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di Gabriele Petrucciani
La spinta dell’intelligenza artificiale porta Microsoft, azionista di peso di OpenAi, sul tetto del mondo: ieri il gruppo guidato da Satya Nadella è diventato (anche se per poco tempo) la società di maggior valore al mondo per capitalizzazione di mercato, superando Apple. Poi alla chiusura Cupertino ha riconquistato il primato con 2,89 trilioni di dollari capitalizzazione contro i 2,86 di Microsoft. Contemporaneamente Google ha annunciato un’altra ondata di licenziamenti.
È l’altra faccia dell’AI: da un lato crea valore accelerando la produttività, perché gli algoritmi sono infinitamente più veloci ed efficienti degli essere umani nell’eseguire vecchi e nuovi compiti, come segnala il superamento di Microsoft su Apple a Wall Street. Dall’altro lato, l’intelligenza artificiale incalza Big Tech, pronta e disposta più di altre industrie a ridurre la manodopera, quando conviene.
di Gabriele Petrucciani
Così il gruppo guidato da Sundar Pichai ieri ha comunicato «alcune centinaia» di nuovi tagli di ruoli nelle sue divisioni hardware, ingegneria e Google Assistant, senza però precisare il numero esatto dei licenziamenti, che potrebbero arrivare a mille, su un totale di circa 182 mila dipendenti a livello globale. Nell’ambito della riorganizzazione lasceranno l’azienda anche James Park ed Eric Friedman, co-fondatori di Fitbit, gli smart watch e tracker per lo sport.
Da sempre la tecnologia non è un settore ad alta intensità di lavoro, l’AI ha velocizzato questa tendenza. Mercoledì Amazon ha annunciato centinaia di licenziamenti tra i dipendenti dei suoi studi cinematografici e televisivi e della piattaforma di streaming Twitch, nel tentativo di contenere i costi. Meno di un anno fa Alphabet, casa madre di Google, ha eliminato ben 12 mila posti di lavoro, sui 190.711 dipendenti di allora. E nei mesi successivi è tornata a tagliare ancora. L’obiettivo? Semplificare i livelli di gestione e appiattire i team per «accelerare il processo decisionale e consentire un maggiore accesso alle informazioni tra le divisioni», secondo quanto scritto da un dirigente in un’email che annunciava i tagli e rivelata dal Wall Street Journal.
La verità è che sull’AI Google insegue e Sundar Pichai sta concentrando le risorse su questo fronte, mentre riduce le spese. Dopo il successo di ChatGpt, il chatbot di OpenAi, di cui Microsoft è uno dei maggiori investitori, Google ha lanciato Gemini, la sua intelligenza artificiale, integrandola in Bard, il suo chatbot.
di Alessia Conzonato
La gara è aperta. La rivalità tra Microsoft e Apple è una storia antica, che risale all’antagonismo tra i due fondatori, Bill Gates e Steve Jobs. Il primato di Cupertino sembrava consolidato, l’intelligenza artificiale ha riaperto i giochi.
Oggi il gruppo di Redmond vola in Borsa spinto dalla continua crescita della sua divisione di cloud computing, che invece ha rallentato nelle rivali Amazon e Google, e forte delle promesse dell’AI, grazie alla collaborazione e ai 10 miliardi investiti in OpenAi, l’azienda di Sam Altman creatrice di ChatGpt. Nell’ultimo anno il titolo Microsoft ha guadagnato circa il 64%, Apple il 38%.
In un anno il titolo Alphabet, casa madre di Google, invece ha guadagnato il 53%; la sua capitalizzazione di mercato è salita a 1,79 trilioni di dollari e il suo motore di ricerca resta il più popolare del mondo, nonostante le ambizioni di sorpasso di Microsoft con Bing che incorpora l’AI.
A gravare su Google tuttavia ci sono anche i guai giudiziari, a cominciare dala multa da 2,4 miliardi di euro inflitta dalla Commissione Ue alla società americana, accusata di abuso di posizione dominante per aver favorito il proprio servizio di comparazione di prodotti. Davanti alla proposta dell’avvocato generale alla Corte di Giustizia europea di confermare la maxi ammenda, Google ha fatto sapere che esaminerà l’opinione legale e poi attenderà la decisione finale della Corte. Sottolineando, però, che indipendentemente dall’appello continuerà a «investire nei rimedi» e a collaborare costruttivamente con la Ue».
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12 gen 2024
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