Chi è JD Vance, il candidato di Trump alla vicepresidenza della Casa Bianca
39 anni: ha combattuto in Iraq, studiato a Yale e lavorato nella finanza con il trumpiano Peter Thiel. Aveva definito Trump «riprovevole e nocivo», ma poi si è allineato
DALLA NOSTRA INVIATA
MILWAUKEE - Donald Trump ha scelto il senatore dell’Ohio JD Vance come vice. La notizia era diventata sempre più probabile negli ultimi giorni: la campagna elettorale aveva diffuso ripetutamente la sua “storia” via email; era stato reso noto che il figlio di Trump, Don Jr, molto vicino a Vance, avrebbe presentato il vice sul palco della convention mercoledì; infine lunedì molti hanno condiviso il video di Vance che lasciava la sua casa in Ohio, diretto a Milwaukee, accompagnato da una scorta come si addice ad un candidato alla vicepresidenza.
Due anni fa la rivista New Statesman scrisse: «Primo: frequenta una università Ivy League university e lavora per un prestigiosa rivista di diritto. Secondo: scrivi un memoir lirico sulle tue origini in una famiglia difficile. Terzo: diventa senatore di uno stato del Midwest. Quarto: diventa presidente degli Stati Uniti. Questa è stata la traiettoria di Barack Obama. Potrebbe essere anche quella di JD Vance?»
Nel mondo del business c’è chi avrebbe preferito nel “ticket con Trump” il governatore del North Dakota, Doug Burgum, percepito come più moderato e più vicino agli interessi di Wall Street oppure il senatore Marco Rubio della Florida, figlio di immigrati cubani e dunque di potenziale appeal per una parte dell’elettorato ispanico, che ha trascorso più anni di Vance al Senato (è considerato una voce importante in politica estera). Vance è il più ideologicamente allineato a Trump ed è la figura forse più adatta a entusiasmare lo zoccolo duro dell’elettorato MAGA. Inoltre, a 39 anni, trasmette una importante ventata millennial alla corsa.
La storia di Vance, cresciuto in una cittadina industriale di Middletown, in Ohio, senza una figura paterna stabile, con la mamma alcolizzata, la fiera nonna del Kentucky “Mamaw” che gli insegnò l’importanza di andare bene a scuola ha indubbiamente una grande forza. Nel 2016, l’autobiografia di Vance, Hillbilly Elegy - diventata anche un film di Netflix- riscosse un successo immediato, anche perché rifletteva gli aneliti di una intera comunità prevalentemente bianca economicamente depressa, la stessa comunità che delusa dal partito democratico, permise a Trump di conquistare la presidenza nel 2016. Ma JD ha anche una moglie, Usha, che è figlia di immigrati indiani: hanno tre figli.
È stato Marine in Iraq, poi ha studiato a Yale, ha lavorato per il fondo di venture capital del miliardario Peter Thiel, che ha lasciato per creare una organizzazione per combattere la crisi degli oppioidi in Ohio e per fondare la sua ditta di private equity, Narya Capital (riferimento a JRR Tolkien). Nel 2019 si è convertito l cattolicesimo.
Mentre dopo l’attentato alla sua vita, Trump ha detto di voler diffondere un messaggio più unitario, Vance è stato il suo “attack dog” sin da subito - una funzione spesso associata ai vice -, affermando su X che non si è trattato di un incidente isolato, ma della diretta conseguenza della retorica dei democratici che presentano Trump come il male assoluto e una minaccia esistenziale per la democrazia.
Vance è “ultra-Maga” e "America First" in politica estera: si è opposto agli aiuti all'Ucraina - anche più di Trump. Alla rivista Times, quando Biden volò in Normandia a giugno, Vance disse che «l’establishment di politica estera è ossessionato dalle analogie storiche con la Seconda guerra mondiale e tutto è una specie di fiaba che si raccontano dagli anni 30 e 40».
Alla conferenza annuale dei conservatori a Orlando lo scorso novembre, Vance ha detto a Vanity Fair che consiglierebbe a Trump, se diventasse di nuovo presidente nel 2024, di «licenziare ogni singolo burocrate di medio livello, ogni funzionario dell’amministrazione statale, rimpiazzandoli con i nostri uomini».