L'America violenta tra attentati politici e ipotesi di complotto

diMassimo Gaggi

Dall'omicidio di Kennedy all'assalto al Congresso

Il diffondersi di retoriche politiche sempre più incendiarie, violente, un diluvio di minacce a membri del Congresso che ha costretto la polizia del Campidoglio di Washington ad aprire centinaia di inchieste, le promesse di morte a procuratori e giudici dei processi contro Trump. Dall’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 l’impennata del clima di violenza politica in America non ha conosciuto soste. C’erano stati episodi anche in passato, come il «Maga Bomber» che nel 2018 aveva mandato per posta 16 bombe «fatte in casa» a personaggi del mondo politico e della stampa da lui considerati nemici giurati di Trump (Cesar Sayoc sconta per questo una condanna a 20 anni di carcere).

Le elezioni del 2020 e il rifiuto della sconfitta elettorale

Ma l’impennata vera è cominciata con le elezioni del 2020, il rifiuto di Trump di riconoscere la sconfitta elettorale, la ribellione dei suoi fan.
E l’allarme era salito ulteriormente all’inizio di questo 2024: anno di elezioni presidenziali e dei processi contro Donald Trump. In un clima sempre più estremo di demonizzazione dell’avversario politico, l’ex presidente aveva contribuito non poco a far salire la tensione attaccando brutalmente procuratori e giudici dei suoi procedimenti penali (molti dei quali sono poi stati ripetutamente minacciati di morte e ora vivono sotto scorta). Trump era stato poi accusato di diffondere una retorica che tende a «normalizzare» la violenza politica quando era arrivato addirittura ad auspicare l’impiccagione del Capo di Stato Maggiore delle forze armate americane, Mark Milley (accusato per i colloqui coi suoi omologhi russi e cinesi, ma in realtà detestato dal leader conservatore perché si oppose all’uso delle truppe per reprimere manifestazioni di protesta).
Da destra le accuse hanno riguardato soprattutto gli antifa della sinistra radicale e le proteste di Black Lives Matter sfociate, nei momenti di maggior tensione, negli incendi notturni appiccati da frange estreme.
Qualche tempo fa un sondaggio Bloomberg/Morning Consult ha fotografato un timore di vedere il Paese sprofondare nella violenza politica diffuso in ugual misura tra repubblicani (48%) e democratici (47).

L'era degli assassini dei leader politici sembrava sepolta

L’America è violenta, ma la sua democrazia fin qui ha tenuto. E l’era degli assassini di leader politici sembrava ormai sepolta in un passato remoto. Poi, soprattutto a causa del caos che regna nel partito democratico, si sono moltiplicati i paragoni tra questo 2024 e il 1968 di una caotica convention del partito della sinistra — tra divisioni politiche e proteste violente per la guerra del Vietnam — dopo la rinuncia del presidente Lyndon Johnson a ricandidarsi. Ma quel 1968 fu segnato, qualche mese prima delle elezioni, dall’assassinio di Martin Luther King e, poi, da quello di Robert Kennedy.

Minacce e intimidazioni anche a deputati e senatori

Fin qui i timori erano concentrati soprattutto sulle ottomila minacce a parlamentari sulle quali la polizia del Congresso di Washington sta indagando. Anche deputati e senatori vivono spesso in case difficili da difendere: pesa ancora il ricordo dell’assalto a quella di Nancy Pelosi a San Francisco, con suo marito che ebbe il cranio sfondato a martellate.
E poi le intimidazioni che nel solo 2023 sono piovute su 450 giudici. C’è di tutto: l’annuncio di una bomba, calunnie, rivelazioni di vicende private di famiglia, minacce di morte estese a coniuge e figli della persona che si vuole colpire: spesso semplici funzionari addetti agli scrutini elettorali, membri delle commissioni scolastiche, volontari chiamati a svolgere funzioni pubbliche durante le votazioni. Non c’è un sismografo per misurare queste scosse: ma diversi moderati hanno rinunciato a ricandidarsi al Congresso per paura o perché pare loro inutile continuare a lavorare tra scontri continui. Ed è sempre più difficile trovare scrutatori con un turnover degli addetti al voto che dopo il 2020 è salito al 36 per cento.
L’attentato a Trump durante un comizio in Pennsylvania porta l’allarme violenza a un livello molto più elevato. Con tutto quello che può derivarne anche in termini di stabilità democratica.

14 luglio 2024

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