Pannolini, perché in Italia sono i più costosi del mondo: 327 euro in un mese
di Anna Zinola
Nonostante le critiche e le accuse di negare uno degli obiettivi principi del governo di destra-centro (invertire la curva della natalità venendo incontro alle famiglie che vogliono fare figli), la premier Meloni non ha cambiato idea e la Manovra ha confermato l’aumento dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia. Così, torna al 10% l’imposta sul valore aggiunto per latte, preparazioni alimentari per lattanti, pannolini e seggiolini per bambini da installare negli autoveicoli (per quest’ultimi dal 5% passa addirittura al 22%). Stessa cosa per i prodotti imprescindibili per le donne: assorbenti, tamponi e coppette mestruali. Come si sa, l’Iva su questi prodotti era stata portata al 5% con la legge di Bilancio 2023 proprio da questo governo che, alla caccia dell’ultimo centesimo, ha alla fine deciso che per il 2024 fosse un aiuto per le donne e per le famiglie con figli piccoli al quale si poteva rinunciare.
E non è una decisione da poco. Secondo uno studio fatto dal sito Play Like Mum, sono circa 327 gli euro spesi da una famiglia con bimbo piccolo, tra pannolini, salviette e pasta protettiva, per cambiarlo e pulirlo nel solo primo mese di vita. Una cifra che è tra le più elevate al mondo. Prima di noi, infatti, ci sono solo gli Stati Uniti, che ci superano di pochi centesimi, e il Messico, dove la cifra arriva a toccare i 560 euro. Come avevamo già spiegato qui, nel nostro paese ogni cambio costa circa un euro (47 centesimi per il pannolino e 54 per le salviette). Molto di più della Francia, dove pulire il bimbo costa 63 centesimi (23 per il pannolino e 40 per le salviette) o dell’Austria, che si ferma a 57 centesimi (21 per il pannolino e 36 per le salviette). Da noi, alla fine, pulire un bambino costa il doppio che in Germania, dove la spesa per un cambio si aggira sui 52 centesimi (21 per il pannolino e 31 per le salviette).
di Anna Zinola
Le opposizioni avevano presentato un emendamento per impedire l’aumento al 10% dell’Iva su assorbenti e prodotti per l’infanzia, ma alla fine in Aula alla Camera la maggioranza e il governo lo hanno bocciato. «Il governo della premier Meloni si rimangia la riduzione dell’Iva sui pannolini per i neonati e gli assorbenti femminili», ha tuonato la prima firmataria dell’emendamento, la deputata del Partito democratico, Sara Ferrari. Così, non si è voluto «ovviare ad una discriminazione di genere che pesa sulle donne che in Italia lavorano meno e guadagnano poco e sulle giovani coppie che vanno aiutate a fare figli e non ostacolate aumentando i costi dei beni per l’infanzia». A farle eco la deputata del M5S Ida Carmina: «In un Paese in cui oltre il 63% delle famiglie fatica ad arrivare a fine mese, 14 milioni di cittadini rinunciano alle cure e le rate dei mutui sono insostenibili, l’esecutivo decide di fare cassa sulle donne», è l’accusa lanciata dalla Carmina. «Un fatto stupefacente di fronte alla prima presidente del Consiglio donna della storia».
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30 dic 2023
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