«Bonus mamma», perché premia gli stipendi più alti: il conto degli sgravi e i vantaggi

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Una mamma al lavoro da casa in smart working

Il bonus mamma è una delle politiche varate del governo per sostenere la natalità e, più in particolare, le famiglie numerose. Le donne con almeno due figli quest'anno hanno diritto a un esonero della contribuzione previdenziale del 9,19%, fino a un massimo di 3 mila euro annui (250 euro al mese). Non possono accedere al bonus le donne che non hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Sono quindi escluse tutte le autonome e tutte le precarie, oltre alle lavoratrici domestiche. In generale, chi guadagna poco può avere un risparmio sui contributi che non arriva ad assorbire tutti i 3.000 euro, a differenza di chi invece ha uno stipendio più alto. È comunque diffusa la convinzione, tra chi si occupa di misure per le famiglie e la natalità, che queste per essere efficaci debbano essere il più possibile disponibili per tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, e non solo per quelle con redditi più bassi.

Guadagni 700 euro al mese o 2.700? Due casi a confronto

Nel caso del bonus mamma il vantaggio per i redditi più alti è reso ancora più visibile dal fatto che le buste paga fino a 35 mila euro lordi possono già contare sul taglio del cuneo fiscale introdotto prima dal governo Draghi e poi confermato dal governo Meloni. Le due agevolazioni sono tra loro alternative. La Fiom, sindacato dei metalmeccanici della Cgil, ha sintetizzato in una tabella alcuni esempi. Una lavoratrice mamma che guadagna 700 euro al mese può già contare su un esonero contributivo di 49 euro (ma questo per tutti, anche per gli uomini e per chi è senza figli). Il bonus mamma sarebbe di 64 euro ma visto che 49 sono già scontati, indipendentemente dal numero dei figli, lo sconto aggiuntivo sarà di 15,33 euro al mese. Prendiamo poi una mamma con una busta paga da 2.000 euro. Il bonus mamma sarebbe di 183 euro, sempre al mese, ma visto che il taglio del cuneo ne garantisce già 120 lo "sconto" aggiuntivo sarà di 63,8 euro. Infine, prendiamo il caso di una mamma che guadagna 2.720 euro: visto che lo stipendio annuo è superiore ai 35 mila euro lordi l'anno, questa dipendente non ha diritto al taglio del cuneo fiscale, quindi il suo bonus mamma sarà pieno, cioè pari a 250 euro al mese per un totale di 3.000 l'anno.

Aiuti alle famiglie numerose. E chi aspira al primo figlio? 

Il bonus mamma è sicuramente una misura per favorire e incentivare il lavoro delle mamme. Il nostro Paese ne ha un gran bisogno visto che da noi lavora solo il 52% delle donne, un tasso di occupazione che ci vede fanalino di coda in Europa. Bisogna poi tenere conto che il governo nell'ultima legge di Bilancio (ma nelle prossime lo scenario non cambierà) ha dovuto fare i conti con vincoli di finanza pubblica stringenti. Tra le ambizioni della misura anche quella di favorire la natalità. Ma su questo gli addetti ai lavori hanno più di un dubbio. "Più che per la natalità, questa Legge di Bilancio è un provvedimento per le famiglie”, ha commentato Elisa Brini, ricercatrice in demografia all’Università di Firenze intervista dal sito online "Percorsi di secondo welfare". Continua Brini: “gli incentivi sono indirizzati principalmente a famiglie già numerose” e, in questo contesto, “la legge sembra dimenticarsi dei giovani, quelli che non hanno ancora avuto il primo figlio”. Un inizio, ma c'è ancora molto da fare. 

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