Ostaggi di Hamas, la rabbia delle famiglie contro Netanyahu: «Ci hai tradito»

di Davide Frattini

Il premier alle famiglie dei 138 rimasti a Gaza: �Ora non � possibile riportarli indietro�. Un incontro che c’� chi definisce �vergognoso�. Quasi tutti uomini nelle mani di Hamas: forse scambiati per soldati

Ostaggi di Hamas, la rabbia delle famiglie contro Netanyahu: «Ci hai tradito»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — I figli, i fratelli, i padri. Dei 138 ostaggi rimasti nelle segrete di Gaza la maggior parte sono uomini, un centinaio compresi gli stranieri, i thailandesi che lavoravano nei campi attorno alla Striscia e sono stati rapiti all’alba del 7 ottobre. �Adesso non � possibile riportarli tutti indietro� ha esplicitato il premier Benjamin Netanyahu ai famigliari che marted� sono riusciti a incontrarlo dopo giorni di attesa, la speranza di rivederli � invece sempre l� da oltre due mesi.

�Un incontro vergognoso�, ha commentato Danny Miran, � il padre di Omri portavo via dal kibbutz Nahal Oz. Danny ha 78 anni, tre in pi� dello Stato di Israele, di guerre ne ha vissute tante, sa che quando i maschi restano indietro �alla gente gi� importa meno� come dice Omer il cui fratello maggiore � ancora prigioniero. Questo � un Paese che in passato ha negoziato soprattutto la restituzione di soldati catturati in battaglia, difendendo la promessa che nessuno potesse essere abbandonato. Allo stesso tempo — temono i parenti — la logica crudele di Hamas rischia di essere in qualche modo comprensibile ai generali: tutti gli uomini in et� per il servizio militare anche se civili (e compresi i riservisti l’et� pu� spostarsi molto in avanti) sono in qualche modo sempre in divisa. Per loro — spiega l’esperto Gershon Baskin al New York Times — gli jihadisti punteranno a ottenere un prezzo molto alto.

Il quotidiano Haaretz critica la scelta del primo ministro di interrompere le trattative con i terroristi fondamentalisti perch� si rifiutavano di lasciar andare le ultime 15 donne, ci sarebbero anche due bimbi, i fratellini Bibas di 10 mesi e 4 anni. �Mentre esistono ragioni oggettive ed etiche per ottenere il ritorno dei minori prima di tutti — scrive Noa Limone — la domanda � se fosse corretto far saltare i negoziati per una distinzione donne e uomini. Almeno avremmo dovuto pretendere che i bambini venissero liberati con i genitori, non solo le madri�.

Hagai Levine � il medico che assiste le famiglie degli ostaggi. Ha curato quelli usciti dalla prigionia: Hanna Katzir � arrivata con danni al cuore di cui non soffriva, Maya Leimberg, 17 anni, � stata confortata dall’aver con s� la cagnolina, per quasi tutti l’isolamento � stato asfissiante. Levine conosce le condizioni di salute di quelli ancora tenuti, alcuni dei ragazzi portati via dal festival rave nel deserto — di fatto pacifisti che potrebbero esser soldati, secondo la visione binaria e oscurantista di Hamas — soffrono di patologie croniche: �Senza le cure, il dolore pu� diventare insostenibile�. Haaretz sostiene che forse � anche tempo di aggiornare le regole di salvataggio propugnate nel XIX secolo: in uno scontro di forze, i fragili vengono prima. E non sono necessariamente le donne.


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6 dicembre 2023 (modifica il 6 dicembre 2023 | 23:51)

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