Chi era Thomas Crooks, l'attentatore di Trump: l'amore per le armi (per le quali era giudicato «scarso»), il bullismo subito a scuola
Thomas Matthew Crooks, 20enne della Pennsylvania, aveva un passato da buono studente, «ma era stato bullizzato». Aveva ordigni a casa e in auto: il club di tiro lo aveva respinto perché «scarso». Portava la maglietta di Demolition Ranch, canale web sulle armi
«Voglio capire cosa diavolo sia successo», ha detto veloce a un giornalista il padre di Thomas Matthew Crooks che lo incalza per avere una reazione. E non è l’unico a volere sapere, negli Usa e altrove, mentre corrono le teorie sull’attentato a Donald Trump. Un’azione compiuta, in apparenza, da un ragazzo qualsiasi, simile a numerosi sparatori della lunga storia americana. Figure pronte a uccidere, a volte in cerca di infamia o notorietà «negativa», obiettivo da raggiungere con spargimento di sangue.
La storia di questo ventenne è chiusa nella zona di Bethel Park, Pennsylvania, a meno di un’ora dall’area del comizio del candidato-imprenditore. Le informazioni sul suo breve passato sono parziali, almeno in questa fase. Diploma al liceo locale due anni fa, bravo in matematica e scienze come testimonia un premio ricevuto, è descritto come «solitario» e con pochi amici, non tradiva emozioni, pare fosse bullizzato. Un aspetto personale sul quale i racconti non collimano. Per uno studente l’omicida «era preso di mira costantemente», un altro è sembrato più cauto riferendosi a episodi isolati. Una narrazione confusa e comune ad altri casi che può indicare una traccia da esplorare ma anche essere fuorviante.
L’album dell’istituto contiene una foto classica, di un ragazzino con gli occhiali, i capelli pettinati da un lato, la maglietta con la bandiera e il volto di Washington. Una clip breve lo mostra il giorno del diploma. Frammenti normali di vita americana. Diversa, invece, la versione di uno studente: ad una tv ha dichiarato che il killer non di rado indossava la mimetica e abiti da cacciatore, un segno esteriore di una possibile passione per le armi confermato dalla maglietta che portava al momento dell’imboscata, sabato pomeriggio. Una T-shirt di Demolition Ranch, canale Youtube dedicato sempre alle armi.
Thomas, dicono altri report, avrebbe lavorato per un certo periodo nella mensa di una casa di cura e non sembra avesse avuto precedenti giudiziari. Un vicino ha alluso a presunti contrasti con il padre, ma è un particolare da confermare. Uno zio, invece, ha offerto un angolo diverso: «Non avevamo più rapporti con loro (la famiglia), erano molti riservati».
I media, così come l’FBI a un livello superiore, si sono messi a scavare sui social per trovare spunti. Dalle carte risulta che il giovane si era registrato come repubblicano mentre da minore, alcuni anni fa, avrebbe fatto una minuscola donazione in favore di un programma liberal. Nulla al momento, però, che permetta di accostarlo ad un’ideologia specifica. L’analisi della sua vita digitale potrà offrire altri tasselli. Se ve ne sono.
Per ora guardiamo a quanto emerso dai primi passi dell’indagine.
Thomas non ha fatto il militare ed ha imparato a maneggiare il fucile in un poligono della zona, una scelta dovuto forse al fatto di essere stato respinto da un club di tiro in quanto «scarso» e per atteggiamenti ritenuti non appropriati in termini di sicurezza. Eppure, ha cercato di centrare Trump da una distanza di circa 120 metri usando una versione dell’AR-15 e lo ha mancato di un soffio. Una doppia sfida: gesto eclatante e dimostrazione di saperci fare. Per le autorità era stato acquistato legalmente dal padre circa sei mesi fa. Un dettaglio che ci riporta un su sentiero noto: report ufficiali hanno rivelato che quasi il 70 per cento dei responsabili di stragi negli Stati Uniti ha impiegato un’arma di proprietà dei genitori. L’hanno sottratta, in qualche caso avevano un facile accesso, sapevano dove trovarla o persino gli è stata consegnata come dono. Scorciatoie per non pochi massacri
Il secondo elemento è la preparazione. Crooks si è procurato il fucile, forse ha compiuto una ricognizione preventiva per capire come poter arrivare al tetto del capannone dal quale ha mirato su The Donald. Probabilmente aveva in mente un «seguito». Gli inquirenti hanno trovato alcuni ordigni rudimentali sulla sua auto e nell’abitazione. Una «dotazione», purtroppo, ricorrente in alcuni episodi di violenza in America, dove lo shooter si atteggia a guerriero e crea il suo arsenale emulando chi lo ha preceduto.
Il modus operandi di Thomas richiama eventi ancora più gravi come bilancio. Lontani e vicini. Nell’agosto del 1966, ad Austin, Texas, un veterano dei Marines uccide 15 innocenti tirando da una torre. Nell’ottobre 2017 il giocatore di casinò Steven Paddock stermina 60 persone dalla sua stanza al trentaduesimo piano di hotel di Las Vegas trasformata in postazione. Il 4 luglio del 2022 Robert Crimo III si è travestito da donna, si è arrampicato su un tetto per sparare su una manifestazione in una strada di Highland Park, Illinois. Sette i morti.