Trump vola già a Milwaukee: «Resisteremo alla Malvagità»

diViviana Mazza

Ivanka: «Mia madre l’ha protetto dal cielo». Melania: «Un mostro voleva portarcelo via»

DALLA NOSTRA INVIATA A MILWAUKEE - Il pugno sollevato nonostante il sangue sul viso. Il modo indignato e sprezzante con cui si è rialzato in piedi pochi secondi dopo aver cercato rifugio dai proiettili sotto il palco. Il grido «Fight» («Lottate»). E la bandiera americana che sventola sullo sfondo. Le immagini di Donald Trump dopo l’attentato di sabato sono già un simbolo che riscriverà la storia di questa campagna elettorale e della politica americana.

E subito, già il giorno dopo, l’ex presidente determinato a riprendersi la Casa Bianca è volato a Milwaukee per la convention del suo partito. «Un mostro», scrive la moglie Melania in una lettera pubblicata sui social, «ha visto in mio marito una macchina politica disumana e ha cercato di portar via la sua passione: la sua risata, la sua genialità, l’amore per la musica e l’ispirazione». La figlia Ivanka scrive che è stata sua madre Ivana, morta esattamente due anni fa, a proteggere dal cielo suo padre.

Nella cerchia di Trump c’era chi temeva da tempo un tentativo di assassinio, afferma una reporter del sito Semafor: gli assistenti spesso parlavano di come il disprezzo profondo di una grossa parte degli americani potesse diventare letale — e alcuni suggerivano trame oscure di complotti per eliminarlo. Il commentatore di Fox News Tucker Carlson aveva detto l’anno scorso: «La strada verso l’assassinio ovviamente si sta accorciando. Nessuno lo dice pubblicamente, ma questa è l’ovvia conclusione».

In ogni caso, i sostenitori di Trump pensano che la forza con cui ha reagito lo aiuterà. «Non è semplicemente sopravvissuto. Ha appena vinto le elezioni», dichiara Derrick Van Orden, deputato del Wisconsin. Dice il sondaggista Frank Luntz: «La sparatoria garantirà che ogni elettore di Trump vada a votare».

Ma sarebbe un errore pensare che solo i fedelissimi siano rimasti impressionati. All’indomani dell’attentato, leggiamo sui social messaggi come questi di opinionisti di destra da anni critici di Trump: «Quello che è successo ieri, la sua reazione coraggiosa e sprezzante... ha smosso qualcosa in me che non credevo di avere» (Scott Morefield); «Quest’uomo non mi è mai piaciuto e non mi piacerà mai: ma questa foto mi riempie d’orgoglio... Un candidato presidenziale temerario nonostante il volto insanguinato dovrebbe commuovere ogni americano che abbia il sangue che scorre nelle vene» (Justin Stapley).

La differenza di immagine con Biden non potrebbe essere più netta. Nella notte le telecamere hanno ripreso il presidente mentre saliva lentamente sulle scale dell’Air Force One con le scarpe con la suola speciale antiscivolo. Ma al di là dell’immagine, Biden e il partito democratico, che ora sono accusati dai repubblicani di aver alimentato la violenza definendo il rivale una «minaccia esistenziale», si trovano a ripensare la loro strategia: come fare a conciliare gli attacchi con l’appello all’unità? Per ora hanno sospeso gli spot anti Trump programmati in coincidenza con la convention repubblicana. Alcuni in campo democratico invitano a non dimenticare che l’ex presidente e i suoi sostenitori hanno difeso i rivoltosi al Congresso, hanno deriso l’attacco contro il marito di Nancy Pelosi... Ma Trump verrà accolto a Milwaukee come un eroe, un combattente — persino un messia agli occhi dei cristiani evangelici.

Lo youtuber Jake Paul, che ha legioni di giovani seguaci, ha twittato: «È chiaro: Dio vuole che vinca. Quando provi a uccidere gli angeli e i salvatori del mondo, Lui li rende più grandi». Al suo ex dottore della Casa Bianca, Trump ha confessato: «Quel grafico che stavo descrivendo al comizio mi ha salvato la vita» (girandosi a destra ha fatto sì che il proiettile lo ferisse all’orecchio anziché colpirlo alla testa). E ieri, sul suo social Truth, ha scritto: «Dio ha impedito che accadesse l’impensabile. Non avremo paura, resisteremo nella nostra fede, sprezzanti di fronte alla Malvagità. Amo davvero il nostro Paese, e amo tutti voi, non vedo l’ora di parlare alla nostra Grande Nazione questa settimana in Wisconsin».

«Sarà accolto come un martire», dice l’ex manager della campagna di Obama David Axelrod.

15 luglio 2024

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