Mps torna al dividendo, utili a 2 miliardi. Lovaglio: «Scalata la montagna con lo zaino pesante»

Mps torna al dividendo dopo 13 anni, con due di anticipo risetto al piano impostato dal piano del ceo Lugi Lovaglio e distribuisce agli azionisti un monte dividenti di 315 milioni. «E’ un punto di svolta, un passaggio chiave banca nei confronti dei nostri stakeholder, dovuto a persone di talento, alla disciplina e all’innovazione digitale, ha detto Lovaglio -. Abbiamo riportato in vita le nostre radici e il nostro patrimonio per sostenere famiglie e Pmi che rappresentano la spina dorsale della nostra banca». Siena  mette a segno un utile per il 2023 di 2,052 miliardi di euro. Numeri che si confrontano con la perdita di 205 milioni dell’esercizio precedente sul quale la banca ha spesato costi di ristrutturazione per 931 milioni. Siena batte così le stime degli analisti che si fermavano 1,344 miliardi. La proposta del cda è di 0,25 euro per azione, per un monte dividendi di 315 milioni di euro. E per il 2024 Mps punta a distribuire agli azionisti il 50% degli utili netti (pay-out ratio). Sono numeri che il mercato ha accolto con favore spingendo il titolo in Borsa a + 4,6% dopo una fiammata a +6%. Poi il riferimento di Lovaglio ai crediti fiscali da imposte differite da Dta che per Siena valgono 2,5 miliardi, di cui 1,6 fuori dal bilancio, e potranno continuare a dare un contributo all'utile dei prossimi anni e rappresenterebbero una dote di riguardo nel caso di m&a. Insomma, Mps ha sempre un tesoretto da utilizzare.

I rischi legali

Nel dettaglio, Mps ha chiuso il quarto trimestre dell'anno con un utile di 1,123 miliardi che ha spinto il risultato annuale a 2,052 miliardi di euro. Proprio alla fine dell’anno la banca ha infatti beneficiato di 466 milioni di rilasci netti di accantonamenti su fondi rischi e oneri, legati al venir meno dei rischi legali, e di un positivo effetto netto delle imposte per 339 milioni, per un totale di 805 milioni. È l’effetto della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione dell’ex presidente, Giuseppe Mussari, e dell’ex dg Antonio Vigni, e dell’assoluzione in appello per gli ex vertici Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.
Tirando le somme, sul fronte dei rischi legali l'ammontare del petitum si è così ridotto a circa 890 milioni, non considerando la causa promossa dai Fondi Alken, pari a circa 450 milioni, contro il quale la banca ha vinto anche in appello lo scorso dicembre. 

Solidità patrimoniale

Il Monte dei Paschi «ha scalato una montagna con uno zaino molto pesante». E’ l’immagine utilizzata da Lovaglio per descrivere agli analisti «il punto di svolta dell'istituto» grazie al lavoro, riconosce, delle competenze e dei talenti presenti in banca. Abbiamo creato le condizioni per generare un’attività sostenibile». Nonostante il ritorno alla cedola, Mps mostra una situazione patrimoniale che si pone – dice la banca - «ai vertici del sistema» testimonia la capacità di Siena di generare «un'organica profittabilità sostenibile». L'indicatore di solidità patrimoniale Cet 1 ratio fully loaded sale al 18,1%, in crescita di 248 punti base rispetto a un anno fa. Il capitale in eccesso è di circa 3 miliardi.

Commissioni in crescita a fine 2023

I risultati 2023, spiega Siena, beneficiano del miglioramento della performance operativa, con il risultato operativo lordo, pari a 1.954 milioni di euro, in crescita del 93,2% anno su anno, grazie alla positiva dinamica dei ricavi (+21,7%) e agli interventi strutturali di efficientamento dei costi operativi (-12,6%), che portano il rapporto tra costi e ricavi al 49%, in forte riduzione rispetto al 68% di dicembre 2022.
A spingere i ricavi è stato il margine di interesse, alimentato dai tassi alti e salito del 49,3% a 2,29 miliardi, mentre le commissioni sono scese del 3,1% a 1,32 miliardi, con i maggiori proventi sul risparmio amministrato, frutto del rinnovato interesse dei clienti per i titoli di Stato, che hanno parzialmente bilanciato le minori commissioni sul risparmio gestito. Ma la tendenza si vede nei numeri dell’ultimo trimestre, chiuso con ricavi a 993 milioni di euro, in crescita rispetto al trimestre precedente (+4,1%) trainati dalle commissioni nette (+5,9%) a fronte di un margine di interesse pressoché stabile.

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