Negli anni successivi alla Riforma Monti-Fornero si è spesso sentito dire, anche dall’allora presidente dell’Inps Tito Boeri (nel 2016), che i giovani rischiano di andare in pensione oltre i 75 anni.
Si tratta in effetti di una possibilità derivante dalla combinazione di due fattori: lavoratori giovani, in uno scenario di elevata crescita dell’attesa di vita (3 mesi ogni 2 anni), con carriere discontinue, precarie e con bassi redditi e quindi pochi contributi versati.
In questi casi, qualora la pensione non superi una volta e mezza l’assegno sociale (circa 670 euro netti), non è possibile godere della pensione di vecchiaia (67 anni di età), ma è necessario attendere la pensione di vecchiaia contributiva (71 anni di età, da incrementare per l’attesa di vita, con 5 di contribuzione).
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I conti
La tabella mostra quali siano i redditi medi da avere, in funzione del numero di anni di lavoro, per poter superare l’attuale asticella di 1,5 volte l’assegno sociale e non rischiare di dover andare a 71 anni e oltre. Per una lavoratrice o un lavoratore dipendente che contribuisse per 20 anni, ci vorrebbe una retribuzione media di 25.982 euro, mentre per autonomi con 25 anni di contribuzione, si tratterebbe di un fatturato medio di 28.580 euro. Si tratta di cifre non alla portata di tutti.
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La possibile riforma per il 2024 migliora la situazione, abbassando la soglia al valore dell’assegno sociale. Per i due profili appena citati, il reddito e il fatturato medio scenderebbero rispettivamente a 17.321 euro e 19.053. Un netto miglioramento, che avvicina il momento della pensione per lavoratori precari e con basso reddito, ma che comunque lascia aperta la possibilità di andare in pensione ad età molto elevate, soprattutto per i più giovani che hanno di fronte a sé molti anni e quindi molti adeguamenti dei requisiti per la crescita dell’attesa di vita.
Di pari passo al tema del tempo c’è poi quello dell’ammontare dell’assegno pensionistico: nel sistema contributivo infatti non c’è il «paracadute» di una pensione minima.
Chi lavora, guadagna e versa poco, oltre a rischiare di andare in pensione dopo i 75 anni, rischia anche di avere una pensione netta inferiore all’assegno sociale.
*Fondatore di Smileconomy
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29 nov 2023
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