Mediobanca, bond da 500 milioni: cedola del 4,3%, domanda di oltre 1,8 miliardi
di Redazione Economia
«La riforma ha consentito alle banche cooperative italiane di aumentare l’efficienza sul fronte dei costi dal punto di vista di economie di scala e di economie di scopo. A ciò si aggiunge una posizione più forte in termini di potere di mercato». Elena Beccalli promuove la riforma delle Bcc avviata con il decreto 18/2026, anche se mette in guardia: «Almeno in questi primi anni, il passaggio alla struttura organizzativa integrata non ha ancora favorito una maggiore efficienza lato profitti». La professoressa Elena Beccalli, preside della Facoltà di Scienze bancarie e direttrice del Centro di ricerca sul Credito Cooperativo dell’Università Cattolica, aprirà venerdì a Milano il convegno «The future of Financial Mutuals». Verrà presentata anche una cattedra finanziata e la Collana di libri «Credito cooperativo. Innovazione, identità, tradizione».
di Redazione Economia
«Il titolo è emblematico: per la mutualità finanziaria c’è spazio e futuro non solo in Europa, ma a livello internazionale. L’appuntamento si alterna tra Milano e Londra, per capire in che modo restare fedeli alle finalità mutualistiche adattando, senza stravolgere, il modello di business che da sempre caratterizza le banche di prossimità». La sfida che il credito cooperativo è chiamato a capire sta tutta nell’adattare il modello di business preservando le sue finalità mutualistiche, è la tesi di Beccalli. «In questo senso sono tante le questioni di governance da affrontare. Pensiamo alla trasformazione digitale, al suo impatto sul valore della prossimità, che poi è l’aspetto centrale per le cooperative, o il principio di proporzionalità legato alla normativa o ancora gli aspetti di vigilanza sui consigli». Il tema della governance richiama anche quello delle dimensioni e di conseguenza i paragoni con grandi gruppi bancari cooperativi stranieri, come Crédit Agricole, il Gruppo Bpce e il Crédit Mutuél. Cambiare i timonieri dunque per crescere come Oltralpe? «Le singole Bcc sono piccole – è la prima premessa della professoressa -, ma tutte assieme federate non lo sono ed è importante che restino così per preservare la biodiversità del credito italiano».
Detto questo, per Beccalli la governance delle Bcc non va rivista e i motivi sono facilmente individuati: «In materia di governance, e disposizioni di vigilanza sui gruppi bancari cooperativi prevedono per le capogruppo sia prerogative sia precisi “doveri”. Inoltre, le Bcc sono sottoposte - uniche in Europa - ad una doppia vigilanza pubblica, quella prudenziale - ad opera della Bce e della Banca d’Italia - e quella mutualistica, sotto la responsabilità del Ministero per le imprese e il Made in Italy». Oggi in Italia tra Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen si contano in tutto 223 istituti (dati Federcasse), il 51% operanti sul territorio nazionale. Sono presenti in 2.529 comuni e 102 province con 4.096 sportelli (il 31% dei quali collocati in aree interne) e hanno un patrimonio (capitale e riserve) di 23,6 miliardi di euro. Con questi numeri si spiega anche la decisione dell’Università Cattolica di fare un ulteriore salto sull’insegnamento e sulla ricerca con l’istituzione di una nuova cattedra e una collana di saggi edita da Vita e Pensiero che vedrà la pubblicazione del primo volume l’11 dicembre dedicato alla riforma del credito cooperativo e gli effetti della digitalizzazione. “L’analisi scientifica è necessaria per disporre degli elementi per interpretare in chiave innovativa i tratti del mutualismo”. Per questo da due anni l’ateneo milanese ha avviato anche un centro di ricerca per promuovere studi degli aspetti tecnico identitari del credito cooperativo. «Due i tratti distintivi: da un lato, l’adozione di una prospettiva multidisciplinare attraverso il coinvolgimento di economisti, giusti e storici; dall’altro, l’impiego di un metodo scientifico (empirico ed analitico) per studiare le principali sfide che questi operatori sono chiamati ad affrontare nonché il loro benefico contributo ai sistemi economici moderni».
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29 nov 2023
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