Kimberly Cheatle, la direttrice dei Servizi segreti Usa travolta dalle polemiche dopo l'attentato a Trump: troppi errori e falle nella gestione dell'emergenza

diGuido Olimpio

La dinamica dell'attentato a Donald Trump ha spinto l’agenzia diretta da Kimberly Cheatle con le spalle al muro: errori che si sono sommati a una tradizione pesante, con il «servizio» considerato perennemente in crisi

Sabato c’era Donald Trump sulla linea di tiro. Oggi la sagoma ha – idealmente- il volto di Kimberly A. Cheatle e l’istituzione che dirige dal 2022 e dove ha militato per quasi trent’anni: il Secret Service. Un desiderio di appartenenza alle forze dell’ordine rinsaldato da vicende familiari. Suo fratello, morto prematuramente in un incidente stradale, voleva diventare poliziotto e per lei, come ha detto in un’intervista, è diventato fonte di ispirazione.

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La dinamica dell’attentato ha spinto l’agenzia con le spalle al muro. Troppe falle nella prevenzione, caotica anche la seconda fase quando il candidato doveva essere portato via rapidamente. Errori che si sono sommati ad una tradizione pesante, con il «servizio» considerato perennemente in crisi. Il personale è ritenuto insufficiente – gli oltre 7 mila funzionari non bastano -, il morale delle unità è calato in modo sensibile, i turni di lavoro sono cresciuti. 

Difficoltà croniche che sono state enfatizzate dal «vento» che soffia sull’America. Estremismo, polarizzazione, demonizzazione dell’avversario politico e giustificazione di ogni mezzo per fermarlo, propensione di alcuni alla violenza e la ben nota disponibilità di bocche da fuoco. Il cocktail perfetto a volte reso più velenoso da ingredienti non chiari: l’instabile, il ragazzo in guerra con il mondo. Ognuno può essere un’insidia, ogni singola minaccia va analizzata e parata. Ma la coperta, ripetono gli analisti, è corta.

C’è tutto questo sul tavolo di Kimberly A. Cheatle, sono questi i pericoli che attendono le unità incaricate di vegliare su Casa Bianca e personaggi. Dalla semplice guardia all’investigatore chiamato a lavorare su una segnalazione che può sembrare specifica o stramba ma che non hai il lusso di trascurarla.

I repubblicani chiedono conto alla direttrice mentre si diffondono informazioni poco accurate ma che contribuiscono a rendere difficili le cose. Una nota esponente conservatrice, Ann Coulter, ha presentato una raccolta di firme per contestare le quote rosa nei ranghi del Secret Service. Un’accusa legata a quanto avvenuto al comizio di The Donald con alcune donne della scorta apparse non proprio a loro agio in quei momenti concitati.

E così Cheatle si trova sotto assedio, con tre missioni da affrontare. La prima. Il suo «dipartimento» è oggetto di indagine, deve dimostrare di aver fatto il possibile, con ricostruzioni attendibili. L’inchiesta è stata invocata dai seguaci di Trump ma ordinata dal presidente Joe Biden che conosce più di altri la funzionaria perché dirigeva le operazioni per tutelarlo e proteggerlo. 

La seconda. Garantire la massima protezione durante l’ultima parte della campagna elettorale dove potrebbe accadere ancora molto

La terza. Contribuire a far luce sull’imboscata al comizio, compito ripartito tra diverse agenzie e non sempre in armonia. È attesa da domande, audizioni parlamentari (una già il 22 luglio), critiche.

Nel paese c’è chi sospetta di tutto e di più. Per alcuni lo sparatore Thomas Matthew Crooks è un nuovo Lee Oswald (l’ex marine che assassinò John Kennedy). Per altri una marionetta, un manipolato, un provocatore mandato allo sbaraglio. Per altri ancora un «mutante», un ex studente in apparenza tranquillo, tramutatosi in cecchino. E il problema, però, è che la nazione è frammentata. Il Congresso è stato vilipeso e assaltato. L’Fbi accusato di far politica, l’intelligence idem. Qualsiasi verità rischia di essere accettata solo da una parte. Un po’ lo è sempre stato, ma adesso è ancora di più.

15 luglio 2024 ( modifica il 15 luglio 2024 | 11:46)

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