Pnrr, via libera dell’Ecofin all’Italia: ok definitivo al piano da 194 miliardi

Pnrr, via libera dell'Ecofin all'Italia: ok definitivo al piano da 194 miliardi  Pnrr, via libera dell’Ecofin all’Italia: ok definitivo al piano da 194 miliardi

Via libera dell’Ecofin alla revisione dei Pnrr presentati da 13 Paesi membri e finiti nella mattinata di venerdì 8 dicembre sul tavolo dei ministri delle Finanze europei. Tra i nuovi Pnrr approvati - a quanto si apprende da fonti della presidenza dell’Ue - figura anche quello dell’Italia. Con il sì dell’Ecofin il via libera europeo ai Pnrr rivisti con il capitolo RepowerEu diventa definitivo.

Le modifiche di Ecofin

I piani rivisti approvati riguardano Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Finlandia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Polonia e Romania. Ognuno include ora un nuovo capitolo RepoverEu, che contribuirà ad accelerare la transizione dei paesi verso l’energia pulita, diversificando le loro forniture energetiche e migliorando la loro efficienza energetica. Per finanziare questa ambizione, gli Stati membri hanno chiesto di trasferire la propria quota della Brexit Adjustment Reserve (Bar) ai piani. Una mossa che, secondo la Commissione europea, non incide sulla pertinenza, efficacia, efficienza e coerenza dei loro piani di ripresa e resilienza.

Come cambia il Pnrr italiano

Nello specifico, il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano — così come previsto dalle modifiche presentate lo scorso 7 agosto — sale dai precedenti 191,5 miliardi di euro a 194,4: prestiti per 122,6 miliardi e sovvenzioni per 71,8 miliardi. L’aumento è stato possibile anche per un conseguente incremento di obiettivi che, dai 527 originari, diventano 614 e saranno rivolti anche a un rafforzamento della preparazione digitale dell’Italia, oltre che a una dimensione sociale. Le sovvenzioni sono aumentate di una piccola quota, pari a 144 milioni di euro, mentre il contributo aggiuntivo per il RepowerEu è da 2,7 miliardi. Le risorse in più raggiungono, quindi, è di 11,2 miliardi di euro: una cifra inferiore dei 19,2 miliardi richiesti dall’Italia perché alcuni dei progetti non hanno superato il giudizio europeo per il rischio che andassero oltre la scadenza prevista del 2026.

Fitto: «Lavoro di qualità, ma non è un punto di arrivo»

«Dopo il parere positivo della Commissione europea — ha affermato la premier, Giorgia Meloni —, il Consiglio ha oggi approvato la revisione del Pnrr italiano. Un altro grande risultato del Governo che conferma la serietà e l’efficacia del lavoro svolto in questi mesi. Intendiamo proseguire su questa strada, nella consapevolezza che il successo del nostro Pnrr è nell’interesse della nazione e dei cittadini». È della stessa opinione il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto: «Si conclude così in maniera positiva un lavoro intenso condotto con grande incisività ed efficacia dal governo italiano in stretta collaborazione con la Commissione europea. Quello di oggi — conclude — è certamente un passaggio decisivo ed importantissimo ma non è un punto di arrivo. Il governo, in costante collaborazione con la Commissione europea, è già a lavoro per l’attuazione del Piano rivisto, a partire dagli obiettivi previsti per la quinta rata la cui richiesta verrà presentata in tempi brevi».

La situazione delle rate

È ancora aperta, invece, la questione delle rate. Per quanto riguarda la quarta, da 18,5 miliardi di euro, è ancora sotto esame il raggiungimento di 28 degli obiettivi previsti per il primo semestre dell’anno in corso. Il governo punta a un accredito entro il 31 dicembre, così da ricevere in totale 35 miliardi, se si conta anche la terza tranche del 2023. La quinta rata, poi, si riduce notevolmente essendo collegata agli obiettivi in scadenza alla fine dell’anno: dai 18 miliardi originari (per ben 69 obiettivi) scende verso quota 12. Di conseguenza, anche la sesta - destinata al primo semestre del 2024 - cala da 11 a 10 miliardi. Lo Stato, quindi, riceverà per il Pnrr meno di 22 miliardi (dai 28 previsti).

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