Germania, la barricata dei trattori contro il governo: «Non smobiliteremo»

di Mara Gergolet

Protesta pacifica dei contadini contro il taglio ai sussidi per il diesel, bloccati centinaia di accessi alle autostrade. Ora tocca a camionisti e macchinisti

Germania, la barricata dei trattori contro il governo: «Non smobiliteremo»

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE BERLINO Ci voleva un certo fisico — con la temperatura a meno 7 alle 11 del mattino — per portare i trattori sotto la Porta di Brandeburgo. Ma serviva altro, non i termometri in picchiata, per deviare l’ira e la protesta dei contadini tedeschi. Che, come promesso, hanno parcheggiato 566 mezzi agricoli tra la colonna di Siegess�ule e la Porta della capitale, nel centro della Germania, a duecento metri dagli uffici di Olaf Scholz. La pi� �grande protesta�, quantomeno la pi� estesa, che il Paese abbia visto nel dopoguerra, si pronosticava alla vigilia.

E davvero, i trattori e le mietitrici hanno bloccato centinaia di accessi alle autostrade (azione perfettamente legale, secondo i tribunali), creato serpentoni di decine di chilometri ai confini, eretto picchetti e palchi improvvisati nei centri di Monaco, Brema, Amburgo. Per�, a fine giornata — a parte qualche fabbrica chiusa, duecento supermercati a Berlino che non hanno ricevuto le provviste, un giorno libero per le scuole in Bassa Sassonia — si � tirato un sospiro collettivo di sollievo: perch� la protesta � stata, tutto sommato, pacifica.

Non finisce certamente qui. I �Bauern�, i contadini, non intendono smobilitare e promettono marce fino ad aprile. Contestano il taglio ai sussidi per il diesel dei loro trattori (alla fine revocato da Scholz) e le tasse sull’acquisto di mezzi agricoli (per ora mantenute): misure che il governo ha dovuto adottare in fretta per correggere e sfrondare il bilancio bocciato dalla Corte costituzionale.

Ma prima di tutto i contadini contestano — ideologicamente, per convinzione e profonda avversione — non tanto le politiche agricole votate a una svolta verde, a un’agricoltura libera dalle fonti fossili e meno �sovvenzionata� dallo Stato, quanto semplicemente l’esistenza del governo �semaforo� di Scholz. Per questo � stato quasi un sollievo vedere che la protesta � stata, classicamente, democratica. Nonostante i 25 mila trattori in marcia nel Baden W�rttenberg, e i 19 mila in Baviera.

Prima, la scorsa settimana, un gruppetto di contadini ha intimidito il ministro dell’Economia Robert Habeck, impedendogli di sbarcare dal traghetto dopo una vacanza, non lontano da casa sua. I �Bauern� radicali girano da tempo con forche appese sui trattori, e nelle campagne vengono disseminati pupazzi impiccati, la faccia dipinta con i colori del semaforo. Che il movimento dei trattori abbia al suo interno un’ala radicale, vicina all’estrema destra, � ormai certo. Che da queste file possano scaturire spinte anti-sistema e anti-Stato — magari sul modello dei gilet gialli — � invece il grande timore tedesco. Ma ieri in tutto il Paese i �radicali� sono stati tenuti sotto controllo.

Non una sfida da poco in ogni caso per il governo Scholz. Che questa settimana dovr� affrontare anche la protesta dei camionisti — pronti a invadere i centri cittadini — e tre giorni di sciopero dei macchinisti, con i treni tedeschi sostanzialmente fermi. L’era merkeliana della pace sociale e del lunghissimo appeasement, dell’accomodamento in una qualche forma di accordo e sovvenzione di tutte le tensioni, vista dalla Porta di Brandeburgo sembra veramente solo un ricordo.


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8 gennaio 2024 (modifica il 8 gennaio 2024 | 23:07)

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