Trump «incoronato» dai repubblicani: è il candidato ufficiale e sceglie J.D. Vance come vice. Sull'attentato: «Potrei essere morto»
L'ex inquilino della Casa Bianca svela il nome del candidato vicepresidente: J.D. Vance, senatore dell'Ohio. Trump, nominato ufficialmente candidato dei repubblicani alle presidenziali, si prepara per il discorso di giovedì
DALLA NOSTRA INVIATA
MILWAUKEE — Donald Trump ha scelto il senatore dell’Ohio J.D. Vance come vice. Gli «indizi» si accumulavano da giorni, anche se secondo la Cnn il diretto interessato l’avrebbe scoperto solo venti minuti prima: la campagna elettorale aveva diffuso ripetutamente la sua biografia via email.
Era stato reso noto che il figlio di Trump, Donald Jr, molto amico di Vance, avrebbe presentato il vice sul palco della convention mercoledì; infine lunedì molti hanno condiviso il video del senatore che lasciava la sua casa in Ohio, diretto a Milwaukee, accompagnato dalla scorta come si addice a un candidato alla vicepresidenza.
Immediata la risposta della campagna elettorale di Biden, che lo definisce il «candidato dei miliardari e delle corporation» e un sostenitore del divieto nazionale all’aborto: «Trump ha scelto J.D. Vance perché farà quello che Mike Pence rifiutò di fare il 6 gennaio: farà di tutto per promuovere Trump e il suo programma estremista Make America Great Again, anche se ciò significasse infrangere la legge e indipendentemente dal danno che può infliggere al popolo americano».
La notizia è arrivata mentre era in corso il voto dei delegati, nella prima giornata della convention di Milwaukee, che hanno incoronato Trump candidato del Partito repubblicano. A nominarlo sono stati Mike Johnson, lo speaker della Camera, e due funzionari del partito, uno dell’Iowa (lo Stato dove dimostrò per primo la sua forza nei gelidi caucus di gennaio) e l’altro del Nevada (lo Stato che ha preferito votare per «nessuno» nelle primarie piuttosto che per la sua rivale Nikki Haley). Sono stati i 125 delegati della Florida, lo Stato di Trump, guidati da suo figlio Eric, a fargli superare la soglia dei 1.215 necessari per la nomination.
Alla giornalista Salena Zito del Washington Examiner, che avrebbe dovuto intervistarlo dopo il comizio a Butler ma che si è ritrovata a terra sotto i proiettili a far scudo alla figlia, ha detto: «Potrei essere morto» e ha spiegato che ha riscritto il suo discorso finale, scegliendo un messaggio per «unire il Paese». Il suo team ha passato la domenica a telefonare ai singoli speaker per evitare che accusino la sinistra per l’attentato (come peraltro aveva fatto lo stesso J. D. Vance) dicendo che gli americani hanno bisogno — piuttosto — di vedere la contrapposizione tra Biden e Trump sui temi a loro cari, come immigrazione, economia e crimine. Il primo giorno della convention mirava a raccontare storie di gente comune che soffre per «la crisi economica nell’America di Joe Biden». Storie tra le quali vengono evidenziate anche voci di due immigrate legali, due madri, Vanessa, peruviana, che lamenta il peso dell’inflazione, e Linda, giunta dal Nicaragua, che dice di aver appoggiato in passato Biden.
I manager di Trump puntano a conquistare gli elettori indecisi e pensano che usare la convention per parlare di teorie del complotto potrebbe alterare la predisposizione positiva che si è creata. Un equilibrio non facile, sia per la tendenza istintiva di Trump ad attaccare, sia perché il suo stesso staff non fa mistero di essere scosso da quanto accaduto. Ieri Trump ha pubblicato un post durissimo contro le incriminazioni nei suoi confronti, definendole «caccia alle streghe», «processi zombie», «imbrogli sul 6 gennaio» e «interferenze elettorali contro il principale rivale politico di Joe Biden».
Il suo ex capo dello staff alla Casa Bianca Reince Priebus, parlando a margine della convention, ha sminuito la durezza di quel post («Potete farlo vedere in tv ai vostri bambini») e lo ha contestualizzato: è scritto dopo che la giudice della Florida, Aileen Cannon, ha archiviato il processo per i documenti top secret nascosti a Mar-a-Lago, stabilendo che la nomina del procuratore speciale Jack Smith che indagava sul caso ha violato la Costituzione.
Un vizio formale, che l’accusa probabilmente impugnerà, ma che è comunque un altro regalo per Trump. Un altro gran regalo sarebbe l’endorsement di Robert F. Kennedy, candidato indipendente alla Casa Bianca: Trump l’ha incontrato ieri per chiedergli di appoggiarlo, ma per ora lo staff del nipote di Jfk afferma che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa e che i due si sono visti solo per parlare di «unità nazionale».