Biden sull'attentato a Trump: «Le questioni si risolvono alle urne, non con le pallottole»
Nel breve discorso alla nazione dallo Studio ovale il presidente invita i cittadini alla calma. È una retorica molto diversa da quella combattiva dei giorni scorsi contro il tycoon
MILWAUKEE (Wisconsin) – Abbassare la temperatura, non considerare chi ha idee politiche diverse un nemico, ricordare sempre che l’influenza esercitata dagli Stati Uniti nel mondo «dipende dalle grandi cose che sappiamo fare quando ci muoviamo insieme». È una retorica molto diversa da quella combattiva dei giorni scorsi, quella scelta da Joe Biden ieri sera per il breve discorso alla nazione dallo Studio Ovale dopo il tentativo di assassinare Donald Trump: il terzo discorso di tutta la sua presidenza pronunciato dal luogo più solenne della Casa Bianca.
Il leader democratico ha parlato per meno di dieci minuti evitando di accusare di nuovo Trump di avere disegni autoritari. Si è limitato a dire che le differenze tra loro sono profonde: «Comincia la convention repubblicana dove io verrò attaccato. Poi io replicherò nei comizi». Questioni serie, ma vanno «risolte nelle urne, non con le pallottole».
Il presidente ha invitato tutti a non trarre conclusioni affrettate sulla matrice politica dell’attentato: si sa ancora poco delle motivazioni dell’attentatore, si rischia di prendere una strada sbagliata, facendo altri danni.
Biden, evidentemente, vorrebbe disinnescare sul nascere le teorie cospirative sull’attentato: c’è il rischio di avvelenare ulteriormente il clima politico, anziché inaugurare una pausa di riflessione. Ora la parola passa a Donald Trump che è arrivato ieri sera a Milwaukee per la convention repubblicana: inizia stamani in questa città del Wisconsin.
Certo, l’istinto dell’ex presidente è sempre quello di combattere, di usare linguaggi brutali. Ma stavolta potrebbe scegliere anche lui di abbassare i toni. Dopo quello che è successo in Pennsylvania, Trump non ha forse più bisogno di attirare l’attenzione su di sé, né di stimolare la base MAGA, già compatta dietro di lui, mentre gli strateghi della sua campagna ritengono ora possibile conquistare i moderati e gli indecisi di diversi Stati. Compresi quelli di Virginia e New Hampshire, che, dati per sicuri per il campo democratico fino a pochi giorni fa, potrebbero ora diventare improvvisamente Stati in bilico, soprattutto per la disaffezione dei giovani.
Difficile che Trump scelga una retorica come quella di Biden: Joe ha detto addirittura di pregare per l’ex presidente ferito. The Donald può essere meno brutale ma non rinunciare alla cifra del combattente. Del resto anche Biden, che è certamente in difficoltà, non si è presentato nello studio Ovale totalmente disarmato: ammonendo che senza rispetto reciproco l’America perde centralità, il presidente ha invitato il suo popolo a non scivolare lungo la china della violenza, da lui descritta con esempi – dall’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021,alle minacce agli scrutatori nei seggi elettorali, fino al tentativo di rapire una governatrice (Gretchen Whitmer del Michigan, ndr) – nei quali la sinistra è sempre stata vittima.