Ita-Lufthansa, le richieste dell’Antitrust Ue costano 680 milioni di euro (all’anno)

Per dare l’ok alle nozze l’Antitrust Ue si aspetta che Ita Airways e Lufthansa rinuncino — in parte o del tutto — a 4 milioni di clienti e oltre 680 milioni di euro di ricavi all’anno. Una cifra che sale a un miliardo se si includono nel pacchetto di sacrifici, come auspicano i tecnici di Bruxelles, pure i voli delle alleate commerciali dei tedeschi: United Airlines e Air Canada.

Lo «Statement of objections»

È questo il «costo» della transazione che emerge dalla lettura delle oltre 500 pagine — allegati e tabelle compresi — di «obiezioni» che la Direzione generale della Concorrenza Ue ha inviato nei giorni scorsi al ministero dell’Economia e a Lufthansa e che fonti comunitarie hanno fatto visionare al Corriere. Mef (con Ita) e i tedeschi hanno tempo fino al 26 aprile per replicare con le loro contro-argomentazioni.

Le rotte sotto la lente

Sono 39 le rotte nelle quali l’unione tra italiani e tedeschi ridurrebbe in modo significativo la concorrenza, sostengono gli uffici guidati dalla commissaria europea Margrethe Vestager. Ogni tratta citata — tra Italia ed Europa centrale, Nord America e Giappone — è accompagnata dal numero di passeggeri trasportati e dai ricavi generati da Ita, dal gruppo Lufthansa (incluse Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Air Dolomiti, Eurowings) e da altri, in questo caso rivali.

L’impatto economico

I 12 voli diretti tra l’Italia e l’Europa centrale «attenzionati», per esempio, fanno ricavare a Ita e Lufthansa oltre 265 milioni di euro all’anno. I 14 voli diretti o con scalo — sempre tra Italia ed Europa — portano nelle loro casse circa 73 milioni. Altri 286 milioni si registrano dagli otto collegamenti intercontinentali diretti tra Roma Fiumicino e Usa/Canada. Ai quali si aggiungono 58 milioni di ricavi sulle cinque direttrici di lungo raggio con scalo.

Le direttrici con scalo

Nel 2023, per fare un esempio, tra Firenze e New York la maggior parte dei passeggeri ha volato — e può sembrare sorprendente — con Swiss, facendo scalo a Zurigo. Messi insieme, Ita Airways, il colosso tedesco e l’alleato commerciale United Airlines hanno il 52% del mercato su quella rotta, pari a 28 milioni di euro di ricavi annuali. Troppi, per l’Antitrust Ue. E così gli uni o gli altri o tutti e due devono ridurre la loro presenza. O uscirne del tutto per far entrare un altro concorrente.

Le trattative

Si tratta di sacrifici importanti. Tanto che il presidente di Ita, Antonino Turicchi, ha promesso un confronto serrato. «Dire che su 15 rotte intercontinentali ne sono problematiche 8 per noi è una cosa preoccupante, quindi vedremo di farle ridurre», ha commentato riferendosi al segmento più redditizio per le compagnie. Il pacchetto di «rimedi» messo sul tavolo dei negoziati tra Bruxelles, Roma e Francoforte — spiegano al Corriere due fonti Ue — sarà oggetto di negoziati tra la seconda metà di aprile e la prima metà di maggio. 

Le stime post mediazione

È probabile che si trovi una mediazione. Ma questo potrebbe portare Ita e Lufthansa a dover rinunciare a 300-350 milioni di euro di ricavi all’anno. Una cifra simile a quei 325 milioni che i tedeschi verserebbero in Ita per il 41% del vettore tricolore. E senza considerare l’impatto delle cessioni degli slot a Milano Linate dove le due società assieme detengono il 64% dei posti offerti nel 2024.

Le anomalie

Alcune delle tratte da sacrificare sono «anomale», secondo due esperti. Nei collegamenti tra Milano/Roma e Vienna non solo Ita non vola, ma la stessa Austrian Airlines non è dominante, perché prevalgono le low cost Ryanair e Wizz Air. Una delle tante anomalie, secondo chi segue il dossier, di una trattativa che va avanti da dieci mesi.

lberberi@corriere.it

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