Consumi, cosa abbiamo comprato nel 2023? Ecco le 10 parole chiave di un anno di shopping
di Anna Zinola
Carrefour non venderà più i prodotti del gruppo PepsiCo in Francia. A partire da giovedì 4 gennaio, la catena ha deciso di non rifornire i suoi supermercati di bevande come Pepsi, 7Up o il the freddo Lipton perché sono diventati troppo cari. «Non venderemo più questi marchi a causa dei rincari inaccettabili», ha sottolineato un portavoce di Carrefour, avvertendo che un cartello con questa spiegazione sarà affissa sugli scaffali vuoti di Pepsi, Lay’s, Doritos e altri brand della galassia Pepsi.
di Anna Zinola
La mossa di Carrefour è l’ultimo capitolo dello scontro in atto da mesi fra catene della grande distribuzione e produttori di beni di largo consumo. Le prime accusano i secondi di aver alzato i prezzi in misura superiore all’aumento dei costi, aumentando i propri profitti e lasciando ai supermercati l’onere di non scaricare eccessivi rincari sui consumatori. Nel primo semestre del 2023 il margine di redditività di Carrefour è rimasto stabile a 1,9 miliardi di euro, mentre nel corso dell’anno Pepsico ha alzato per tre volte le previsioni di utile per la fine dell’anno grazie soprattutto al costante aumento dei prezzi. Fra giugno e settembre il gigante americano ha alzato i listini in media dell’11%, accettando un calo dei volumi di vendita del 2,5%. E per il 2024 Pepsico ha preannunciato nuovi rincari «modesti», ma evidentemente non abbastanza contenuti per Carrefour.
di Redazione Economia
Finché i consumatori sono disposti a comprare, le multinazionali possono aumentare i prezzi. Una parte di questi rincari è spesso assorbita dalla grande distribuzione che accetta minori margini pur di conservare elevati volumi. Dopo un anno e mezzo di elevata inflazione, però, in alcuni Paesi alcune catene di supermercati hanno giudicato di aver raggiunto il limite di sopportazione nei loro bilanci. In Germania due delle principali insegne della gdo, Edeka e Rewe, hanno interrotto per qualche tempo i contratti di fornitura con Mars, Kellogg’s, Pepsico e Coca-Cola sempre a causa di rincari considerati eccessivi. Alcuni sono ripresi, altri invece sono ancora fermi con annesse liti giudiziarie.
In Italia qualche eco della disputa fra grande distribuzione e produttori è arrivata ai tempi del trimestre anti-inflazione promosso dal ministero delle Imprese e del Made in Italy fra ottobre e dicembre del 2023. Al momento, però, stando a quanto riferiscono fonti di settore, non risultano iniziative simili a quella attuata da Carrefour in Francia. Stando all’ultima rilevazione dell’Istat, a novembre è proseguito il rallentamento dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,6%).
Bollette, scattano le penali per il recesso anticipato: in quali casi si possono applicare
Bonus 2024: infissi, caldaie, colonnine, mutui, carta cultura e asili, ecco tutte le agevolazioni
Consumi, cosa abbiamo comprato nel 2023? Ecco le 10 parole chiave di un anno di shopping
Manovra, per pannolini e prodotti prima infanzia torna l’Iva al 10%
Iscriviti alle newsletter di L'Economia
Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile
Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo
One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)
E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18
Corriere della Sera è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.
04 gen 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Francesco Bertolino
di Redazione Economia
di Massimiliano Jattoni Dall’Asén
di Paola Pica
di Redazione Economia