Da Lincoln a Kennedy, da Ford a Roosevelt e Reagan: tutti i presidenti Usa uccisi o feriti in un attentato prima di Trump

diMarco Bruna

La storia degli attentati ai presidenti americani comincia con Abraham Lincoln, nel 1865. Il più celebre resta quello di Kennedy, nel 1963, che diede adito a numerose teorie complottiste. Qui una breve ricostruzione

Prima di Donald Trump ci sono stati Abraham Lincoln, James A. Garfield, William McKinley, John F. Kennedy (assassinati); Theodore Roosevelt, Ronald Reagan (feriti); e una lunga lista di complotti e attentati sventati. Nel Paese che ha sempre avuto l'ossessione per «Dio e le armi», come sentenziò il grande critico Harold Bloom, gli spari del cecchino Thomas Matthew Crooks che hanno raggiunto Donald Trump durante un comizio in Pennsylvania, nella notte italiana del 14 luglio (pomeriggio tardi in America), fanno notizia fino a un certo punto. 

In un libro bellissimo come Dossier Odessa (1972), Frederick Forsyth scrisse che il 22 novembre 1963, il giorno dell'omicidio di Kennedy, «tutti sembravano ricordare con grande precisione quello che stavano facendo». Una storia di sangue che proviamo a ripercorrere attraverso i fatti più salienti.  

Abraham Lincoln: il primo presidente assassinato

Lincoln, ex avvocato di provincia che verrà ricordato per avere abolito la schiavitù negli Stati Uniti grazie al XXIII emendamento, venne raggiunto da un colpo di pistola il 14 aprile 1865 mentre assisteva allo spettacolo Our American Cousin al Ford's Theatre di Washington. L'omicidio, per mano del simpatizzante confederato John Wilkes Booth, «uno degli attori professionisti di teatro di maggior successo del suo tempo», avvenne in un momento cruciale della storia americana: cinque giorni prima le truppe del generale confederato Robert E. Lee si arresero agli unionisti di Ulysses S. Grant ad Appomattox. Booth era deluso dall'esito della sanguinosa guerra civile americana (1861-1865). Lincoln morì il giorno dopo essere stato colpito, la mattina del 15 aprile 1865.

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Il piano di Booth, messo a punto insieme con altri cospiratori, era di eliminare il presidente, il vice presidente Andrew Johnson e il segretario di stato William Seward per paralizzare il Paese e rivitalizzare la fazione confederata sudista. John Booth verrà catturato e ucciso il 26 aprile 1865.

James Garfield

Il 2 luglio 1881 a Washington, James Garfield, 20° presidente degli Stati Uniti, viene ferito gravemente da Charles Guiteau con due colpi sparati da una .442 Webley. Guiteau era un avvocato che pretendeva di essere nominato console degli Stati Uniti a Parigi. Il presidente che si era insediato alla Casa Bianca solo il 4 marzo, morirà dopo una lunga agonia il 19 settembre 1881.

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William McKinley 

William McKinley, 25° presidente americano, venne colpito il 6 settembre 1901 alla concert hall Temple of Music di Buffalo, New York. McKinley stava salutando il pubblico, stringendo le mani ai presenti, quando un giovane anarchico di origini polacche, Leon Czolgosz, gli si avvicinò improvvisamente e gli sparò a bruciapelo due colpi di rivoltella centrando l'addome. Il presidente morì pochi giorni dopo, il 14 settembre. 

«Sono un anarchico. Ho ucciso il presidente per compiere il mio dovere. Sento che nessun uomo dovrebbe avere tutto questo potere»: furono queste le parole di Leon Czolgosz al momento dell’arresto.

John F. Kennedy, l'assassinio che cambiò l'America

Il giorno che cambiò l'America è il 22 novembre 1963, quando venne ucciso il presidente Kennedy, l'uomo che, nonostante i lato oscuri della sua presidenza e della sua personalità che sarebbero emersi nei decenni a venire, divenne un simbolo e un'icona. Un mito consacrato nel sangue. 

sparare a Kennedy fu Lee Oswald, appostato in cima a un edificio di Dallas davanti al quale transitò la limousine scoperta del presidente. Venne ferito dagli spari anche il governatore del Texas, John Connally, che era accanto al presidente. 

Secondo la ricostruzione ufficiale Kennedy fu colpito appunto due volte. La commissione Warren stabilì che il primo proiettile (calibro 6,5, sparato da un fucile C2766) passò attraverso la gola di Kennedy e poi trapassò una spalla, il petto e un polso del governatore fermandosi su una coscia. Tanti scettici sono convinti che ci sia stata una seconda persona a sparare da un’altra direzione, parlano di «pallottola magica». Un rincorrersi di teorie ancora vive oggi. L'agente dei servizi segreti Paul Landis disse di avere sentito tre colpi e non due.

Don DeLillo dedicò all'assassinio Kennedy uno dei suoi romanzi più famosi, Libra (Einaudi), che mescola storia e finzione: DeLillo descrive la vita di Lee Harvey Oswald e fornisce una ricostruzione fittizia della sua partecipazione alla cospirazione della Cia per assassinare proprio Kennedy.

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Il tentato assassinio a Ford e a Roosevelt

Tra i tentati assassini presidenziali vale la pena ripercorrere il caso di Gerald Ford. Il 5 settembre del 1975 Lynette Fromme, seguace della setta di Charles Manson, tentò di assassinare l’allora presidente Gerald Ford a Sacramento, in California, confondendosi tra la folla vestita da suora. 

Venne fermata dagli agenti dei servizi segreti poco prima di riuscire a sparare con una pistola semi-automatica. Per lei Ford era colpevole di crimini contro il pianeta. Raccontò in seguito di aver inscenato l’attentato al presidente per ottenere «attenzione per un nuovo processo» per Manson, condannato per gli omicidi dell’attrice Sharon Tate e di altre otto persone in California nel 1969.

Molto prima di Ford, il 14 ottobre 1912, Theodore Roosevelt uscì miracolosamente illeso da un attentato durante la sua terza campagna elettorale a Milwaukee, in Wisconsin.

Ronald Reagan 

Il 30 marzo 1981, Ronald Reagan - 40º presidente degli Stati Uniti, dal 1981 al 1989 - venne gravemente ferito da uno dei 7 colpi di arma di fuoco sparati da John Hinckley, uno squilibrato innamorato di Jodie Foster che con questo gesto voleva attirare la sua attenzione, mentre si trovava a Washington per un discorso.

14 luglio 2024 ( modifica il 14 luglio 2024 | 10:12)

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