La potremmo chiamare la rivincita del discount. Complici gli anni di inflazione record, stanno cambiando le abitudini degli italiani rispetto al carrello della spesa. Non si va più solo nel supermercato di quartiere o in quello di fiducia, le famiglie iniziano a guardarsi intorno per cercare prezzi più bassi rispetto alla media. Un fenomeno che emerge anche leggendo alcune indagini di settore.
Discount, la grande rivincita dei prezzi bassi (e la caccia ai prodotti no marca)


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I dati
Altroconsumo, ad esempio, a settembre ha pubblicato un’analisi su oltre 1.200 punti vendita confrontando più di 1,6 milioni di prezzi analizzati. Il risultato? Scegliere l’insegna o il punto vendita più economico e quindi il discount consente di risparmiare fino a 3.455 euro all’anno. A confermare questo cambio di passo è anche Coldiretti, che rilevava già per il 2022 un aumento delle vendite dei discount pari al 10,3%. Se si guarda gli ultimi dati Istat sul commercio al dettaglio il trend è confermato da un +6,9% di novembre 2023 su novembre 2022 per i discount alimentari e un +8,5% considerando il periodo gennaio-novembre. Numeri più elevati rispetto agli iper e ai supermercati. La crescita è ovviamente più alta nel valore che nel volume: un effetto legato all’inflazione che fa lievitare i prezzi del prodotto.

Caccia al discount
La caccia al discount (e al risparmio) entra quindi nel quotidiano degli italiani. Ai tradizionali supermercati si affiancano così, come spiegano da Altroconsumo, insegne meno note a livello nazionale come Famila Superstore, In’s Mercato, Sigma, Di Più insieme ai più noti Lidl, Aldi ed Eurospin. Ma cosa si compra al discount? Soprattutto alimentari pane, pasta e riso, meno carne e pesce. Con l’aumentare dell’inflazione cresce poi il successo delle private label: prodotti con il marchio della catena su cui ora puntano anche iper e super per contrastare l’avanzata degli store dai prezzi bassi. A vincere sono anche i prodotti no logo, spesso imitazioni di marche più celebri ma considerati convenienti senza grandi rinunce in termini di qualità.
Nuove strategie
Oltre ai luoghi di consumo cambiano poi le strategie degli italiani in fatto di spesa. In uno scenario di prezzi elevati i consumatori si sono adattati. Se in testa alla classifica delle strategie salva-carrello c’è il ricorso, per Coldiretti/Censis ,a sconti e promozioni, al secondo posto troviamo il taglio degli sprechi, con una maggiore sensibilità verso la riduzione dei rifiuti alimentari. Vince, in breve, la cucina degli avanzi. Secondo Coldiretti/Censis il 76,9% degli italiani prepara regolarmente una lista della spesa con relativa programmazione di cosa comprare per difendere il budget familiare. Niente eccessi quindi ma minuziosa ricerca della convenienza.
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11 gen 2024
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