L'attentato può«decidere» l'elezione? Che cosa può succedere adesso

«Chi volete come presidente degli Stati Uniti? Un duro, o uno che perde colpi?». 

Da ieri questo è il messaggio che la campagna repubblicana potrà ripetere all’infinito. Rivedremo spesso le immagini dell’attentato, da qui al 5 novembre. Il rumore di spari che interrompe il comizio, la mano di Donald Trump che copre l’orecchio colpito, gli uomini della scorta che si precipitano su di lui, a terra. Qualche minuto dopo Trump si rialza, e pur circondato dagli agenti che lo stanno trascinando al sicuro, ha la presenza di spirito di rivolgersi ai suoi fan, agita il pugno chiuso in segno di sfida. 

Quella sfida, per adesso l’ha vinta lui. Resto con voi, non vi abbandono, non mi abbatteranno, è quel che dice alla base il suo pugno chiuso. Quell’immagine di un leader grintoso, che si risolleva e non si perde d’animo, verrà confrontata in modo impietoso con la serata nera di Joe Biden, la famigerata débacle, quel tremendo duello televisivo sulla Cnn, quando il presidente incespicava per finire una frase, si confondeva, perdeva il filo del suo discorso. Chi dei due ha la lucidità e la tempra che ci vogliono per guidare la più grande potenza mondiale? Sul piano della pura propaganda, l’attentato al comizio in Pennsylvania «completa» il duello televisivo. Due a zero per Trump.

Non esistono certezze, ma lo shock di ieri può imprimere una svolta a questa campagna. Da una parte c’è un leader in declino, assediato dai suoi stessi compagni di partito, del quale si parla soprattutto a proposito di un abbandono: da giorni e giorni Biden fa notizia perché cerchiamo di scrutare nella sua mente, per capire se e quando accetterà finalmente i ragionevoli consigli di amici e alleati. Dall’altra parte c’è un uomo screditato e condannato in tribunale, odiato o temuto da mezza America, ma adorato dai suoi: e ora il destino gli ha offerto quella che si può chiamare, letteralmente, «la prova del fuoco». Ne è uscito a testa alta, sempre letteralmente.

Ora cominciano le dietrologie, le polemiche, le accuse incrociate. C’è sempre qualcosa che non funziona nei servizi di sicurezza, quando accadono questi attentati; ma l’onnipotenza non è di questo mondo e neppure del Secret Service. C’è ampio materiale per argomentare che la destra Usa – Trump incluso – ha responsabilità enormi per la folle proliferazione di armi da fuoco nel paese. Ma fu assassinato un premier (Olaf Palme, 1986) anche nella pacifica e disarmata Svezia, ricordate? Per non parlare del pacifico e disarmato Giappone, dove l’ex premier Shinzo Abe se n’è andato nello stesso modo proprio due anni fa, 8 luglio 2022.

Nelle strumentalizzazioni politiche, la sinistra cercherà di scavare nella biografia del giovane attentatore. Qualche fonte ha identificato il ventenne (deceduto) Thomas Matthew Crooks come “registrato” nel partito repubblicano. Ma quand’anche la notizia sia confermata, attenzione al significato di quel termine. In America al momento della cittadinanza, o della maggiore età, o della patente di guida, a ciascuno che voglia essere iscritto alle liste elettorali viene richiesto di dichiarare un’affiliazione: democratico o repubblicano o indipendente. Ha un valore puramente statistico-burocratico, poi nel segreto dell’urna ciascuno vota come vuole. Né quella «registrazione» equivale ad essere iscritto a un partito.

A destra, la strumentalizzazione politica sarà di un altro tipo. I repubblicani useranno questo attentato per ricordare che la sinistra ha avuto un atteggiamento ondivago e ipocrita sulla violenza: pronta a condannarla come eversiva quando viene dai ranghi della base trumpiana come l’assalto al Campidoglio il 6 gennaio 2021; pronta a giustificarla quando è «antifascista» come nei tanti assalti alle istituzioni e forze dell’ordine che segnarono l’estate del 2020 dopo l’assassinio di George Floyd. Ma queste sono polemiche faziose destinate a scaldare gli animi di chi è già convinto.

Nei cento giorni che restano da qui al voto, forse conterà di più il raffronto visivo, simbolico, tra il ferito che si rialza e mostra il pugno chiuso, e il vecchio Joe che traballa da solo.        

14 luglio 2024, 14:06 - modifica il 14 luglio 2024 | 14:21

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