminuito gli incidenti»

No al  reato di omicidio sul lavoro. Il ministro della giustizia Carlo Nordio ha detto di essere contrario all’introduzione del reato dopo il caso degli operai morti a Firenze.  «Proprio questa mattina in Cdm - ha detto il ministro - questo argomento è stato trattato, anche con l'ipotesi di eventuali sanzioni penali. Non è stato trattato il principio, al quale
sarei anche abbastanza contrario, dell'introduzione
dell'omicidio sul lavoro perché con l'esperienza dell'omicidio
stradale,
che ha aumentato a dismisura la pena, gli incidenti
non sono diminuiti ma aumentati».

Nei giorni scorsi l’Unione Sindacale di Base aveva ribadito la necessità di introdurre per legge il reato di omicidio sul lavoro. Una proposta sostenuta da una campagna che secondo la sigla «ha raccolto decine di migliaia di firme tra lavoratori e cittadini». Che il problema delle morte bianche sia emergenziale lo dicono i numeri.  Sono 1.041 le denunce di incidenti mortali sul posto di lavoro arrivate all'Inail in tutto il 2023.

Rispetto ai provvedimenti normativi da introdurre per fronteggiare
il problema delle morti sul lavoro il ministro ha parlato di altre strade da percorrere a partire dalla prevenzione. Sull'istituzione di una procura nazionale titolare delle indagini sulle morti sul lavoro Nordio ha detto che «non risolverebbe il problema». E spiega: «Esiste una circolare del Csm che dice che è sufficiente la creazione di gruppi di lavoro specializzati all'interno delle singole procure e non credo che la creazione di una procura nazionale possa essere più efficace. Ammetto però che la frammentazione soprattutto nelle procure più piccole dove non esistono questi gruppi specializzati possa sembrare insufficiente. Il nostro orientamento è quello di devolvere questa competenza alle procure distrettuali in modo da dare un indirizzo omogeneo quanto meno nell'ambito dello stesso distretto». 

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