Lite Ryanair-Enac. O’Leary: «Bugie su low cost». Di Palma: «Porti rispetto»
di Leonard Berberi
Per il capo di Ryanair in Italia ci sono «milioni» di biglietti low cost. Questo, dice, grazie al vettore irlandese che «aumenta l’offerta e tiene basse le tariffe». A differenza di altre aviolinee che — sempre secondo lui — «riducono la loro presenza nel Paese e quindi alzano i prezzi». «Basta un semplice controllo sul nostro sito per accorgersi di quanti posti a cifre convenienti stiamo mettendo in vendita», spiega al telefono al Corriere Michael O’Leary, amministratore delegato del gruppo Ryanair. Il manager parla da Malta dove la società ha la divisione che si occupa dei collegamenti da e per l’Italia.
Negli ultimi giorni se l’è presa con il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile del nostro Paese che ha parlato di fine dei voli low cost.
«Lui deve rispettare la legge europea che stabilisce una cosa molto semplice: le compagnie aeree sono libere di fissare i prezzi. E non deve dire falsità».
Di che tipo?
«Parla di un oligopolio in Italia. Cosa non vera».
Dice che avete il 51% del mercato.
«Falso. Abbiamo il 36%».
Sostiene anche che non esistono più biglietti convenienti per spostarsi in aereo.
«Falso anche questo».
Deve ammettere però che le tariffe a 0,99 o 4,99 euro — quelle che si vedevano un tempo — non si vedono più.
«È così. Ma sono stato io, due anni fa, a dire per primo che con il barile del petrolio a 80-100 dollari non sono più possibili i biglietti nemmeno a 9,99 euro, figurarsi più bassi».
Quindi ha ragione il presidente dell’Enac...
«No, niente affatto. Abbiamo centinaia di migliaia, che dico, milioni di posti in vendita a meno di 29,99 euro».
di Leonard Berberi
Il vostro sedile meno caro — secondo l’analisi del Corriere — è di 14,98 euro. Quanti di questi ne avete, in media, in un volo?
«Non saprei dirlo, dipende molto dal volo, da come e quanto sta vendendo in ogni dato momento».
Ma c’è un momento in cui i prezzi sono inferiori alla media vostra?
«Le posso dire che il martedì e la seconda settimana di maggio ci sono un sacco di sedili a 14,99 e 19,99 euro. Ma se si vuole viaggiare un venerdì, magari prima di un lungo ponte, di posti a quelle cifre ce ne sono pochi perché tutti vogliono viaggiare».
Quindi dobbiamo toglierci dalla testa di pagare poco il venerdì?
«No. Ci sono anche quel giorno — e pure il lunedì per l’eventuale rientro a casa — migliaia di posti a 19,99, 24,99 e 29,99 euro. Questo comprende i periodi di picco. Basta prenotare per tempo».
Come sarà la curva tariffaria per voi quest’anno?
«Mi sembra ancora un po’ prematuro. La nostra offerta in Italia aumenterà del 10% nella stagione estiva 2024 (che nel trasporto aereo va da fine marzo a fine ottobre, ndr). In generale i prezzi saliranno del 5-10% non perché c’è un oligopolio, come dice il presidente dell’Enac, ma per tutti i problemi dovuti alle consegne degli aerei».
Quindi anche voi sarete più cari.
«In realtà no. Con quel 10% di offerta in più dobbiamo tenere a bada le tariffe. Abbiamo messo in vendita un maggior numero di sedili a cifre convenienti».
Dove, in particolare?
«Soprattutto a Reggio Calabria e Trieste. E in generale in tutte le nuove rotte».
di Leonard Berberi
Il vostro anno finanziario si è chiuso il 31 marzo. Ci può anticipare qualche numero?
«Non ci penso nemmeno. Deve aspettare la pubblicazione prevista secondo il calendario».
E a proposito delle tariffe?
«Nel periodo aprile 2023-marzo 2024 abbiamo trasportato 183 milioni di passeggeri nel nostro intero network che hanno pagato in media 44 euro a tratta. Questo vuol dire che alcuni hanno sborsato 200 euro, ma la maggior parte ha speso una cifra decisamente più bassa».
Vanno però aggiunti i servizi extra (scelta del posto, bagaglio a mano, bagaglio in stiva).
«Parliamo di 20 euro, sempre in media, a passeggero. Quindi se consideriamo anche questa voce la tariffa media totale sborsata è stata di 64 euro».
Assaeroporti, la principale associazione degli scali in Italia, chiede al governo di ridurre l’addizionale comunale dagli attuali 6,5 euro a 2,5 euro. Che ne pensa?
«Non è sufficiente. Dovrebbero proprio toglierla del tutto».
La stessa associazione ha presentato anche i numeri di febbraio degli scali italiani: 10,6 milioni di passeggeri effettivi, +18% sullo stesso mese del 2023 e +12% rispetto a cinque anni fa, pre Covid. Il traffico aumenta ancora...
«E le posso assicurare che quei viaggiatori in più li ha quasi tutti trasportati Ryanair».
lberberi@corriere.it
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