Tasse, pensioni e famiglie: arriva il sì definitivo alla manovra
di Adriana Logroscino
C’è da concludere ancora il 22% dei lavori. Almeno 30 mila cantieri aperti pari a 12,8 miliardi di opere edilizie già ammesse alla detrazione del Superbonus 110% che da dopodomani però cesserà di esistere. Dal primo gennaio la detrazione scende al 70% e diventa un credito d’imposta. Il decreto appena approvato dal consiglio dei ministri certifica la fine della maxi detrazione ideata dal secondo governo Conte nel 2021 e che finora è costata allo Stato circa 100 miliardi di euro. Ma intende venire incontro a cittadini e imprese che fino all’ultimo hanno sperato in una proroga per concludere i lavori con il massimo della detrazione.
Sono salvi tutti i lavori certificati entro il 31 dicembre 2023, anche se non sono terminati ma ad uno stato di avanzamento almeno del 30%, e non bisognerà restituire il credito fiscale maturato: l’articolo 1 del decreto Superbonus esonera dal pagamento tutti coloro che si trovano in questa condizione, famiglie e imprese, che altrimenti avrebbero rischiato di dover restituire somme per un totale stimato di circa 3 miliardi di euro. Si tratta di una sorta di «sanatoria» che salva i crediti acquisiti anche a lavori non conclusi.
Per i beneficiari del Superbonus con reddito Isee fino a 15 mila euro arriva un ulteriore aiuto che proroga di fatto la detrazione al 110%: dal primo gennaio lo Stato - attraverso un fondo ad hoc, per ora di 16 milioni di euro - coprirà il 30% mancante per le spese effettuate fino al 31 ottobre 2024, ma al 31 dicembre 2023 devono aver raggiunto almeno il 60% dello stato di avanzamento dei lavori. Una «beffa che si aggiunge al danno» dice la leader Pd Elly Schlein che parla di «discriminazione nel condominio: hanno fatto un pasticcio, non è una soluzione». Raffaele Nevi di Forza Italia risponde che il decreto «è un’ottima norma a tutela dell’intera filiera dell’edilizia che restituisce serenità a famiglie e imprese». Ma le associazioni sono più critiche. Ance teme «il caos: è una soluzione inefficace di cui alla fine potranno beneficiare in pochissimi». E soprattutto si rischiano migliaia di contenziosi legali.
Una stretta arriva per gli altri bonus. Quello al 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche restringe la detrazione solo ad ascensori, scale, rampe ed esclude persiane elettriche, tapparelle, porte automatiche, ma anche bagni e serramenti. Una novità bocciata da Federlegno-Unicmi che chiedono una correzione. Lo sconto varrà solo per i redditi bassi e le parti comuni dei condomini ad uso abitativo. Nel 2024 scende a 5 mila il bonus per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici
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29 dic 2023
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di Adriana Logroscino
di Claudia Voltattorni
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di Enrico Marro e Claudia Voltattorni