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Un altro World Economic Forum a Davos. Il famosissimo summit di politici e businessmen sulle Alpi svizzere ha perso il lustro di quando era la boutique della globalizzazione, degli anni in cui banchieri e imprenditori hi-tech della Silicon Valley dettavano l’agenda, prevedevano il futuro, mettevano in mostra le loro idee e spesso siglavano affari. Oggi il mondo si sta spezzettando, non solo quello dell’economia. Ciò nonostante, l’appuntamento annuale sotto la montagna incantata di Thomas Mann rimane rilevante: è un palcoscenico dal quale i politici possono lanciare messaggi al mondo, dal quale i boss delle multinazionali esprimono la loro visione (questi ultimi, meglio ascoltarli quando parlano di business, meno quando si cimentano con la politica). Davos, Svizzera
- Al meeting di quest’anno, che inizia oggi e andrà avanti fino al 19 gennaio, parteciperanno 60 capi di Stato e di governo. Volodymyr Zelensky presenterà un piano per arrivare alla fine delle ostilità in Ucraina: vedremo l’accoglienza che riceverà; i cinesi, presenti a Davos con il primo ministro Li Qiang, non parteciperanno alla discussione proposta da Kiev, non un buon viatico visto che sono gli amici di Putin. Per la parte politica, sarà interessante sentire cosa diranno, tra gli altri, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, sempre più favorita per essere riconfermata dopo le elezioni del Parlamento europeo; il nuovo presidente dell’Argentina Javier Milei, visto con curiosità per la sua originalità e anche con interesse dal mondo degli investitori; il presidente francese Emmanuel Macron; il segretario generale dell’Onu António Guterres; il segretario della Nato Jens Stoltenberg.
- Tra gli oltre mille banchieri e capi azienda che saranno al Forum, il più atteso è Sam Altman, il Ceo di OpenAI che nel 2023 ha dato il via all’intelligenza artificiale per le masse (oltre che per business, governi, militari). L’aspettativa è che il 2024 sarà l’anno in cui l’intelligenza artificiale, qualsiasi sia l’impresa che la fornisce, entrerà in ogni angolo della vita.
- In un periodo di guerre, il programma ufficiale del Forum parla poco di geopolitica: non vuole irritare i rappresentanti delle autocrazie che partecipano. Ufficialmente si parla di economia, di commercio, di clima, di salute. Fondamentalmente, al centro vi sarà la discussione su come rendere «resiliente» il mondo.
- Il sondaggio tradizionale tra gli economisti che precede il summit indica che secondo il 56% di loro quest’anno la crescita economica si indebolirà. E, secondo il 70%, la frammentazione provocata dalla geopolitica aumenterà.
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